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Ricco questo network è per te

04 Febbraio 2009

Ricco questo network è per te

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Arriva l'ennesimo social network. Ma la differenza, questa volta, è che per esservi ammessi servono tre milioni di dollari pro capite

Va bene. Sottostimati sottostimati, siamo arrivati a un miliardo, un miliardo e mezzo di utenti Internet. Un “zacco di gente”. Come dicevano gli americani molto wasp, nelle loro belle villette suburbane con lo steccato bianco, there goes the neighborhood (si svacca il quartiere) all’arrivare di persone di ceto non all’altezza, ma economicamente propulse in avanti dall’ondata di benessere economico degli ani ’50 e ’60.

E così, there goes the neighborhood anche su Internet, diciamolo. Quanta brutta gente ormai naviga in rete, altro che i bei tempi passati quando eravamo prima tutti nerd o geek “doc”; comunque di un livello culturale al di sopra di ogni sospetto e (visto quanto costavano i computer fino a qualche anno fa) in genere di un livello socio demografico se non elitario comunque rispettabile.

Eh, no. Siamo una varia umanità, si è democratizzata la Rete e sono arrivati cani e porci. Brutta gente. Arrivano a frotte anche su Facebook, su MySpace, su Netlog. Persino A Small World, a guardar bene, ha la sua quota di persone al di sotto di qualche sospetto – dato che quello che dovrebbe essere un network elitario, grazie alla mancanza di rigore da parte di alcuni dei suoi membri, ha lasciato passare persone non all’altezza.

Medio non è gradito

Ben venga allora, in pieno stile country club, un nuovo social network: Affluence, un luogo sicuro dove davvero, veramente, troveremo gente come noi, ben selezionata, cui potremo tranquillamente lasciar portare nostra figlia al ballo delle debuttanti. Il concetto è il più classico e collaudato: si entra solo se si ha un portafoglio certificato a cinque stelle.

Per fare questo è obbligatorio certificare un reddito di almeno 300.000 dollari o un patrimonio (se si vive di rendita) di 3 milioni di dollari (se gli mando il mio 740, andrà bene?). In alternativa occorre la raccomandazione di almeno cinque membri del club, che si fanno garanti. Qui però, lo sappiamo, potrebbe cadere l’asino: basta qualche mela marcia che garantisce per persone simpatiche ma indigenti e… there goes the neighborhod again.

È quindi presumibile, almeno nel medio periodo, l’introduzione di tecniche biometriche di verifica dell’effettivo status dei membri commessi. Tra le varie opzioni possibili, l’obbligatorietà dell’uso della webcam – interfacciata con un sistema di analisi delle immagini (tipo quelli antiterrorismo messi negli aeroporti) che individuando ad esempio la marca di orologio, la gioielleria indossata o analizzando stile, gusto (e prezzo) dell’arredamento della stanza che si intravede sullo sfondo possa certificare in modalità Artifical Intelligence che sei davvero tanto ricco quanto affermi di essere.

Per gli happy few ammessi al club di Affluence ci saranno poi vantaggi addizionali oltre a quelli intrinseci del networking di alto livello: ad esempio un “portiere virtuale” ci assisterà nell’individuare negozi, alberghi, eventi giusti per noi (un po’ sul modello di Quintessentially).

Scommettere sui ricchi

Non c’è dubbio che anche in un momento di economia instabile esista un mercato per i very affluent e che quindi nascano servizi e prodotti per quel target, ormai stufo di dilapidare soldi in auto, aerei e navi – nessuno dei quali usabili in modalità digitale. In questa direzione va anche la notizia che Nokia, dopo aver accettato l’insuccesso nel difficile mercato giapponese, riparte all’attacco con Vertu , la sua linea di cellulari di lusso.

Ma riparte non solo con telefonini ingioiellati e costosi (qualche migliaio di euro per stare su quelli entry level), ma anche sul fronte dei servizi ,creando il primo operatore virtuale di telefonia mobile nel paese del Fujiama. Un operatore telefonico caratterizzato da un orientamento premium price su clienti di alto livello, che non si limiterà a dare connettività ma offrirà anch’esso un servizio di concierge per aiutare i clienti a spendere al meglio i loro abbondanti soldi.

Sarà. Anche se queste iniziative sono un passo nella giusta direzione, non mi sembrano ancora sufficientemente discriminanti, sufficientemente elitarie per attirarmi. Per questo ho preso la decisione di fondare un mio proprio social network, chiuso al pubblico, dove ammetterò solo me, per essere sicuro. E poi me ne disiscriverò, vista (citando Groucho Marx…) la brutta gente che lo frequenta.

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