L’arte che si conforma alla propria epoca e segue lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, per compiacere la massa, è noiosa. Se al contrario scuote gli stereotipi e destabilizza i pregiudizi, porta valore aggiunto.
Lo penso reduce da Bologna all’indomani di Artelibro, fiera del libro d’arte. Si è portati a immaginare una manifestazione un po’ polverosa, di addetti ai lavori, di un altro tempo. Invece il pubblico appariva composito, di tutte le età e a una occhiata superficiale di tutte le estrazioni.
Vengono in mente articolesse dedicate alle generazioni più giovani che si vogliono non dedite alla lettura, non appassionate ai libri, che solo le sirene digitali possono incantare e poi si ci trova davanti ad Arianna Fantin, che opera tra l’Italia e Berlino e i libri li cuce.

Il filo di un discorso artistico si fa pagina di testo cucito.
Se si parla di libro d’arte, con un piano dedicato ai venditori di volumi da collezione, l’istinto fatica ad associare la nozione con il mondo degli ebook, antitesi di unicità e collezionismo. Mentre l’occhio coglie gli otto iPad a libera consultazione, contenenti app e libri digitali a tema.

Libri d’arte ad Artelibro, di atomi e di bit.
A conciliare la caccia al volume d’epoca con l’epoca apoteosi della riproducibilità pensa la venuta alla mente del fulminante Munari del Manifesto del multiplo del 1967:
Il multiplo si colloca all’incrocio tra creazione artistica e produzione industriale. Savalguarda la totalità della prima, mentre beneficia delle possibilità illimitate della seconda.
Pane per riflettere davanti ad Attraverso il bosco di Piri Piri Atelier, che ha scavato i fogli di carta e le assicelle di legno per dare al proprio lavoro una profondità diversa. Non ha usato il fuoco o il seghetto, come sarebbe successo a un artigiano, ma il laser. Perché il libro, anche se d’arte, chiede riproducibilità.

L’intrico tra i rami si fa fisico nel legno e nella carta.
Visioni isolate di una manifestazione che ha meritato il viaggio e ultima considerazione verso l’arte, che ha ancora un altro modo di rendersi utile inteso come anticipare percorsi futuri o immaginarne di possibili. Perché questo oggetto chiamato libro ha perso tante certezze secolari, ma dimostra una capacità vitale formidabile.