Secondo alcuni responsabili della milizia degli “studenti di teologia”, al potere a Kabul, i primi collegamenti internazionali diretti connetteranno l’Afganistan alla rete tra due o tre mesi, nel quadro di un piano quindicinale che mira a ripristinare il settore telefonico del paese, completamente annullato da due decenni di guerra.
Dopo mesi di negoziati, la compagnia americana Telephone Systems international Inc. (TSI) inizierà a metà maggio l’installazione delle prime antenne e delle attrezzature.
Il vice presidente della TSI Stuart Bentham ha annunciato che le prime antenne verranno installate a Kandahar – quartier generale dei talebani nel sud del paese – e a Kabul, la capitale.
Questo permetterà, intanto, ai cittadini di Kandahar e di Kabul, di iniziare ad utilizzare telefoni cellulari.
L’equipaggiamento satellitare sarà collegato alla rete di Kabul, che risale al 1956. Ciò permetterà ai residenti di accedere alla loro rete internazionale. Attualmente esistono solo due linee internazionali nel paese, la prima collega Kabul a Peshawar (nel nord-est del Pakistan), la seconda, installata dagli inglesi nel 1900, unisce la capitale afgana a Londra ma è fuori servizio dal 1992.
Anche se l’Afganistan ha tuttora un codice internazionale, il 93, la sua rete è stata interamente distrutta (al 100%); da ciò deriva l’interesse per l’accordo con la TSI.
In futuro l’Afganistan potrebbe essere collegato al cavo in fibre ottiche transiberiano attraverso il Turkmenistan, anche se per realizzare questo progetto ci vorranno da due a tre anni. Il metodo utilizzato sarà identico a quello dei tedeschi per connettere le due Germanie dopo il crollo del muro nel 1989.
La difficoltà principale sarà innanzitutto rendere compatibili le nuove tecnologie con la vecchia rete.
Finora l’accesso telefonico internazionale più utilizzato dalle fazioni in guerra, dalle agenzie umanitarie e dai giornalisti è stato quello fornito dai telefoni satellitari.