Il pirata informatico israeliano, Ehud Tannenbaum che si era infiltrato nel 1998 nel sistema informatico del Pentagono, è stato condannato a sei mesi di lavori socialmente utili, come trasmesso dalla radio militare e riportato dall’AFP.
Il ragazzo israeliano di 21 anni, conosciuto sotto lo pseudonimo di “Analyser”, è stato condannato anche dal tribunale di Tel-Aviv a due anni di prigione e a un’ammenda.
Il tribunale, nella sentenza ha sottolineato che l’accusato “aveva causato gravi danni in seno a un’istituzione importante di un paese amico”.
Era stato arrestato nel marzo 1998, dopo una lunga caccia portata avanti dalla polizia israeliana aiutata dall’FBI.
Il procuratore generale americano dell’epoca, Janet Reno si era felicitata dell’arresto e aveva dichiarato che “tutti quelli che attraverso il mondo tentano di infiltrarsi nei sistemi informatici dovrebbero sapere che gli Stati Uniti lo considerano un grave delitto”.
In Israele, invece, la reazione è stata diversa e il ragazzo è stato trattato come una specie di eroe, i cui exploit sono stati definiti dall’allora primo ministro Natanyahu “impressionanti”.
La sua foto, infatti, è stata addirittura utilizzata da un’azienda di computer. Sul fondo, la scritta: “Per arrivare lontano, avete bisogno dei migliori strumenti”.