Potrebbe raccontare la storia della stampa da quando il volumen, rullo di pergamena arrotolato, ha ceduto il passo al codex, pila di fogli rettangolari: l’inizio del concetto prima inesistente di pagina, attorno al II secolo dopo Cristo.
Con un biglietto di ingresso dal prezzo modico e accessibile a tutti, addirittura gratuito per i provenienti da Milano. Anche dalla provincia? Ma sì, diciamo che è il loro giorno fortunato. E una associazione di sostenitori, con iscrizione annua deducibile fiscalmente.
Che spieghi come i coreani abbiano preceduto Gutenberg di settantacinque anni sulla stampa a caratteri mobili e però quest’ultimo li abbia superati tecnologicamente, in quanto l’uso del metallo al posto della sabbia gli ha permesso di rivaleggiare in precisione con la calligrafia e permettere la stampa su un supporto molto sottile come la carta, che così soppiantò la pergamena.
E aiuti a considerare il digitale come un nuovo passaggio in una storia millenaria più che una discontinuità catastrofica, spiegando che IBM, i pixel, li ha solo battezzati:
Nel 1692, l’Académie des Sciences nomina una commissione presieduta da Jacques Jaugeon per progettare un nuovo carattere, il Romain du Roi, riservato alla stamperia reale di Francia e basato su un concetto matematico: tutte le lettere dovevano essere costruite geometricamente all’interno di una griglia divisa in 2.314 piccoli quadrati.
Il museo spiegherebbe che le prime cartiere sono state italiane, nel XIII secolo, le prime macchine da stampa tedesche e la prima unità di fotocomposizione originata a Lione.
Accennerebbe al ruolo di innovatori come Lodewijk Elzevier, William Caslon o John Baskerville, al quale si devono la carta velina e un inchiostro particolarmente denso e nero che permise di disegnare caratteri più sottili.
Chiarirebbe quali furono le difficoltà da risolvere nel creare caratteri per i quotidiani, da poter leggere a dimensioni molto piccole su carta intrinsecamente di cattiva qualità; il ruolo di democratizzazione della stampa giocato dal desktop publishing e tante altre cose, con precisione e leggerezza, in un percorso museale adatto a tutti.
Servisse un esempio, c’è: il Musée de l’imprimerie a Lione, Francia, al numero 13 di Rue de la Poulaillerie, aperto dal mercoledì alla domenica dalle 10:30 alle 18, ingresso intero cinque euro. Riguardo ai biglietti gratis per i milanesi è questione di un gemellaggio, gentilmente esteso in biglietteria anche alla provincia.