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Brevetti software alla stretta finale

05 Settembre 2003

Brevetti software alla stretta finale

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Rinviato a fine mese il voto al PE, sull'onda di un'opposizione sempre più articolata

Pur con l’autunno alle porte, rimane bollente la questione dei brevetti software. Dove va innanzitutto segnalata una notizia dell’ultima ora: il rinvio al Parlamento Europeo della discussione e del voto finale sul rapporto McCarthy. Notizia importante perché rivela il successo dell’attivismo in opposizione alla proposta, veicolato in particolare dagli sforzi di lobby della Foundation for a Free Information Infrastructure (FFII).

Inizialmente previsto per il primo settembre, il voto finale è ora slittato alla seconda sessione del mese (22 – 25 settembre), analogo ad un primo rinvio già verificatosi lo scorso giugno. In tal modo i parlamentari avranno più tempo a disposizione per riflettere sulla proposta di McCarthy in tema di brevettabilità del software. Ma soprattutto, le varie entità coinvolte potranno megafonare ulteriormente il proprio dissenso e spiegare al meglio i pericoli di tale proposta. Come hanno d’altronde fatto gli oltre 500 manifestanti, inclusi alcuni europarlamentari, che il 27 agosto hanno marciato nelle strade di Bruxelles. Oltre ovviamente ai numerosi ambiti online che continuano a fare informazione e rilanciare iniziative sul tema.

Tra i siti che hanno aderito finora alla protesta online a livello europeo (circa un migliaio), quello dell’Associazione Software Libero (ASSOLI) in questi giorni si apre evidenziando l’assurdità e le follie che si nascondono dietro la possibile approvazione degli attuali 30.000 brevetti software europei, nonché naturalmente di altri in futuro. Questo il testo della schermata iniziale, a spiegazione di una barra rossa che va componendosi gradatamente:

“Alt!
Violazione di brevetto!

La barra di avanzamento è brevettata. Come utenti, siete obbligati a procurarvi, prima dell’esecuzione di software brevettato, una licenza presso i detentori del brevetto. L’ignoranza non è una scusa.

Attenzione programmatori: dovete garantire ai vostri clienti che, per ogni algoritmo brevettato (come ad esempio la barra di avanzamento) utilizzato dal vostro programma, vi siate procurati una licenza presso i detentori del brevetto.”

Già perché, come forse noto, la proposta McCarthy sulla brevettabilità delle innovazioni software non fa altro che riprendere le sollecitazioni della potente BSA statunitense. Con la scusa di voler armonizzare il sistema europeo, in realtà si vorrebbero di fatto sovvertire le attuali disposizioni della Convenzione Europea sui Brevetti, introducendo la brevettabilità del software e dei metodi commerciali. Come spiega ancora il sito di ASSOLI, negli Stati Uniti “il sistema brevettuale, che è stato esteso al software da 20 anni, ha rallentato l’innovazione invece che incoraggiarla, spostando i fondi destinati originariamente a ricerca e sviluppo verso i dipartimenti legali delle grosse multinazionali che si occupano a tempo pieno di costose cause brevettuali. Un tale sistema imporrebbe degli oneri eccessivi per le piccole e medie imprese europee, vero motore dello sviluppo software continentale, e le renderebbe succubi di quelle poche grosse aziende, in maggioranza extraeuropee, che posseggono grandi portafogli di brevetti software.”

Una manovra quindi che mette in pericolo l’esistenza stessa non solo dei programmatori open source e di software libero, ma che minaccia l’intera categoria dando mano libera alle grandi corporation. Non a caso, tra le varie iniziative di opposizione, va ricordato un documento stilato da 12 economisti europei in cui si illustra che brevettabilità del software si trasformerebbe in un danno per l’evoluzione tecnologica e per l’industria del software a livello europeo. Mentre per il 12 settembre è prevista, presso l’ufficio del Parlamento europeo a Roma (Via IV novembre 149, alle 10.30), un’apposita conferenza stampa organizzata dal Gruppo radicale al Parlamento europeo, dal CDTI (Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione) e dalla stessa ASSOLI. Prosegue infine prosegue la campagna, rivolta a imprese e programmatori italiani, per far sentire la propria voce inviando dei fax direttamente ai parlamentari europei (come descritto alla pagina swpat.xsec.it).

Il tutto nel tentativo di convincere una volta per tutte gli europarlamentari a considerare la questione con la massima attenzione, con un obiettivo immediato a livello pratico onde bloccare la proposta McCarthy: far propri gli emendamenti già proposti dalla FFII, descritti in dettaglio sul relativo sito.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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