Continuano le pressioni sulla Commissione europea per il caso del funzionario anti-trust passato a Microsoft (proprio mentre si sta per concludere un’indagine sull’azienda americana) e si parla di una inchiesta.
Inchiesta che la Commissione ha seccamente smentito, attraverso un portavoce. “Non c’è nessuna inchiesta”, ha dichiarato Jonathan Faull, portavoce della Commissione, “abbiamo parlato con Eckert e abbiamo precisato le rispettive posizioni”.
“Andrà a lavorare in campi diversi da quelli che occupava nella Commissione – ha specificato il portavoce ufficiale – I differenti impegni assicurano che non avrà conflitti di interesse e nessuna confusione sarà possibile per il lavoro di Eckert”.
La Commissione aveva ammesso di aver autorizzato il funzionario, capo di un’unità presso la direzione generale Società dell’Informazione, a prendersi un “congedo per motivi personali” per facilitare il suo passaggio alla Microsoft in Belgio.
L’inchiesta anti-trust contro Microsoft, sul punto di essere conclusa, è svolta dai servizi della direzione generale per la Concorrenza, anche se, durante le procedure del caso, le consultazioni tra le direzioni sono cosa corrente.
La Commissione, la settimana scorsa, aveva dichiarato che l’unità a cui faceva riferimento Eckert aveva “cessato, a partire dal luglio 2001, di essere in contatto con la direzione generale per la Concorrenza su Microsoft” e che Eckert non aveva “lui stesso mai avuto discussioni con la DG concorrenza su questo caso”.
Esiste, però, una testimonianza che incrina le dichiarazioni della Commissione.
Ed Black, presidente dell’organizzazione americana CCIA (Computer and Communications Industry Association) che raccoglie parecchi concorrenti di Microsoft, ha confermato di aver incontrato Eckert per parlare di Microsoft, “sicuramente più di un anno fa”. E rincara la dose, ammettendo la sua sorpresa alla notizia, in una dichiarazione alla AFP: “Quando ho saputo di questa nomina da un giornalista, sono stato sorpreso e un po’ scioccato”.
“Non deduco che agirà in modo incorretto nelle sue nuove funzioni – ha proseguito Ed Black – “mi piacerebbe che, comunque sia, le sue responsabilità siano rese pubbliche su quello che andrà veramente a fare e su cosa andrà a lavorare”.