Senza api, niente cibo. L’acaro classificato significativamente come Varroa Destructor non lo sa e se ne approfitta attaccando gli alveari italiani come mai ha fatto prima. Per nostra sfortuna esistono svariati prodotti chimici più che adeguati per salvare i preziosi sciami da questa terribile minaccia e dalle sue conseguenze batteriche, ma i residui li ritroviamo tutti nel miele che poi mangeremo, in particolare per il miele d’importazione, dove i severi controlli dell’Unione Europea diventano meno efficaci.
Crolla così anche un mito a cui eravamo affezionati, considerando il miele uno degli alimenti più sani e salutari mai conosciuti. Se è vero che viene considerato come un antibiotico naturale, è ormai altrettanto vero che stare attenti alla provenienza è prioritario, per non sostituire l’effetto naturale all’effetto sempre antibiotico, ma dovuto a tutti i prodotti sintetici spruzzati sui preziosi insetti per evitarne la precoce moria.
Il progetto 3Bee propone un sistema di telecontrollo dell’alveare, dotato di sensori che permettano di monitorare diversi parametri. Temperatura e umidità, per esempio, consentono di rilevare lo stato di salute complessivo dell’alveare, ma anche un sensore di peso terrà sott’occhio l’incremento ponderale consentendo di verificare la produttività, le necessità di sovralimentazione o i gravi incidenti in corso all’alveare.
Una seconda tornata di sensori tiene d’occhio eventuali malattie e virosi controllando la qualità dell’aria, la quantità di ossigeno e quella di anidride carbonica. Perfino il tipico ronzio dell’alveare è tenuto sotto controllo da microfoni ottimizzati per rilevare un arco di frequenze comprese tra 50 e 600 cicli al secondo, che costituiscono i segnali da cui si può comprendere perfino se sta nascendo una nuova regina.
La tipologia del nettare bottinato dallo sciame è invece prevedibile utilizzando sensori dello spettro luminoso, che dai cicli di alba e tramonto e dalla luminosità ambientale consentono di capire perfino la fioritura che costituirà la tipologia di miele prodotto.
L’idea dei tre italianissimi Niccolò, Riccardo ed Elia è anche completare il tutto con un cloud in cui i dati rilevati sul campo da una scheda a microcontrollore, adeguatamente dotata della necessaria elettronica di contorno, siano raccolti ed analizzati ad uso dell’apicoltore, ma anche a garanzia dell’acquirente che potrà così acquistare il miele dal proprio apiario preferito, sulla base di sapore e qualità certificati dal sistema.
L’obiettivo è cominciare a installare i primi cento apiari supertecnologici, valorizzando così il made in Italy. Fino a oggi si sono autofinanziati. Vogliamo dargli una mano?