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Salve, chiamo da Marte per quell’appartamento…

12 Aprile 2005

Salve, chiamo da Marte per quell’appartamento…

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Il mercato della pubblicità (e dei piccoli annunci) si apre verso le civilizzazioni extraterrestri, per pochi dollari

Per secoli, una delle grandi domande dell’umanità è se vi fosse vita intelligente nell’universo (noi inclusi).
Qualcuno sosteneva di sì, qualcuno di no, qualcuno si appellava al diritto di non rispondere.
Ma si trattava sempre e comunque di diatribe puramente filosofiche.

L’esplorazione degli altri pianeti e la radioastronomia hanno buttato la prima pietra verso una analisi fattuale del problema. L’arrivo di Internet ha permesso di allargare la ricerca di altre forme di vita senzienti a sistemi di computing distribuito, grazie al progetto Seti@Home (quello che ti fa cercare gli ometti verdi dal computer di casa).

Ma anche qui, sempre si tratta di un atteggiamento passivo, e puramente scientifico. Lontano dal dinamismo imprenditoriale che caratterizza il nostro attuale modo di vivere in Occidente.

A un certo punto, è naturale, qualcuno ha iniziato a ragionare in modo diverso.

Se ci sono extraterrestri, per qualcuno possono essere un target, pubblicitariamente parlando.
Se c’è un target, posso provare a costruire un mezzo su misura.
Se riesco a costruire un media posso venderne gli spazi e farne un business.

Di qui, brevissimo il passo verso la costituzione dei primi media destinati specificamente ad un pubblico di soli Alieni, aprendo allo sfruttamento commerciale lo spettro radiotelevisivo dello spazio profondo.

Già sono due i player di questo mercato

Al momento sono già due le attività di radiotrasmissione commerciale destinate alle creature non-umane ed aperte ad inserzionisti terrestri.

La prima e più famosa è Deep Space Communication Network, un’azienda basata a Cape Canaveral. Essa nasce come spinoff di un’azienda specializzata in produzioni radiotelevisive per aziende del mondo aerospaziale, nota per essere quella che produce la copertura televisiva in diretta dei lanci dello Shuttle.

Grazie ad una apposita antenna parabolica sono in grado di inviare messaggi testuali, immagini e persino filmati ad una distanza non superiore ai tre anni luce dalla terra (in termini cosmici, diciamocelo, uno sputo).

Il lancio delle loro attività è avvenuto tramite un asta su eBay, in cui veniva messa in palio al miglior offerente la trasmissione di un proprio messaggio verso le profondità cosmiche. Le cose hanno però preso una piega un po’ diversa da quel che si pensava all’inizio: dopo un asta combattuta il lotto se lo è aggiudicato Jim Buckmaster, il CEO di craigslist.org, la comunità online che è diventata il sinonimo di “piccoli annunci” – aggregando oltre 8 milioni di utenti in 19 nazioni e fatturando oltre 10 milioni di dollari.

Dopo aver ricontrattato con Deep Space i termini dell’accordo, a fronte di 1,225 dollari Jim ha ottenuto il diritto di inviare verso l’universo non un semplice messaggino, ma una compilation di oltre 130,000 annunci personali, un messaggio audio e uno spezzone del documentario “24 hours on Craiglist”. La prima trasmissione di piccoli annunci terrestri verso gli alieni dovrebbe avere luogo il 15 Maggio, coincidendo con la ripresa dei lanci dello Space Shuttle.

Al di là del messaggio in sé, il messaggio di Craigslist (recentemente sbarcata anche a Roma) è chiaro: se oggi nel mondo Craigslist è il punto di riferimento per gli annunci economici in 99 città, intende esserlo anche domani su 99 pianeti: in terra o nel cielo, il leader del mercato intendono esserlo sempre loro (specialmente adesso che eBay possiede il 25% del loro capitale…)

Se poi non siete Craigslist e volete lo stesso inviare il vostro pensiero agli ometti verdi, dovete solo attendere qualche giorno: il servizio al pubblico di Deep Space dovrebbe essere attivo a breve, al costo di 99 dollari per 5 minuti di trasmissione.

Se invece avete fretta, è già attivo il servizio concorrente, quello di Talktoaliens.com

Da un solaio del Connecticut…

Talktoaliens.com non appare così blasonata ed high tech quanto Deep Space Communication Network: invece di trasmettere da Cape Canaveral trasmette da una postazione segreta posta in un quartiere residenziale del Connecticut (e i vicini che pensavano si fossero messi sul tetto la Parabola di Canal Plus….) ma oltre alla trasmissione di messaggi testuali offre anche l’emissione di messaggi vocali.

L’azienda è composta da un gruppo di fuoriusciti del Civilian Space eXploration Team (CSXT), il team che ha lanciato il primo razzo privato/amatoriale nello spazio. L’azienda è capitanata dal noto consulente, inventore e pioniere dell’online Eric Knight (uno che a quanto pare si occupava già di e-commerce 10 anni prima che arrivasse Internet).

Talktoaliens vende al pubblico un servizio definito di “e-mail” cosmica – 1000 parole per soli 19,95 dollari – e in omaggio propongono l’elegante “Certificato di trasmissione interstellare” perfetto per essere incorniciato e fare bella mostra di sé appeso alle pareti del soggiorno (nota: SETI@Home il certificato ve lo da gratis).

In alternativa, per un approccio più caldo e personale, potete lasciare un messaggio vocale. Registrate il vostro messaggio sulla loro segreteria telefonica e ci penseranno loro ad inoltrarlo agli extraterrestri. Per soli 3,99 dollari al minuto.

Un nuovo mercato pubblicitario

È indiscutibile che questo tipo di business rischia di aprire, letteralmente, nuovi mondi all’advertising. E, per una volta, sembra che gli stakeholders abbiano capito la lezione e intendano partire col piede giusto, evitando le improvvisazioni e gli errori che abbiamo visto nella nascita dell’online.

La mia solita gola profonda mi informa infatti che si sarebbe recentemente tenuta una riunione segreta in un prestigioso albergo di Milano. In questa riunione i più alti gradi di UPA, ASSAP, Centromarca e Nielsen avrebbero già buttato le basi per la fondazione di AudiSeti, il sistema di certificazione delle audience extraterrestri.

Rettifica…

In riferimento al mio articolo di qualche settimana fa sui grassi “trans”, devo ammettere che l’eccesso di grassi ha evidentemente danneggiato anche le mie arterie e di conseguenza le mie facoltà intellettuali. In un clamoroso infortunio, ho affermato esattamente il contrario della verità e quindi rettifico:

  • Burro e altri grassi animali sono grassi saturi e come tali ritenuti tremendi per il colesterolo (anche se non manca chi dissente)
  • I grassi insaturi sono ritenuti molto meglio – anche se guai ad eccedere pure con loro

Resta confermato che i grassi “trans”, idrogenati o parzialmente idrogenati, sono ritenuti micidiali, c’è chi propone di stabilire una specie di porto d’armi per il loro uso.
Mi cospargo il capo di cenere e chiedo scusa….

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