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Baby indipendenza

12 Novembre 2014

Baby indipendenza

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Inutile demonizzare la tecnologia in mano ai piccoli: serve. Bene usata e purché sia strumento invece che parcheggio.

Quasi nemmeno il tempo di menzionare un articolo sui presunti pericoli dei moderni computer a tavoletta per l’integrità intellettuale delle generazioni presenti e future, che emerge evidenza scientifica più produttiva.
Ne parla Fast Company Labs nel citare uno studio della New York University, condotto su bambini di tre anni esposti – in un ambiente controllato – ad app come Learn with Homer per migliorare le abilità di lettura. Risultato:

Il gruppo trattato [che usava le app] ha superato nei punteggi il gruppo di controllo [strumenti tradizionali] in sei metriche su sette (nessuna differenza nella decodifica). Si sono riscontrate differenze significative su tre metriche: conoscenza dei caratteri, consapevolezza fonologica e suono delle lettere.

Non vuol dire che la tavoletta debba diventare improvvisamente il solo e unico strumento di apprendimento dei bambini in età prescolare, né che faccia sempre bene anche quando viene usata male. La American Academy of Pediatrics raccomanda di evitare gli schermi ai bambini sotto i due anni e di non superare le due ore al giorno da lì in avanti; L’University of California Los Angeles ha riscontrato una minore capacità di lettura delle emozioni per i ragazzi (l’equivalente di una prima media) che passano molto tempo davanti allo schermo.
Schermo che significa anche televisione; il problema non è mai il computer in quanto tale, ma il parcheggio dei piccoli e meno piccoli davanti a uno strumento usato con l’unico scopo di liberare tempo ai genitori.
Per non parlare delle differenze di età e di contesto: se la tavoletta viene usata per imparare a leggere e per sviluppare nuove capacità, si crea una situazione ben diversa dall’abuso dei giochini freemium o dalle scorpacciate di banalità dentro YouTube. Il biografo di Steve Jobs ricorda sul New York Times un dettaglio delle serate a casa del cofondatore di Apple:

Ogni sera Steve era puntiglioso nel voler cenare alla lunga tavola della loro cucina, a discutere di libri e storia e una varietà di altri soggetti. Nessuno estraeva un iPad o un computer. I ragazzi non sembravano dipendenti da alcun apparecchio.

Ecco, il punto è non creare dipendenze nei bambini. Magari anche usare il buonsenso: cenare senza telefoni o tavolette dovrebbe essere una cosa normale. E ricordare che il tempo corre. Per i dodicenni, almeno sapere – per esempio – che esistono le stampanti 3D è un fattore importante: oggi è materiale da Maker Faire, mentre quando loro saranno adulti si tratterà di cultura generale. Saperle governare da un computer a tavoletta significa sviluppare capacità di ragionamento che vanno oltre la semplice padronanza dello strumento e saranno preziose per la loro vita.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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