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Atomi, bit e bebè

28 Agosto 2014

Atomi, bit e bebè

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Diventare papà con anticipo significativo sulla data di termine porta a contatto con molti atomi e pochissimi bit.

Il poco tempo libero rimasto è trascorso a compilare ordini online: il mantra della famiglia era stato Dopo Ferragosto iniziamo a ordinare tutto ciò che serve per la bimba, tanto abbiamo un mese abbondante. E invece.
L’esperienza dei giorni successivi al parto ha richiamato alla mente Nicholas Negroponte e il suo Essere digitali, per ironia della sorte privo di una versione ebook:

La nostra economia può essere in via trasformazione per divenire digitale, ma misuriamo il commercio e riempiamo i bilanci pensando agli atomi.

Il dualismo tra spostare atomi e spostare bit è rimasto in mente a chiunque abbia seguito il lavoro del genio del MIT. Quasi vent’anni dopo Essere digitali, mi sono ritrovato a spostare un gran numero di atomi in pochissimo tempo, agevolato da un contesto divenuto incredibilmente efficiente. Culla, fasciatoio e tutto l’essenziale sono stati consegnati a domicilio nel giro di 48-72 ore, qualcosa anche il giorno dopo, con una spesa ragionevole.
Di bit ne ho visti pochi. Interagire con una neonata ne interessa pochissimi rispetto a quelli che si agiteranno entro qualche mese, mentre è invero abbondante la produzione di atomi.
In ospedale si spostano continuamente competenza, passione, capacità e impegno, ostacolate non solo dalla burocrazia ammodernata delle penne biro, ma anche dalla completa assenza di una minima strategia digitale. La macchina sanitaria trascorre così una quantità indecente di tempo ad aggirare problemi autoreferenziali, tipo contabilizzare propriamente esami per un’aliena appena nata, ahilei priva di codice fiscale.
Le comunicazioni estemporanee tra il personale sono affidate al bigliettino, all’incrocio in corsia, al lasciar detto. Il Centro Unico Prenotazioni e Ostetricia interpretano le regole amministrative come sciiti e sunniti quelle coraniche: pochi punti dirimenti causano fratture insanabili dal buonsenso in assenza di una autorità comune riconosciuta. Il paziente spesso è chiamato a fare da tramite tra il personale, la carta domina incontrastata e senza essa, atomi o bit che siano, niente si muove, o richiede sforzi esagerati. La solita Italia di persone straordinarie e meccanismi demenziali.
All’indomani del parto la mamma (per niente geek) teneva informati parenti e amici dislocati sui cinque continenti, praticamente in tempo reale, fornendo documentazione fotografica e dialogo audiovideo, con un terminale mobile a bassissimo costo. Sul comodino di ogni puerpera, senza distinzioni, stava uno smartphone in carica.
Non sto dicendo che il personale sanitario debba lavorare su Whatsapp. Piuttosto, a spostare atomi la nostra società ha raggiunto una notevole efficienza. Sullo spostare bit, siamo indietro un bel po’.
Lidia sta bene.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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