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Sono già connessi i nostri nuovi concittadini

26 Luglio 2011

Sono già connessi i nostri nuovi concittadini

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Chi sono e che cosa fanno in rete i migranti che vivono nel nostro paese? Una fotografia "dal basso" a partire dalle recenti ricerche Eurisko e Bocconi

Paule Renèe Etogo lavora in banca ma nel tempo libero è anche una delle voci di una radio sul web. Quando parla un’intera comunità ascolta. Paule è una delle anime di Asterisco Radio, la prima web radio multiculturale in Italia a essere realizzata esclusivamente da stranieri. Ogni giorno in Italia vengono irradiati decine di programmi fatti da immigrati. C’è Roman Krlo su Radio Onda d’Urto per la comunità rom, Vivara su Vivara News per quella dello Sri Lanka. E Tining Sa Itaas, trasmissione religiosa per la comunità filippina. Poi ci sono programmi per stranieri e italiani, ponti interculturali come Babel Latinoamericando su Maximanet. D’altronde gli immigrati si aggregano in rete. Identità molto lontano dalla semplice virtualità.

Integrati e connessi

La recentissima indagine dell’Eurisko sui consumi dei migranti fotografa una popolazione integrata, che risparmia e che è connessa. Anche meglio e più degli italiani. In questa ultima indagine l’istituto di ricerca si è focalizzato su sei principali gruppi etnici: rumeni, nordafricani, ucraini, cinesi, filippini e latinoamericani. Dalla fotografia emerge come questi «italiani dell’altro mondo» diano un contributo molto rilevante all’economia nostrana, in termini di forza-lavoro e fatturato. Sono immigrati 10 dipendenti su 100 e ben 3.5 su 100 sono imprenditori. Pagano alle casse previdenziali 7 miliardi e mezzo di euro di contributi e dichiarano un imponibile di 33 miliardi di euro. Anche le meno recenti ma molto significative  elaborazioni Censis su dati Istat raccontano un Paese già di fatto multicolore: per la prima volta l’incidenza degli immigrati in Italia (7%) è superiore alla media europea (6.2%). Vive da noi uno straniero ogni 14 abitanti. E alcune etnie sono fortemente rappresentate: in testa i romeni (quasi 800.000), seguiti da maghrebini (oltre 650.000) e albanesi (sfiorano le 500.000 unità).

Un’integrazione economica e sociale che viene supportata dalle nuove tecnologie. «La Rete aiuta all’integrazione, ma bisogna fare un distinguo per fasce sociali», afferma Augustin Mujyarugamba, presidente dell’Aipea, associazione di imprenditori e liberi professionisti nata e operante in Lombardia. Aipea conta oltre duecentocinquanta imprese di immigrati. Emerge una imprenditorialità crescente favorita dalle nuove tecnolgie. Mujyarugamba, arrivato in italia nel 1989 e laureato in ingegneria all’Università di Pavia, precisa che tra gli immigrati coloro che hanno un reddito basso riescono ora a accedere alle informazioni grazie alla Rete. «Gli immigrati comunicano con più facilità verso l’esterno della propria comunità grazie al virtuale. E gli strumenti tecnoologici hanno favorito una maggiore comunicazione anche con la comunità d’origine. Skype, posta elettronica e le nuove offerte di comunicazione mobile degli operatori telefonici ne sono un valido esempio», chiosa Mujyarugamba.

Contatto e differenze

Le comunità degli stranieri e dei nuovi cittadini che si auto-organizzano in rete, accendendo nuovi media, ha spinto anche l’Università Bocconi ha interrogarsi sul fenomeno. Media strategicamente importanti. Così è nata la ricerca sulle web radio delle varie diaspore presenti nell’area metropolitana milanese, nella quale il 13% dei residenti è straniero. «I promotori principali di queste web radio sono rappresentati dalle associazioni. È nel mondo dell’associazionismo che queste iniziative hanno origine». afferma Francesco Pasetti del Centro Ask dell’Università Bocconi, autore della ricerca con Paola Dubini, direttore dello stesso centro. «Internet è il mezzo privilegiato per raggiungere parte della propria comunità di riferimento dislocata in altre nazioni o continenti. Si va dal bisogno di mantenere un contatto con la terra d’origine alla necessità di dare una rappresentazione diversa della propria comunità. Sono canali che coprono così un vuoto dell’offerta mediatica tradizionale, ancorata a pregiudizi e stereotipi», conclude Pasetti.

Media trasnazionali, espressione dello spirito glocal. È il caso della già citata Asterisco Radio, canale che ha l’obiettivo di mettere un asterisco sull’informazione legata ai temi dell’immigrazione, una puntualizzazione per spiegare questo mondo, una sorta di nota a piè di pagina. Nata nel 2003 a Bologna, Asterisco Radio trasmette in streaming tutto il giorno utilizzando di prevalenza la lingua italiana, anche se ci sono inserti in francese, cinese, spagnolo. E, sorpresa, il target non è soltanto composto da immigrati. Trasmissioni di servizio. Dal virtuale al reale: incontri pubblici con la questura e altri soggetti legati ai servizi cittadini.

Figli dell’immigrazione

Non solo le web radio danno voce a queste comunità integrate. Si moltiplicano i blog dei «figli dell’immigrazione», come amano definirsi. È il caso di Jaska, studente che fa parte della Rete G2, geolocalizzato in Umbria e precisamente a Perugia, uno dei punti nevralgici dell’intercultura: qui ha sede l’università per stranieri. Nel suo diario online su Non fare l’indiano!, Jaska in modo tagliente racconta la sua vita. C’è poi Lubna Ammuone, ragazza milanese di origine siriana, studentessa di farmacia. Scrive su Yalla Italia e sul blog di Vita, portale del terzo settore. Queste esperienze iniziano a essere così strutturate che si creano i primi consorzi: accade nella virtuosa Emilia Romagna, grazie alla Rete Mier, formata da nove testate nelle quali l’immigrato diventa produttore di informazione. «L’obiettivo è di diventare un interlocutore unico per enti pubblici o privati cittadini, per conoscere il mondo della comunicazione fatta da stranieri e per gli stranieri», afferma il segretario generale del Mier Faustin Akafack, imprenditore e mediatore culturale, nato in Camerun e arrivato in Italia dieci anni fa.

Voci ma anche volti. Si mobilitano da tempo anche le web tv, distribuite prevalentemente nel Nord Italia. È il caso della web tv sull’interculturalità Crossing tv. Informa, aggrega, intrattiene. Una web tv delle nuove generazioni, o precisamente delle «seconde generazioni dell’immigrazione», creatura di Silvia Storelli. Questa web tv dedicata all’intercultura ha un team con dodici nazionalità rappresentate e una sede offerta gratuitamente dalla Cineteca del Comune di Bologna. «L’interculturalità non può prescindere dal dialogo con i cittadini autoctoni. E oggi questi giovani rivendicano il loro status di non-immigrati. La nostra è anche una battaglia sui termini», precisa Storelli.

Oltre gli stereotipi

Una delle esperienze emergenti è Look-out. Due redazioni, una a Milano e l’altra a Roma. E poi una rete di collaboratori in tutto il mondo. In Look-out, web tv ideata e diretta da Claudio Martelli, giovani immigrati di prima e seconda generazione, rifugiati politici e italiani collaborano insieme per videoraccontare l’immigrazione. Obiettivo dichiarato sin dal suo esordio è quello di raccontare l’Italia di oggi con uno sguardo che va oltre gli stereotipi e le generalizzazioni, analizzando le esperienze dell’immigrazione. Circa dieci video alla settimana caricati sulla piattaforma per un pubblico in Rete che arriva anche da molto lontano: Germania, Inghliterra, Francia, Camerun. Hanno le idee chiare i ragazzi. «Da come maneggeremo l’immigrazione, raccontando i 5 milioni di stranieri che tumultuosamente hanno intrecciato le loro vite a quelle di 55 milioni di italiani – dipenderà buona parte del nostro futuro», affermano con orgoglio.

La voglia di comunità e di integrazione arriva addirittura alla creazione di una web tv di condominio che incentiva gli scambi tra culture diverse, in un’area a forte insediamento di comunità straniere. Nasce così R-Nord channel, televisione via cavo a circuito chiuso e trasmessa anche sul web. Il progetto è ancora in fase di start-up. È promosso dal Comune di Modena insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il palinsesto (in fase di lancio) prevederà a regime un notiziario di condominio, un forum online e la realizzazione del format “Ritratti”, dove verranno intervistati i cittadini che vivono o lavorano nel condominio.

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