Dopo avere chiacchierato attorno all’edizione 2013 di Google I/O, ecco qualche parola sull’ancora recente WWDC di Apple, occasione annuale di presentazione dei nuovi prodotti della casa di Cupertino.
Anche qui le novità degne di questa qualifica non sono state moltissime. Oppure, man mano che invecchio, sto forse diventando sempre più esigente e mi attendo progressi più eclatanti di questi.
Certo, non sono stati solo snocciolati dati di vendita, nelle quasi due ore di presentazione che Apple ha tenuto a pubblicare anche su YouTube e non solo sul proprio sito.
È stato aggiornato il look di iOS, con icone “piane” e colori più tenui in vista della prossima versione, la numero sette. È stato annunciato un nuovo servizio, iTunes Radio, per ascoltare musica in streaming. Ora le applicazioni si possono aggiornare in automatico ed è possibile accedere ad un Control Center per l’abilitazione di Wi-Fi, Bluetooth ed altro in modo più semplice di adesso, senza passare per le impostazioni. Sono stati adottati nuovi font eccetera.
Anche da Apple mi aspettavo sinceramente qualcosa di più in termini di innovazione e creatività. Tutto utile e benvenuto, ma – come dire – non sposta gran che.
Per non parlare del dibattito e delle lamentele intorno alle scelte di Apple che avrebbero semplicemente “copiato” le caratteristiche di Android e precisamente di Jelly Bean 4.2.2, adattandole al framework tipico di iPhone. Un esempio per tutti Steven J. Vaughan-Nichols su ZDNet:
Penso che [iOS 7] sia un lavoro di copia derivata non solo di Android, ma di quasi ogni altro sistema operativo mobile principale sul mercato. […] Come dice il mio collega Wayne Rash, speravo davvero di vedere qualcosa di nuovo, non solo di nuovo per Apple.
Sembra non si possa avere un’informatica senza polemiche e guerre di religione. Obiettivamente però il processo di avvicinamento delle due piattaforme è iniziato da tempo e, indipendentemente dal linguaggio, iOS ed Android mettono a disposizione degli sviluppatori strumenti che tendono ad avvicinarsi l’uno all’altro. Non vorrei che ci trovassimo all’inizio di una fase di stallo o comunque di crisi di idee, perché di evoluzione ne serve ancora molta in questo campo. Puntiamo su aggiornamenti futuri.