Variegato e malleabile, il fronte Linux avanza anche in ambiti sofisticati, oltre che di pubblica utilità. Progetti di alto livello che includono intanto l’avvio dei lavori per una nuova versione di Security-Enhanced Linux. Ennesima operazione avente come obiettivo di fondo quello di aggiungere al sistema nudo e crudo funzioni dalle buone potenzialità commerciali. La beta di prossima diffusione mira infatti al mondo imprenditoriale, offrendo un installer grafico e soprattutto nuove opzioni di sicurezza approntate sul sistema rilasciato tempo fa dalla National Security Agency (NSA). Tipicamente, i due partner dell’iniziativa, Open Source Development Group e Westcam, prevedono di vendere copie della distribuzione finale a business di ogni grandezza e settore, con l’auspicabile aggiunta di servizi di supporto e consulenza ad hoc. L’importanza del pacchetto, nello specifico, sta nel fatto di porsi come primo prodotto derivante dalle modifiche apportate al sistema open source dalla NSA, modifiche da questa ridiffuse liberamente all’inizio del 2001. Un progetto che da allora ha riscosso parecchio interesse, visto il ruolo svolto dalla stessa NSA come agenzia governativa responsabile per la tutela dei sistemi di comunicazione dell’intero paese, nonché per le possibili intrusioni in quelli altrui.
Tuttavia l’iniziale supporto per un software di sicurezza open source non ha trovato grande seguito all’interno dell’agenzia. Né sono valsi a qualcosa i solleciti del Cyberspace Policy Institute, entità di ricercatori accademici con base presso la George Washington University, per la costituzione di un gruppo dedito allo sviluppo di una vera e propria distribuzione basata su SE Linux. È così che, approfittando del nel gap rimasto aperto, si è lanciata la Westcam, i cui dirigenti hanno ribadito la volontà di mantenere aperti i sorgenti di ogni ulteriore aggiunta al sistema operativo. “Non stiamo cercando di infilarci alcun elemento proprietario, ” ha chiarito il fondatore dell’azienda Mark Westerman. “È nostra intenzione realizzare una distribuzione completamente open source.” Nel complesso, un progetto non da poco: integrare Linux con migliorie architettoniche di livello militare ed opzioni super-sicure. Tra queste spiccano i ‘mandatory access controls’ basati su una tecnologia sviluppata dalla Secure Computing Corp. Si tratta in pratica di limitare le capacità di un programma nell’accesso ad applicazioni e banche-dati, sulla base dei diversi livelli delle strutture gerarchiche — funzione essenziale nei sistemi informatici militari per esser certi che le informazioni riservate rimangano tali.
Altro settore vitale in cui Linux va conquistando spazio è quello dei servizi d’emergenza, il 911 statunitense (corrispondente al 113 italiano). Pur affidandosi in generale a macchine Unix e Windows, svariati dipartimenti di polizia e ambulanze di pronto soccorso hanno invece optato per Linux. È ad esempio il caso dell’intera Washington County, in Utah, i cui sei computer cui era affidata la gestione dei dispacci alle pattuglie della polizia giravano su Windows 95 e finivano per subire ‘crash’ pressoché giornalieri. Motivo per cui i responsabili dei sistemi informatici locali hanno optato per il passaggio a Red Hat Linux, con un’affidabilità di gran lunga migliore. Lo stesso accadrà quanto prima per il sistema di comunicazione interno relativo alle carceri e ai vari uffici di polizia. In realtà Linux — pur rivelando ancora una volta doti essenziali quali economicità, affidabilità e versatilità — appena ora entra in lizza in questo settore per il semplice fatto che in genere gli operatori lasciano fare direttamente ai produttori informatici. “Non esiste alcun motivo per non girare su Linux,” sostiene Jerry Hotho, manager presso Geac Public Safety, rivenditore di software per i sistemi del 911, “ma finora non ne abbiamo installato neppure uno.”
Cresce tuttavia il numero di clienti che lo richiedono specificamente. Oltre a quanto sopra, lo ha fatto la città di Bloomington, in Indiana, la cui ricerca di un nuovo sistema per i dispacci in loco puntava espressamente su una nuova versione del sistema open source, tramite il quale già operava efficacemente fin dal 1999. Purtroppo, spiega Rick Routon, manager del gruppo operativo cittadino, i rivenditori interpellati insistevano invece per un qualche upgrade di Windows e Unix, finché la Logistic Systems del Montana si è decisa a lavorare sull’aggiornamento di quella versione di Linux. Il passaggio sembra funzionare bene, considerando altresì che il centro-dispaccio di Bloomington opera 24 ore su 24, gestendo tutte le chiamate urgenti dirette a polizia, ambulanza, vigili del fuoco relative all’intera Monroe County — per un totale di 85.000 abitanti e oltre 7.000 telefonate l’anno per il solo pronto soccorso.
Analogo il percorso seguito dalla cittadina di Chappaqua, non lontana da New York City e la cui notorietà è dovuta alla presenza tra i 15.000 residenti dei coniugi Clinton, l’ex-presidente Bill e l’attuale senatore Hillary. Ebbene, anche qui la società nonprofit cui è affidato il servizio di ambulanze recentemente è passata da Windows a Linux per la gestione del sistema di comunicazione. Decisione finora pienamente riuscita e dovuta alla volontà dei programmatori locali che mantengono tale sistema, come spiega Warren Hart, tecnico non stipendiato che assiste il team di emergenze mediche: “Ci hanno detto, ‘funziona, è affidabile, e non dobbiamo pagar nulla.”