Ogni due anni Canonical rilascia una versione LTS di Ubuntu. L’acronimo sta per Long Term Support e indica una versione supportata sul lungo periodo: solitamente cinque anni, rispetto ai diciotto mesi delle release semestrali.
In sostanza le LTS sono versioni pensate per essere meno sperimentali ma assolutamente più stabili e compatibili con una più ampia gamma di hardware; in altre parole, se non siamo sicuri di come il nostro PC possa accogliere il sistema operativo open per eccellenza, affidarci ad una LTS ci dà maggiore tranquillità.
È giunto il momento della nuova LTS (versione 14.04) chiamata come sempre con il nome di una bestia bizzarra (Trusty Tahr, il tahr affidabile) che andrà a sostituire la precedenze release di lungo termine risalente all’aprile 2012. ZDNet ne parla bene dal punto di vista della stabilità:
Per quanto non vi siano nuove sensazionali e irrinunciabili funzioni in Ubuntu 14.04, vale la pena di aggiornare anche solo per avere la versione Long Term Support più recente, con kernel e applicazioni a uno stadio di evoluzione più aggiornato.
C’è un aspetto che però rende questa notizia più gustosa rispetto alle altre volte: infatti il caso ha voluto che a questo giro il rilascio della nuova Ubuntu coincida sostanzialmente con il pensionamento della più longeva tra le versioni di Windows, ovvero XP. Di articoli (alcuni fin troppo allarmistici) su una sorta di nuovo millennium bug (ve lo ricordate?) che avrebbe colpito quasi tutti gli sportelli ATM/Bancomat del mondo, ne sono usciti già molti quindi non mi dilungo. Fatto sta che in effetti, nonostante l’avvento di Vista, Windows 7 e Windows 8, sono ancora moltissimi i computer che montano XP e da oggi risultano scoperti dal punto di vista degli aggiornamenti di sicurezza (che Microsoft non rilascerà più).
Se vogliamo escludere quella del continuare ad usare un sistema operativo esposto a pesanti rischi di sicurezza e stabilità, non rimangono molte opzioni: o si passa ad una versione successiva di Windows, con i relativi costi di licenza e i relativi problemi di compatibilità con macchine non proprio nuove e performanti, o si coglie l’occasione per fare un salto più radicale verso un sistema operativo open.
Non a caso alcune associazioni dedicate alla promozione del software libero in Italia hanno approfittato per lanciare alcune meritorie iniziative di informazione e sensibilizzazione sulle opportunità fornite dalla migrazione. Possiamo citare a titolo di esempio l’AViLUG di Vicenza con il sito XPocalypse, l’Associazione GNU/LUG Perugia con il convegno Ti presento il software libero dell’8 aprile, l’associazione ligure Govonis con la due giorni Addio caro buon vecchio Windows XP del 18 e 19 aprile (in collaborazione con il Comune di Spotorno).
Ricordiamoci che Ubuntu è solo una delle opzioni; di distribuzioni basate su kernel Linux che possono egregiamente sostituire XP senza traumatizzare il neofita ce ne sono molte: Mint (di cui abbiamo parlato qualche mese fa), Fedora, OpenMandriva. Ma non solo: esistono anche Chrome OS (sostanzialmente per attività di navigazione online), il suo succedaneo Cr OS Linux e Android che ultimamente si sta affermando anche nel mondo desktop.
Orsù, non abbiate paura, sperimentate nuove strade: in fondo Linux lo state già usando senza saperlo.
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