Per 70 dollari da oggi potete acquistare la versione 3 dell’ultimo grido in materia di Sistemi Operativi alternativi. Si chiama BeOS ed è un altro splendido prototipo a cui nessuna software house quotata ha ancora dato abbastanza credito da sviluppare il porting del proprio software.
Parto di Jean-Luois Gassée – ex responsabile della ricerca in casa Apple – Be OS è nato come sistema operativo per Power Macintosh. Cupertino dovette stimare la richiesta di Gassée troppo elevata per un motore che, per quanto riuscisse a superare proprio quelle criticità che facevano del Mac OS un sistema antiquato, soffriva di tutti i ben noti mali di gioventù e quindi gli preferì il NexStep del redivivo Jobs a cui offrì più o meno la stessa cifra richiesta dal primo: quasi mezzo miliardo di dollari! Non bisogna però dimenticare che Rapsody può contare sul supporto di quasi tutti i produttori di software per Mac, che sono la maggioranza di quelli sul mercato.
A Gassée non rimase che regalarlo, il proprio gioiellino, e i clonatori di casa Apple ci si buttarono a pesce, prima di venire assaliti e travolti dall’attacco del pescecane Jobs: uno lo fece sparire, l’altro lo comperò in blocco e lasciò prosperare con non pochi vincoli il solo UMAX. Nel frattempo gli sviluppatori di Be decisero di fare concorrenza a Jobs proprio sul terreno del suo stesso OS, NexStep, alias Rapsody. Quest’ultimo ha l’ambizione di potersi appoggiare su un OS diverso, sia esso Mac o Windows, ma anche di fare da base per uno di questi ultimi, creando di fatto uno standard trasversale multipiattaforma. Peccato che fin da ora lo si possa apprezzare solo in versione alfa su dei PowerMac di alta levatura e che gli stessi sviluppatori lo caratterizzino come un prodotto, almeno inizialmente, per server di rete o macchine industriali. Be OS invece gira su computer molto meno ambiziosi e offre caratteristiche di non minor vanto. Anzi!
Si tratta di un sistema operativo multithreaded (in grado di fare girare diversi programmi simultaneamente), con un preemptive multitasking e memoria protetta (il crash di un programma non incide sulla stabilità del sistema) e il supporto per macchine multiprocessore.
Intel sembra interessata, in un momento di raffreddamento dei rapporti con Microsoft, a supportare lo sviluppo di Be OS e verosimilmente fa parte del gruppo di sponsor che hanno destinato 25 milioni di dollari per la ricapitalizzazione dell’azienda.
Abbiamo avuto modo di provare Be OS su un PowerMac 7300/200 e le prestazioni sono a dir poco strabilianti. L’installazione (gratuita) offre come demo una procedura batch che apre quattro programmi e li fa funzionare IN CONTEMPORANEA ad una velocità tale da non consentire di seguire affatto il susseguirsi degli eventi. L’ambiente è sobrio ma funzionale. Inoltre la macchina diventa disponibile immediatamente dopo l’accensione, evitando lunghe perdite di tempo per il caricamento in memoria di oscure librerie o init.
Per ora ci sono a malapena una dozzina di applicazioni per Be OS Intel, mentre le circa 300 su cui può contare sulla piattaforma Apple sono per la maggioranza programmi per sviluppatori o applicativi per lo più grezzi, sullo stile di uno shareware povero. Tuttavia, a parte Rapsody/NextStep e l’eterna promessa Java, dopo la lenta quiescenza nelle rispettive nicchie di OS/2 e di Linux, Be Inc rimane la sola alternativa promettente allo strapotere di Microsoft sulla piattaforma elettronica più diffusa nel mondo.
Ennio Martignago ha pubblicato, assieme a Vittorio Pasteris e Salvatore Romagnolo, Sesto potere. Guida per giornalisti, comunicatori aziendali, formatori nell’era di Internet.