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Continua la battaglia dei brevetti: Microsoft contro tutti

18 Marzo 2004

Continua la battaglia dei brevetti: Microsoft contro tutti

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I brevetti sono sempre al centro delle preoccupazioni di Microsoft che, nonostante la sua recente vittoria giudiziaria contro Eolas, si vede ora criticata per la tecnologia Caller-ID e per le politiche adottate in Giappone

Nell’agosto 2003, Microsoft era stata condannata a versare 521 milioni di dollari di indennizzo all’Università della California ed alla società Eolas, per sfruttamento illegale di un brevetto riguardante i plug-in relativi alla visualizzazione delle pagine Web. Eolas aveva inoltre ottenuto che venisse emessa un’ingiunzione, nei confronti di Microsoft, contro qualsiasi futura vendita del browser Internet Explorer che utilizzasse il brevetto conteso.

A poco più di sei mesi, arriva la decisione dell’organismo di Stato americano che si occupa della registrazione dei brevetti (US Patent and Trademark Office) di invalidare il brevetto depositato dalla società Eolas. Questa decisione libera Microsoft da un grosso peso: il pagamento del salato indennizzo e la totale revisione del suo browser Explorer.

Ma le preoccupazioni, per la società di Redmond, non sono finite. Questa volta, a sollevare obiezioni, è l’assenza di trasparenza in merito ai brevetti che circondano la tecnologia Caller-ID, destinata a proteggere le caselle di posta dallo Spam. E poi c’è un’indagine della commissione antitrust giapponese, che mira a determinare se Microsoft abbia o meno imposto, ai produttori di Pc, condizioni sleali d’attribuzione di licenza per il suo sistema operativo Windows XP.

Il caso Eolas

Fatto davvero più unico che raro (dal 1998, questa decisione è stata presa soltanto 151 volte, su un totale di quattro milioni di brevetti registrati), Microsoft ha ottenuto che il brevetto, detenuto dall’Università della California e concesso in esclusiva a Eolas, fosse invalidato.

Il brevetto della discordia riguarda, come già detto,i plug-in che influiscono sulla visualizzazione delle pagine Web, come ad esempio gli applets Java, i controlli ActiveX o i componenti di lettori multimediali o Flash.

Ruolo centrale nell’invalidazione del brevetto lo ha probabilmente svolto la W3C. Di fronte all’enormità del problema sollevato dal caso Eolas (sarebbe stato necessario modificare completamente tutti i browser e le pagine Web esistenti), l’organismo aveva infatti chiesto all’US Patent and Trademark Office (USPTO), di studiare molto bene la situazione, valutandone le possibili implicazioni.

Ora Eolas ha due mesi di tempo per impugnare la decisione.

Il caso Giappone

La filiale giapponese di Microsoft è oggetto di un’indagine da parte dell’antitrust nipponico, a causa delle attribuzioni delle licenze di Windows XP. In particolare, ci sarebbe una clausola contrattuale che prevede l’impegno, da parte dei produttori giapponesi, a non perseguire Microsoft anche nel caso scoprissero che quest’ultima viola i loro diritti di proprietà intellettuale.

Un portavoce di NEC, primo fabbricante giapponese di Pc, ha dichiarato che rappresentanti della Japan Fair Trade Commission (JFTC) si sono presentati nella sua sede per chiedere precisazioni relative ai contratti con Microsoft.

Anche la Commissione Europea ha aperto un dossier simile, su questioni riguardanti l’abuso di posizione dominante da parte della società di Redmond. Bruxelles studia, in particolare, le conseguenze sulla concorrenza dell’integrazione del software multimediale Media Player nel sistema operativo Windows.

Il caso Caller-ID

Questo è il caso più stupefacente, scoppiato praticamente in concomitanza con il lancio pubblicitario del prodotto oggetto della discordia. Anche questa volta, perno centrale della vicenda sono i brevetti: Microsoft è stata attaccata circa i brevetti che detiene sulla tecnologia Caller-ID ma, soprattutto, sul modo in cui intende diffonderla.

Secondo Eben Moglen, professore di diritto alla facoltà di giurisprudenza della Columbia University (New York), e avvocato presso il consiglio della Free Software Foundation, infatti, le specifiche tecniche rese pubbliche da Microsoft sarebbero incompatibili con la licenza open source GPL.

Questo nuovo caso resta, almeno per il momento, completamente aperto a ogni possibile sviluppo.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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