Ricapitoliamo. Alla luce dell’accordo raggiunto tra Microsoft e il governo americano, l’utente di computer potrà trovare, all’accensione della macchina, come browser Netscape, il servizio AOL Instant Messenger e come lettore di file video e audio, RealPlayer.
Questo perché nell’accordo si prevede anche che Microsoft renda di pubblico dominio le interfacce software che permetteranno agli altri editori di lavorare sul sistema operativo Windows.
Rick Belluzo, vicepresidente Microsoft, in un’intervista rilasciata alla Reuters ha confermato che saranno prese decisioni nelle prossime settimane sui cambiamenti da apportare a Windows XP, anche se non ha precisato quali.
Scelta che arriva dopo che la stessa azienda aveva riconosciuto di dover apportare modifiche al nuovo sistema operativo per conformarsi al testo sottoscritto in sede giudiziaria.
Dunque, tutto risolto?
Gli analisti sono scettici e per alcuni “i cambiamenti su XP saranno minimi”, talmente insignificanti che l’utente non si accorgerà delle differenze.
“Ci potranno essere più varietà sulla scrivania di Windows – dichiara Matt Rosoff, analista specializzato su Microsoft – Ma non si vedrà una forte crescita nella personalizzazione da parte dei fabbricanti di computer, perché questo costa caro”.
In soldoni, l’utente finale (colui che acquista un computer, ad esempio, con Windows XP come sistema operativo) difficilmente potrà scegliere cosa farsi installare e cosa no e non ci saranno diverse versioni di Windows in vendita.
Per il costruttore di computer, costerà sempre meno acquistare il pacchetto Microsoft e installarlo, piuttosto che iniziare a togliere e mettere software, tanto più che tutto quello che toglie da Windows lo ha comunque pagato.
Inoltre, se è vero che l’accordo impedisce a Microsoft di forzare i fabbricanti a utilizzare “esclusivamente” i suoi prodotti integrati nel sistema operativo, dall’altro lato non impedisce all’azienda di continuare ad aggiungere nuove funzionalità.
“Voglio vedere Dell aggiungere i servizi di connessione di AOL piuttosto che il browser Netscape – spiega George Godfrey di ABN Amro – e togliere le funzioni di Internet Explorer su ogni Pc che fabbrica”.
L’accordo, poi, non menziona per nulla la nuova strategia Microsoft.Net e soprattutto il punto dolente rappresentato da Passport, il sistema di autenticazione unico dell’utente per poter accedere a tutti i servizi online di Microsoft, criticato dalle associazioni di difesa della privacy e dei diritti civili.