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I plugin sono morti, viva gli standard aperti

20 Luglio 2012

I plugin sono morti, viva gli standard aperti

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La prova definitiva che il vecchio assetto dell'informatica non tornerà è l'estinzione delle estensioni proprietarie.

Chi ricorda l’informatica del passato dominata da monopoli e appiattita sull’assenza di alternative, e teme o spera che questo passato possa tornare, concluderà che la cosa è impossibile dato il progressivo abbandono dei plugin.

Focalizziamoci per un istante sul solo Web e invece consideriamo una definizione allargata di plugin, tipo modifica unilaterale delle tecnologie di infrastruttura mirata a garantirsi un vantaggio di posizione. In altre parole, interesse privato in ambito collettivo.

Netscape cercò per prima di estendere la sintassi HTML in modi che certo giovavano a tutti, ma privilegiavano il proprio browser. Tecnica che Microsoft applicò potentemente attraverso le estensioni di FrontPage, a favorire un Web dipendente tanto da FrontPage quanto da Internet Explorer.

Poi fu la volta dei plugin veri e propri, su tutti Flash di Macromedia prima e Adobe successivamente. È agevole constatare come siano state tutte azioni di occupazione di spazi tecnologici da pilotare in modo da guadagnare vantaggio competitivo ed escludere la concorrenza.

Fu per caso Apple a segnare la fine dell’epoca dei plugin, con i famosi Pensieri su Flash firmati da Steve Jobs?

New open standards created in the mobile era, such as HTML5, will win on mobile devices (and PCs too). Perhaps Adobe should focus more on creating great HTML5 tools for the future, and less on criticizing Apple for leaving the past behind.

Certamente no. Semmai Apple vide in anticipo la situazione odierna. Nella quale ciascuna azienda cerca comunque di guadagnare posizioni più favorevoli rispetto alle altre, ma tutte sono per lo meno sedute attorno a un tavolo, a garanzia che la prova di forza di chi getta in campo la propria tecnologia sperando di sorprendere sul tempo gli avversari non sia più oggi una tattica praticabile. HTML5, per quanto complicato e combattuto, diventa sempre più uguale per tutti.

Quando il campo di gioco è definito, nessun giocatore può imporre regole proprie né cambiarle da solo senza rispetto per l’altra metà campo. E questa condizione porta alla possibilità di competere, quindi alla diversità, quindi alla pluralità di scelta.

Vinca il migliore. Per lo sviluppo della Rete e, in ambito più ampio, dell’informatica personale, è l’augurio più propizio.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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