3 ebook a un prezzo eccezionale! 🚣‍♀️

Solo per un weekend: da venerdì 19 a lunedì 22 aprile.

Approfitta dell'offerta
Home
Googleless Life

09 Aprile 2015

Googleless Life

di

Un'esperienza concreta di switch. Lasciare i servizi di Mountain View per quelli di un'altra grande multinazionale è possibile.

Andarsene da Google può essere anche relativamente semplice. Non lo avrei mai pensato ma ora, ad un mese e mezzo dallo switch, posso tranquillamente dire che la vita procede regolarmente senza contatti con il colosso di Brin e Page.
Bisogna ammettere che Google mette a disposizione tutti gli strumenti necessari alla gestione del proprio account, anche nel momento in cui si inizi a smettere di usare i suoi servizi. E questo certo merita un plauso.
La base è comunque farsi una copia di tutto quello che abbiamo dato a Google nel corso del tempo. Io ho scoperto che il mio malloppo ammontava a oltre venti gigabyte di dati. Bisogna quindi andare nelle impostazioni dell’account e effettuare il login. Alla voce Strumenti Account/Scarica dati è possibile richiedere a Google i propri dati. Il sistema impiegherà qualche ora e poi manderà una mail con i link agli archivi da scaricare. L’operazione dura qualche ora/giorno ma alla fine potrete scaricare dai loro server tutto quello che vi avete caricato. Dice Google:

In genere non ci si preoccupa di verificare se si riesce a esportare i propri dati da un prodotto finché si decide che non si desidera più utilizzare il prodotto. Per questo motivo ti invitiamo sempre a porti le tre domande seguenti prima di iniziare a utilizzare un prodotto in cui verranno memorizzati i tuoi dati: Posso esportare i miei dati in un formato aperto, interoperativo e portatile? Quanto mi costerà esportare i miei dati? Quanto tempo mi servirà per esportare i miei dati? Le risposte ideali a queste domande sono: Sì. Niente di più di quanto sto già pagando. Il meno possibile.

Successivamente è possibile iniziare a svuotare gli archivi. Io ho eliminato tutto, dalle cronologie delle ricerche a tutto quanto era possibile. Ho solo, inizialmente, lasciato la mail su Gmail intatta.
A questo punto sono passato dall’altra parte che, nel mio caso, è stata Microsoft. Ho quindi attivato un nuovo account Microsoft e su esso ho caricato anche la licenza di Office 365 Home con il quale riesco a coprire tutte le mie esigenze e quelle della mia famiglia (all’interno vi è la possibilità di avere cinque account separati ognuna con un terabyte di disco di disco e due licenze di Office). L’obolo di 99 euro/anno mi è parso più che onesto per passare da merce a cliente e considerando quello che ricevo in cambio. Con una promozione ho poi esteso il mio account a OneDrive Unlimited.
A questo punto sono passato a Gmail dove ho esportato tutti i contatti in formato CSV. Ho poi configurato Gmail per effettuare il forward delle mail a Outlook.com e la cancellazione istantanea delle stesse (impiegherò varie settimane per passare tutte le mailing list da una mail all’altra). Sono quindi passato ad Outlook.com dove ho importato i contatti e ho aggiunto il mio account Gmail per il tempo necessario a copiare tutte le mie vecchie email da Gmail. Terminata l’operazione, ho eliminato tutte le email da Gmail lasciandolo vuoto.
Il passo successivo è stato abbandonare il telefono Android e sostituirlo con un Lumia 730 Microsoft (mi serve un Dual SIM e questo era il migliore che potessi avere con Microsoft). Ho quindi attivato il telefono con l’account Microsoft precedentemente creato. I contatti sono arrivati direttamente via Outlook.com senza dover inserire alcun account di Google (cosa che assolutamente non volevo fare). Posso dire che il Windows Phone Store non ha assolutamente la ricchezza né la qualità di Google Play ma che, nel mio caso, penando solo un po’ ho trovato tutto quello che usavo su Android anche se, talvolta, ho dovuto prendere qualche applicazione di terze parti al posto di quelle ufficiali. Ho poi caricato sul nuovo terminale i programmi relativi al mio cloud privato (su un Synology) e di quello aziendale.
Bene. Ho quindi provveduto a disinstallare Chrome da tutti i miei computer, così come tutti i programmi di derivazione Google. Ho caricato la mia musica su OneDrive (precedentemente era su Google Music) e ho sostituito l’abbonamento a Google Music Unlimited con uno a Xbox Music.
In ultimo ho abilitato sul browser una gestione dei cookie più accorta e ho bloccato tutti i cookie provenienti da Google e dai domini delle aziende ad esso associate. In ultimo ho cambiato il puntamento a Bing come motore di ricerca.
Tutto questo mi è costato un paio di giorni buoni considerando i vari tempi morti e il fatto che, nel frattempo dovevo lavorare.

E ora come va?

Beh… Outlook va bene, ma non è GMail. Bing va bene, ma non è Google. OneDrive è equivalente a Google Drive (tranne il fatto che è più integrato con Windows e il client non manda la CPU al 100 percento per motivi ignoti come quello di Google Drive), il vantaggio è che ho dieci terabyte al posto di quindici gigabyte e dei termini di servizio più rassicuranti. Windows Phone va bene, decisamente meglio di Android (e questa è stata davvero una scoperta. Al momento attuale non ho nulla che mi faccia rimpiangere Android). Office 365 e la sua controparte web, beh, sono il top e Google qui ha molto da imparare.
Tutto questo per dire che i servizi di Google sono davvero eccellenti e che passare ad altro ha certamente dei lati negativi a cui bisogna adattarsi (anche se la concorrenza ha i suoi punti di forza). C’è chi mi ha detto che con Bing non avrei trovato nulla (vero, Stefano Zanero?). Non è così. Ha pecche evidenti, come quella di non poter essere forzato in https dalle impostazioni e un sacco di piccole grandi comodità che Google invece mette a disposizione; i risultati talvolta sono meno precisi, ma certamente fa il suo lavoro senza perdere colpi (e ricordo ai fan di Apple che Siri usa Bing per tutte le sue funzioni di ricerca). Mi hanno detto che le mappe fanno pena, ma non è vero e specialmente Lumia Here+ ha dimostrato di essere un signor navigatore. Outlook.com è forse il componente meno riuscito e con il quale faccio più fatica ad abituarmi. In ultimo ammetto che in un mese ho sviluppato un livello di dipendenza da Cortana davvero inquietante. L’assistente di Microsoft sta davvero anni luce avanti alla concorrenza.
Quindi alla fin fine il cambio è stato effettuato in meno tempo del previsto e con una serie di danni collaterali decisamente minori dell’attesa. Di contro ho scoperto un livello di integrazione dei servizi con PC/tablet e smartphone che prima non avevo.
Unica nota che mi lascia perplesso è questa: appena terminato di cancellare tutto, ho ricevuto quattro richieste di link su Linkedin da personale di Google, una delle quali mi ha proposto l’acquisto dei servizi di Google Apps for Work. Inoltre tutta la mia famiglia sta ricevendo da un mese pubblicità relativa ai servizi di Google, cosa che non era mai successa negli anni precedenti. E poi ditemi che a Mountain View non hanno degli algoritmi fatti da dio…

L'autore

  • Andrea Ghirardini
    Andrea Ghirardini è uno dei precursori della Digital Forensics in Italia. Sistemista multipiattaforma (con una netta preferenza per Unix), vanta una robusta esperienza in materia di sicurezza informatica ed è specializzato nella progettazione di sistemi informativi di classe enterprise. È CTO in BE.iT SA, una società svizzera del gruppo BIG focalizzata sulla gestione discreta e sicura di sistemi informativi aziendali.

Iscriviti alla newsletter

Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo

Gli argomenti che mi interessano:
Iscrivendomi dichiaro di aver preso visione dell’Informativa fornita ai sensi dell'art. 13 e 14 del Regolamento Europeo EU 679/2016.