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Anche il Vietnam emana regole restrittive per l’uso di Internet

24 Ottobre 2002

Anche il Vietnam emana regole restrittive per l’uso di Internet

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Il Vietnam si aggiunge alla schiera dei paesi che vogliono controllare Internet e, soprattutto, l’uso che ne fanno i cittadini.Paura e attrazione per uno strumento che può servire l’economia, ma …

Il Vietnam si aggiunge alla schiera dei paesi che vogliono controllare Internet e, soprattutto, l’uso che ne fanno i cittadini.
Paura e attrazione per uno strumento che può servire l’economia, ma gettare semi di libertà e consapevolezza.

Così, il paese famoso per la più grossa sconfitta subita dagli americani e che adesso si sta aprendo all’occidente, ha deciso di varare una legge costrittiva per l’uso della rete.
In pratica, come succede ormai da tempo in Cina, le aziende e le organizzazioni vietnamite dovranno avere il permesso del governo prima di poter aprire un sito Web.

La preoccupazione che guida queste scelte, come per il vicino gigante cinese, è il crescente numero di cittadini che accede a informazioni che provengono da fonti straniere (e quindi incontrollabili). Lo scopo è di controllare e sorvegliare con maglie sempre più strette, ciò che fanno gli utenti con la rete.

Recentemente, ad esempio, il governo ha decretato che i proprietari di circa 4 mila Internet cafè vietnamiti hanno la responsabilità di controllare cosa i loro clienti consultano mentre navigano sulla rete.

Pham Hong Son, un fisico è stato arrestato nel marzo scorso per aver tradotto e messo online un articolo sulla democrazia che arrivava dal dipartimento di Stato americano.
Recentemente, in agosto, il governo ha fatto chiudere TTVOnline, forum di discussione politica, per aver messo online informazioni che portavano critiche al governo.

Come in tutte le cose, anche per queste leggi c’è un responsabile: il ministero della cultura e dell’informazione. È qui che sono stati elaborati i nuovi regolamenti, ma non ancora le misure punitive per chi viene sorpreso a compiere atti contrari al regime.

Le leggi attuali, parlano di ammende per delitti compiuti via Internet fino a 3.250 dollari o, in caso non si abbia a disposizione la cifra, tre anni di galera.

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