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C’è qualcosa di Roth in Wikipedia

27 Settembre 2012

C’è qualcosa di Roth in Wikipedia

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La cosa migliore per l'enciclopedia libera su Internet è garantire il rispetto delle regole anche quando il caso fa rumore.

La cosa più interessante di tutta la vicenda di rumorose incomprensioni tra lo scrittore americano Philip Roth e Wikipedia è che, come fa notare Chris Meadows su The Digital Reader:

Some sources, […] are happy to wax irascible at Wikipedia’s “idiotic rules” about sources, and cackle with glee at how Roth “outfoxed” them. But really, he didn’t. Instead, he did exactly what they wanted, and produced a fixed secondary source that could be cited and researched to any Wikipedia editor or reader’s content.

Dopo aver letto l’intervento di Roth ho fatto fatica a considerarlo un attacco. Mi è sembrato che fosse, piuttosto, una spiegazione molto dettagliata. Probabilmente molto piccata, ma comunque una spiegazione. E del resto, se Wikipedia si fosse comportata diversamente e avesse assecondato le richieste di Roth in quanto Philip Roth, avrebbe davvero dimostrato di essere inaffidabile (oltre a una buona dose di servilismo) e in generale sarebbe stato molto, molto peggio.

Wikipedia si è data delle regole: un sistema di controllo e verifica dei contenuti. Banalmente, è importante che queste regole siano uguali per tutti, in modo da poter garantire la migliore qualità possibile. Se il problema – di solito – è la facilità con cui, in teoria, le informazioni possono essere alterate (e prese per vere), allora è a maggior ragione ancora più importante che le regole vengano applicate sempre allo stesso modo, indipendentemente dal singolo caso e dalle persone che vede coinvolte.

Non mi sembra che ci sia alcuna ragione per indignarsi – quantomeno per coerenza rispetto ai motivi per cui ci si indigna di solito – né alcun caso di lesa maestà, e non dovrebbe del resto esserci alcuna maestà, a prescindere. Roth, da autore, è la peggior fonte possibile. Le informazioni devono essere verificate e in casi come questo l’interesse di chi è direttamente coinvolto è tale da rendere una seconda fonte indispensabile.

Per quanto riguarda le lamentazioni degli intellettuali che con buona certezza arriveranno sulle pagine culturali dei giornali durante le settimane a venire, invece, ha già detto tutto Mantellini (@mante):

Si stava meglio quando Google non c’era? No, si stava peggio. Si stava meglio quando potevamo consultare solo prestigiose enciclopedie cartacee? No, si stava peggio. Si stava meglio quando non esisteva Facebook? No, si stava peggio. Con tutti i distinguo e le eccezioni possibili, dalla navicella in orbita intorno al pianeta, questa è la visuale macro. Non volete salirci a godervi lo spettacolo? Peccato, spediteci il solito telegramma dal promontorio del vostro scontento.

L'autore

  • Ivan Rachieli
    Ivan Rachieli, 30 anni, laurea in letteratura russa, master in editoria. Ha lavorato in GeMS con gli ebook, e in ZephirWorks con le applicazioni web. Un giorno mollerà tutto e se ne andrà sul lago Bajkal, per dedicarsi finalmente alle cose serie, come ad esempio la caccia col falcone. Se avete voglia di conoscerlo meglio, potete fare due chiacchiere con lui su Twitter @iscarlets o leggere il suo blog.

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