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AOL scagionata da complicità con pedofili

15 Marzo 2001

AOL scagionata da complicità con pedofili

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La Corte suprema della Florida ha tolto AOL dagli impicci, con una sentenza che la scagiona completamente da un caso di scambio di foto a carattere pedofilo tra abbonati del …

La Corte suprema della Florida ha tolto AOL dagli impicci, con una sentenza che la scagiona completamente da un caso di scambio di foto a carattere pedofilo tra abbonati del sito.

Secondo la corte, infatti, il fornitore di accessi a Internet (ISP) non è responsabile degli atti illegali compiuti da terzi.
Il caso era scoppiato nel 1995, quando un certo Richard Lee Russell, insegnante era stato ritenuto colpevole per aver venduto un video pornografico con protagonista un ragazzino di 11 anni, attraverso AOL.

La madre del ragazzo aveva intentato causa contro quest’ultimo, appellandosi al fatto che l’ISP avrebbe dovuto sapere che cosa passava sulla sua rete e almeno farlo cessare dopo che la causa era stata depositata.

Russell, inoltre, aveva ammesso di aver incontrato attraverso questo servizio numerosi pedofili.

Questa sentenza, pone ancora una volta la questione della responsabilità dei fornitori di accessi o altri servizi su Internet, rispetto a cosa compiono i loro abbonati.

I casi, ormai, sono molti.
In Francia, Yahoo! sotto accusa per la vendita attraverso il suo servizio di aste online, di oggetti nazisti; in Gran Bretagna, sempre Yahoo! perché suoi utenti facevano commercio di materiale pedopornografico; in Germania il caso Compuserve, ecc.

In ogni caso, sembra che la giurisprudenza mondiale sia orientata verso la dichiarazione di non responsabilità degli ISP.

Ma, se questo vale per atti di così grave entità, non si capisce perché questo principio non venga applicato nella musica online.
Anzi, viene ribaltato dichiarando complice chi ospita siti di scambi di musica online.

Qui sta l’assurdo: si può non sapere che vengono scambiati materiali pedopornografici o che gruppi neonazisti si scambiano oggetti appartenuti al Terzo Reich, ma non file, molto più innocui, a contenuto musicale.

I soldi, anche su Internet, valgono più dell’anima.

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