Dopo il Connecticut, arriva il no secco e ostile all’accordo amichevole sottoscritto da Microsoft, Governo americano e 9 Stati, da parte di alcuni gruppi che sono parte nelle cause collettive intentate negli Stati Uniti contro Microsoft.
I più decisi sembrano essere gli avvocati che rappresentano consumatori californiani, che hanno dichiarato di giudicare questo accordo come una “impostura”, aggiungendo che è “inappropriato comparandolo con i sovracosti patiti da milioni di consumatori”. Il tutto scritto nero su bianco e consegnato a un giudice federale durante un’udienza a Washington.
Gli stessi avvocati, poi, spostano il tiro su un settore spesso dimenticato, giudicando che l’accordo “aiuterà gli sforzi di Microsoft per monopolizzare il mercato della formazione”, dove sono presenti altre aziende, come Apple.
Dopo il Connecticut, come dicevamo all’inizio, è il turno del Minnesota dire no, spiegando che l’accordo “rinforza ancora di più il monopolio di Microsoft”.
Tra le condizioni, infatti, Microsoft si impegna a fornire software e computer a migliaia di scuole americane per 1 miliardo di dollari.
A questo punto, se il giudice (nella pelle del quale nessuno di buon senso vorrebbe essere) dovesse approvare l’accordo, si regolerebbero molte cause collettive rappresentanti milioni di consumatori che accusano l’azienda di aver gonfiato il prezzo del software di punta, Windows.