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L’Internet del 2008

14 Gennaio 2008

L’Internet del 2008

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Che cosa possiamo aspettarci dai network digitali nel nuovo anno? La storia recente insegna che è impossibile fare predizioni, tuttavia è possibile isolare alcune tendenze e identificare alcuni ambiti in cui, prevedibilmente, si libererà maggiore spazio per idee e innovazione.

Se leggiamo l’anno passato attraverso le parole chiave, e se le interpretiamo attraverso la famosa curva di adozione delle tecnologie di Rogers, il 2007 è stato un anno di assestamenti. Il blog è diventato una commodity, un termine che già appartiene con maggior facilità al senso comune condiviso, un territorio di conquista per la seconda ondata di massa (late majority). Le applicazioni definite più o meno con qualche significato “web 2.0” e in generale i social network sono nella fase della prima grande ondata (early majority). Le principali repository come YouTube e Flickr sono citate ormai anche sui giornali e in Tv senza che si ritenga più necessario spiegare cosa siano.

Curva di adozione delle tecnologie

Curva di adozione delle tecnologie

Dove sono gli early adopters

Nello schema di Rogers, gli innovatori sono coloro che si dimostrano in grado di spingere verso il cambiamento, di elaborare nuove idee e di cominciare a realizzarle. Una volta lanciata una nuova idea, gli anglofoni sostengono, non senza appoggiarsi ad evidenze pratiche, che sia del tutto inutile tentare di convincere la “massa” ad adottarla. Prima di tutto bisogna convincere i cosiddetti early adopters, ovvero i primi utilizzatori. Si tratta in genere di persone con un profilo preciso: individui di mentalità aperta, con predisposizione non solo a raccogliere e provare la proposta di cambiamento ma anche a lavorarci su, importando e suggerendo idee e pratiche destinate a rendere più usabile la nuova idea. Sono gli individui che il più delle volte fanno da ponte tra la tecnicalità spinta dell’innovatore e la cultura condivisa, compiendo spesso un’opera di traduzione, adattamento e divulgazione dell’innovazione.

Nella storia recente del web italiano sono stati early adopters i blogger del 2002/2003, gli RSS evangelist e i videoblogger del 2004, gli utenti dei social network del 2005. A livello micro, per la grammatica stessa della rete (totalmente interest driven), ciascuno di noi è spesso early adopter su qualche applicazione che è funzionale ai propri interessi così come su altre attività fa parte della early majority. A livello macro, invece, è sempre interessante osservare come e dove si stia raccogliendo una massa critica significativa di early adopters. Il più delle volte è lì che si elaborano le pratiche condivise e le tendenze che negli anni successivi sono destinate ad essere raccolte da gruppi più ampi.

Se dovessimo basarci oggi su questo criterio, per individuare gli ambiti in cui probabilmente vedremo maggiori novità in questo 2008, dovremmo probabilmente partire da Second Life e dalla spinta che sta cominciando a venire anche dalle idee (e dai progetti) Second Life-Like. Anche trascurando le previsioni del Gartner Group (secondo cui nel 2011 l’80% degli utenti attivi della rete frequenterà mondi metaforici) l’idea base è molto potente e prevedibilmente nei mondi metaforici finirà per spostarsi una parte significativa dei contenuti relazionali della nostra vita online, così come buona parte dell’innovazione di processo nell’organizzazione delle attività di rete. E sullo sfondo c’è la sfida della crescita sostenibile della piattaforma di Linden Lab, ma anche quella degli utilizzatori e della capacità di cominciare a usarla non per replicare passivamente la realtà quanto per esplorarne le potenzialità in termini più ampi ed utili di quanto abbiamo visto finora.

Le tendenze più importanti

La velocità di innovazione tecnologica è sempre più rapida degli adattamenti culturali. Le tecnologie abilitanti per fare dei network un ambiente mediale (in grado di distribuire audio, video e testo) sono disponibili da alcuni anni e sono sempre più performanti e facili da utilizzare. Se ormai abbiamo a disposione piccoli studi di montaggio video direttamente nei sistemi operativi dei nostri computer, il dominio condiviso dei linguaggi espressivi cresce molto lentamente. Gli strumenti ci consentono oggi di gestire – da semplici individui – qualcosa di molto simile a una vera televisione o di sperimentare frontiere diverse.

La disponibilità di strumenti anche per la musica e la rinnovata forza degli esperimenti sul versante dei libri elettronici (Kindle di Amazon e la Digital Text Platform, ad esempio) ci fanno pensare che la profezia di Kevin Kelly («entro pochi anni ciascuno di noi potrà comporre la propria canzone, girare il proprio film o pubblicare il proprio libro») sia ormai solo una questione di skill da sviluppare. E quindi ragionevolmente vedremo crescere, attraverso buoni esempi e imitazioni (come sempre in quella grande comunità di pratiche che è la rete) il peso dell’espressione non scritta. A fatica, naturalmente, perchè attualmente la nostra società non è predisposta per fornire alfabetizzazione su linguaggi espressivi che fino a pochi anni fa non erano alla portata di tutti (e meno che mai su quella digital literacy che dovrebbe essere considerata oggi una priorità politica ed etica).La seconda grande tendenza che probabilmente va monitorata è quella che riguarda i dispositivi mobili. I costi degli apparecchi diminuiscono, la tipologia di aggeggi predisposti per essere connettivi si amplia (dai conigli alle consolle, dalle Tv alle auto), l’accesso ai dati comincia ad essere pervasivo o almeno pensato come tale. E la disponibilità del WiMax, seppur tra mille ostacoli burocratici, dovrebbe dare un impulso notevole. Potremmo assistere ad un redesign molto profondo del rapporto tra individuo, infrastruttura e contenuti dei network, e tra queste componenti e la realtà che ci circonda. E, anche qui, probabilmente tutto indica nuovi enormi spazi per idee, servizi e innovazione.

La ricerca

Da un punto di vista di sistema, i due assi portanti per arrivare a un’Internet matura continuano a essere il matching (ovvero la capacità dell’infrastruttura di gestire in maniera sempre più rapida e completa l’incontro tra l’informazione e chi la cerca) e le metriche. Sul versante del matching è sempre aperta la caccia a Google, sempre più una Coca Cola senza una Pepsi, per il dominio di un mercato miliardario e strategico. In termini meno contrapposti, è sempre più interessante la ricerca di un modello di search più efficace: in questi giorni si comincia a osservare Wikia, un modello misto (che unisce algoritmi e logica sociale), ma gli stessi fondatori indicano che ci vorranno un paio d’anni per comprenderne la reale capacità di apportare innovazione alla ricerca.

Le metriche, ovvero i sistemi di misurazione dell’efficacia della rete, sono strategiche per mettere a regime il mercato della raccolta pubblicitaria. Nel 2007 si è visto qualche aggiustamento di tiro e si sono cominciate a leggere analisi finalmente problematiche anche al di fuori degli ambienti degli specialisti. La definizione di metriche affidabili resta probabilmente una priorità sostanziale, soprattutto per assecondare il crescente peso dei network nella dieta mediale degli individui, che è fisiologico anche al di là dei dati di ricerche estemporanee.

Sul versante sociale, a mio modo di vedere, con l’aumento della massa critica di cittadini digitali e la crescita di opportunità che i network offrono, si possono cominciare a osservare diversi fenomeni che confermano la teoria che racconta come le società e le culture finiscano per disegnarsi intorno alle infrastrutture di comunicazione disponibili. Al di là del fatto che la facilità di immissione delle informazioni nell’ambiente faccia nascere nuove skill sociali, è sempre più interessante monitorare come – spostando sull’immateriale una porzione crescente di attività che prima erano vincolate alla presenza fisica – stia cambiando la percezione dell’identità e della nostra stessa presenza nel mondo. È un punto molto più importante di quanto possa sembrare, perchè è su questa “percezione del cittadino” che probabilmente si costruiranno leggi, norme ed etiche a venire.

Ma in un cambiamento così profondo, e fatto in corsa, abbiamo moltissimo da imparare su tutti i fronti. Tanto che la consapevolezza della complessità è, probabilmente, la nostra principale alleata. Insieme alla certezza dello stupore che milioni di menti conesse sapranno sicuramente procurarci anche in questo 2008.

L'autore

  • Giuseppe Granieri
    Autore, docente ed esperto di comunicazione e cultura digitale.
    Il suo bookcafe.net, fondato nel 1996, è stato uno dei primi siti letterari e blog italiani. Ha collaborato con testate come Il Sole 24 Ore, l’Espresso, La Stampa e firmato diversi saggi per l'editore Laterza.

    Foto: Enrico Sola.

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