Mafiaboy, il giovane canadese ritenuto colpevole per aver paralizzato importanti siti Internet è stato condannato a otto mesi di sorveglianza vigilata.
Al di là della sentenza, il caso “Mafiaboy” fa riflettere su come una persona anche non espertissima di informatica può riuscire a paralizzare da solo i giganti della new economy.
Per lanciare i suoi attacchi contro i grandi portali, il ragazzo si è servito di un software di pirateria che circola liberamente nei forum di discussione su Internet e sulle reti informatiche di molte università.
Il software si chiama IMP e non è complesso, nel senso che non servono grandi conoscenze nel campo delle reti o della pirateria informatica per poterlo utilizzare.
Il programma è stato concepito da un pirata informatico per lanciare attacchi di tipo “denial of service” ed è pubblicato con un’avvertenza: “Strettamente illegale. Non utilizzare sulle reti pubbliche. Potreste essere messi in galera”.
Una volta installato è sufficiente specificare un certo numero di parametri, come la porta di origine e di arrivo degli attacchi e la durata.
Un personal computer come i tre di cui disponeva il ragazzo canadese, non gli avrebbero permesso di bloccare da solo e per molte ore grandi portali.
Per questo ha preso il controllo dei sistemi informatici di una cinquantina di università per lanciare i suoi attacchi.
La potenza delle reti universitarie e della bassa protezione di cui godono, sono miele per un eventuale hacker che volesse utilizzarle per lanciare gli attacchi, piuttosto che usare il computer da casa.
Piazzato comodamente davanti alla tastiera del suo PC, Mafiaboy ha semplicemente premuto il pulsante “enter” per far partire l’attacco.
I siti Internet, oggetto dell’attacco, sono stati sommersi da domande multiple provocando il blocco completo.
Un effetto simile, peraltro, avverrebbe se migliaia di utenti contemporaneamente decidessero di entrare dalle porte d’ingresso di un negozio.
Dunque, come nell’esempio del negozio, anche per i siti l’unico modo per impedire questi attacchi sarebbe quello di chiudere la porta.