Sabato 23 giugno 2012 ricorreva il centesimo anniversario della nascita di Alan Turing, scienziato, matematico e figura insostituibile nel succedersi di persone, eventi, progressi che hanno portato alla nascita della computer science e all’inizio di un’epoca inedita nella storia dell’uomo.
Alcuni valutano la ricerca scientifica di seconda scelta quando sia rivolta anche (o solo) ad applicazioni pratiche, magari persino consumistiche; Turing diede un contributo impagabile alla crittografia teorica, ma contribuì decisivamente a decifrare i messaggi della macchina nazista Enigma e di conseguenza a determinare molto in concreto l’esito della Seconda guerra mondiale.
Se Enigma rappresentò una sfida formidabile e tuttavia oggi è accessibile a chiunque sotto forma di un normale programma JavaScript è merito di un progresso impensabile e vertiginoso delle apparecchiature e della programmazione; contemporaneamente, il procedere del più possente dei supercalcolatori continua a essere descrivibile nei termini di una macchina di Turing, simulabile tanto dentro un browser quanto impilando mattoni di Lego.
Il test di Turing tuttora resta ostacolo insuperabile per qualunque progetto di intelligenza artificiale:
A computer would deserve to be called intelligent if it could deceive a human into believing that it was human.
Il Premio (con la maiuscola) Loebner di centomila dollari destinato al primo programma capace di passare il test resta, anno dopo anno, non assegnato.
Chissà che, magari a mezzo secolo da oggi, non ci ritroveremo a rendere omaggio definitivo ad Alan Turing commentandone la lungimiranza assieme a un agente software. Nel frattempo possiamo mettere alla prova la sua macchina anche grazie all’immancabile doodle di Google. O seguire le sue orme di decrittatore provando a risolvere il codice segreto di Wired.