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StarOffice gratis per tutte le scuole italiane

02 Luglio 2003

StarOffice gratis per tutte le scuole italiane

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D'intesa con il Ministero dell'Istruzione, Sun regala a tutte le scuole la licenza di distribuire e duplicare la propria suite, concorrente di Microsoft Office. Un'occasione che è vitale cogliere, e non solo per una questione di soldi.

Confesso che ho inizialmente pensato a una bufala. Ma come, Bill Gates in persona sbarca in Italia, viene accolto dall’ormai famoso “Magico Bill!” del Presidente del Consiglio, e poi il Ministero dell’Istruzione sigla un accordo con la rivale Sun per distribuire in tutte le scuole StarOffice?

Eppure è vero: la suite di applicazioni per ufficio di Sun sarà a disposizione gratuita di tutte le scuole italiane, pronta a spiazzare l’onnipresente e costoso Microsoft Office. Se ne è gia parlato su Apogeonline, ma è il caso di ritornare sul tema per un approfondimento, anche perché solo ora (dal primo di luglio, per essere esatti) è possibile accedere al form online grazie al quale, come dice il comunicato Sun, “le scuole italiane pubbliche e private parificate di ogni ordine e grado possono richiedere una licenza del software caricata su un supporto CD-ROM unitamente al manuale d’uso in formato elettronico”.

In altre parole, non aspettatevi una pioggia di scatole di StarOffice, una per ogni studente e docente di tutte le scuole italiane, ciascuna col suo bel CD e l’elegante manualetto di carta. L’accordo significa semplicemente che ciascuna scuola italiana riceverà un singolo CD targato Sun. Spetterà all’istituto l’onere di duplicarlo, distribuirlo e installarlo.

Questo inevitabilmente comporterà una certa riluttanza del personale scolastico a utilizzare il software ricevuto in regalo. La tentazione di non turbare l’ordine cosmico e “dimenticare” il CD in un cassetto, magari per poter tirare avanti con il software Microsoft piratato come fanno in tanti, sarà forte. Occorre trovare il modo di superare questa tentazione e convincere chi governa gli istituti che adottare il regalo di Sun è nel loro interesse.

Che lo sia, noi smanettoni lo sappiamo benissimo; il problema è spiegarlo a chi smanettone non è e va in narcosi profonda di fronte a spiegazioni della superiorità dell’XML rispetto a un formato binario proprietario non documentato. Così ho preparato nelle righe che seguono una breve guida per chi aspira all’ingrato compito di ambasciatore di questa grande novità. Prima di tutto, però, è meglio ripassare le motivazioni tecniche che rendono interessante l’offerta di Sun.

Ragioni per smanettoni

StarOffice è il cugino a codice sorgente chiuso della celebre suite open source OpenOffice.org, con il quale condivide quasi tutta l’interfaccia e soprattutto il formato XML usato per salvare i file. Un documento scritto con OpenOffice.org si apre e si modifica perfettamente con StarOffice, e viceversa.

Le differenze fra i due applicativi sono numerose (l’ elenco è disponibile sul sito Sun), a partire dal prezzo: al di fuori dell’intesa Sun-Ministero, infatti, StarOffice costa 75 dollari, mentre OpenOffice.org è gratuito. Entrambi contengono un word processor, uno spreadsheet, un programma di grafica, un editor HTML e un programma per la creazione di presentazioni; StarOffice include anche un database, mentre OpenOffice.org si limita a consentire agganci a database esterni.

Entrambi sono in grado di leggere e salvare nei formati Microsoft, sia pure con imperfezioni talvolta assai vistose: in questo senso StarOffice è meno impreciso di OpenOffice.org, grazie a filtri di importazione ed esportazione non open source e più sofisticati. In più, StarOffice integra font proprietary non gratuiti che consentono una migliore compatibilità con i font Microsoft e danno un aspetto più curato e leggibile ai documenti, sia in stampa, sia a video, e ha un controllo ortografico basato su dizionari proprietari a pagamento (OpenOffice.org usa dizionari creati dalla comunità degli utenti).

StarOffice è insomma una versione più robusta, affinata ed evoluta di OpenOffice.org, anche se OpenOffice.org è superiore in quanto a numero di lingue supportate e tende a offrire, magari in modo un po’ rustico, un maggior numero di funzioni (come l’esportazione in formato PDF o Flash disponibile nelle versioni beta, o la disponibilità per Mac) rispetto al suo equivalente a pagamento.

La qualità di entrambi è comunque più che adeguata. Io uso da tempo OpenOffice.org sia sotto Windows, sia sotto Linux, per la mia contabilità e per scrivere tutti i miei libri e articoli: anche le parole che state leggendo sono state scritte e salvate in formato HTML tramite OpenOffice.org. La stabilità è ottima, anche su documenti molto grandi: per esempio, un mio file di testo di tremilatrecento pagine manda in crisi Microsoft Word ma viene gestito senza problemi da OpenOffice.org.

Rispetto a Microsoft Office, sia StarOffice sia OpenOffice.org peccano in fatto di “pesantezza”: il primo avvio di Microsoft Office è nettamente più veloce, anche grazie al fatto che viene silenziosamente precaricato durante l’avvio di Windows, e l’occupazione di memoria di StarOffice è notevolmente maggiore di quella del prodotto Microsoft. Non sono comunque problemi significativi per un PC moderno.

I veri vantaggi di StarOffice/OpenOffice.org rispetto al pacchetto Microsoft, a parte ovviamente il prezzo, sono la formula di licenza, la disponibilità su più sistemi operativi e l’uso di formati pubblici e non proprietari.

  • Licenze. Quelle Microsoft ormai non si acquistano più una tantum, ma si pagano sotto forma di canone annuo: più a lungo usate Office, più vi costa. Certo, avete diritto ad alcuni aggiornamenti, ma resta da vedere se vi servono.
  • Irrevocabilità. Le licenze Microsoft sono revocabili a distanza, grazie alla Windows Product Activation, che consente anche di impedire l’installazione del software dopo una certa data: fra dieci anni, per esempio, non potrete più installare Office XP, perché il server Microsoft che gestisce la WPA sarà stato pensionato. Per contro, la licenza di StarOffice/Openoffice.org non comporta un canone, ma soltanto un pagamento iniziale (per StarOffice) o nessun pagamento (per OpenOffice.org), e non è revocabile: il software è vostro per sempre.
  • Multipiattaforma. La disponibilità di Staroffice e/o OpenOffice.org sotto Windows, Linux, Mac, Solaris e vari altri sistemi operativi significa che il formato XML è l’unico, insieme all’HTML e al PDF di Acrobat, a essere veramente universale (a differenza, per esempio dei file DOC di Microsoft Word). Potete dare un documento StarOffice a chiunque, senza preoccuparvi di sapere se usa Windows o Mac o Linux o altro. Potete inoltre cambiare sistema operativo senza il trauma di dover adottare nuove applicazioni: nel passare da Windows a Linux, potrete continuare a usare StarOffice/OpenOffice.org esattamente come prima.
  • Formato pubblico. L’uso da parte di StarOffice/OpenOffice.org del formato XML, che è pubblicamente documentato, significa sostanzialmente libertà: il testo dei documenti scritti in questo formato è leggibile anche con un normale editor di testi, come lo è l’HTML delle pagine Web, per cui non si diventa dipendenti da una specifica applicazione. Nulla vieta a chiunque (società commerciali o comunità di utenti) di scrivere un programma a codice aperto o chiuso che legga e scriva i file di StarOffice/OpenOffice.org.
    Anche i formati Microsoft sono documentati, ma la documentazione è accessibile soltanto dietro accordi di riservatezza e a condizione che non venga usata per realizzare prodotti concorrenti; lo stesso vale per l’annunciata adozione dell’XML da parte di Microsoft.
    Usare formati “segreti” come questi per i propri documenti significa condannarsi a dipendere da un’applicazione specifica, e la disponibilità di quell’applicazione per un unico sistema operativo obbliga l’utente a dipendere dal venditore di quell’unico sistema operativo.
    I formati proprietari, insomma, sono un ingrediente fondamentale nella creazione e nel mantenimento di un monopolio; è un concetto ampiamente sfruttato da molte società di software oltre a Microsoft.

L’offerta di Sun è dunque molto ghiotta, perché consente a ogni studente e docente di avere un prodotto professionale come StarOffice, basato su standard aperti, allo stesso “prezzo” di OpenOffice.org.

Oltretutto, stando a Sun Italia, l’intesa fra Sun e il Ministero consente anche ai medesimi studenti e docenti di copiare legalmente StarOffice sul proprio computer di casa. In altre parole, permette di migrare più agevolmente a Linux e liberarsi anche a livello personale del fardello economico di Windows e Office (o di sottrarsi ai rischi legali in caso di Windows e Office “gratuiti” perché piratati).

A caval donato…

I “duri e puri” dell’informatica hanno un innato scetticismo nei confronti delle società commerciali che regalano prodotti: sospettano la fregatura del collaudato modello “rasoio gratis, lamette a caro prezzo”. È quindi opportuno chiarire anche alcuni dei loro legittimi dubbi.

Per esempio, accettare StarOffice non significa semplicemente cambiare un “padrone” commerciale con un altro. Significa sostituire un monopolista riconosciuto colpevole di abuso di posizione dominante, che ha basato il proprio successo sulla creazione di dipendenza più che sulla qualità tecnica dei propri prodotti, con una società che è disposta a far competere il proprio software puramente sulla base dei propri meriti tecnologici. È come confrontare un pusher e un mercato ortofrutticolo. Il singolo fruttivendolo ci può vendere frutta scadente (software bacato), ma possiamo rivolgerci ad altri senza essere puniti e persino arrangiarci da soli (con l’open source), se abbiamo il pollice verde.

Dimostrazione pratica: la licenza “ministeriale” di StarOffice scade quando non si è più studenti o docenti. Si cade dunque nella trappola di dover comperare StarOffice una volta lasciata la scuola? No, perché i documenti creati possono essere letti e modificati comunque con OpenOffice.org, che è gratuito e liberamente distribuibile anche al di fuori dell’accordo ministeriale.

C’è chi si lamenterà che il Ministero avrebbe fatto meglio ad essere open source fino in fondo e quindi scegliere OpenOffice.org. Obiezione giusta in linea di principio, ma OpenOffice.org non ha assistenza tecnica: StarOffice sì, insieme a corsi online e altro materiale di supporto di cui l’utente medio ha disperato bisogno. A chi si rivolgerà la prof di francese quando deve generare un indice con OpenOffice.org? O per metterla da un altro punto di vista, fra OpenOffice.org (gratuito e sviluppato da una comunità eterogenea di abili appassionati) e StarOffice (sempre gratuito, ma sostenuto da un’azienda di grosso calibro come Sun, che ne garantisce l’assistenza per cinque anni), voi chi scegliereste?

A costo di fare la figura di chi crede al detto “piuttosto che niente, meglio piuttosto”, devo dire che chi contesta la mancata adozione ministeriale di OpenOffice.org forse non ha capito quanto sia già rivoluzionaria la situazione attuale. Diamine, unministero, proverbiale incarnazione dell’immobilismo e dell’arretratezza, ha sottoscritto un accordo che promuove uno standard aperto. Tramite una suite proprietaria, ma comunque uno standard aperto. E lo fa, oltretutto, mettendo da parte Microsoft, che sinora ha dominato incontrastata l’ambiente scolastico: questo significa riportare la concorrenza nel mercato, che è un incentivo a migliorarsi per tutti i contendenti. Non so voi, ma io mi accontento.

Un’altra domanda che viene facilmente spontanea riguarda il tornaconto di Sun in tutta questa faccenda. A parte l’ovvio sberleffo a Microsoft, che notoriamente Scott McNealy (CEO di Sun) adora fare, togliere Microsoft Office dalle scuole italiane (e quindi dalle abitudini di otto milioni di studenti e docenti) significa intaccare una delle sole due fonti di reddito della grande rivale Microsoft (l’altra è Windows). Inoltre gli studenti di oggi sono i lavoratori di domani: se gli studenti si abituano a usare StarOffice anziché Microsoft Office a scuola, vorranno usare il prodotto Sun anche sul posto di lavoro, e StarOffice non è gratuito per il settore business. Certo potrebbero essere tentati di usare OpenOffice.org, ma non lo faranno se Sun continuerà a mantenere StarOffice qualitativamente superiore al cugino open source.

Ragioni per chi non smanetta

Tutte le argomentazioni precedenti sono molto solide e lampanti per chi conosce l’informatica, ma suscitano soltanto confusa perplessità nella maggior parte dei docenti, presidi e amministratori dai quali occorre passare per mettere in pratica l’offerta di Sun. Il mio consiglio è di non farne menzione, ma di limitarsi a ragionamenti meno tecnici e più pragmatici.

  • Risparmio. Le licenze Microsoft, anche in versione scolastica, costano care, e vanno moltiplicate per tutti i computer della scuola. La licenza di StarOffice, invece, è gratuita e unica a prescindere dal numero presente o futuro di computer nell’istituto.
  • Basta pirateria. Signor preside, che cosa facciamo se arriva un’ispezione della Finanza e della BSA? Ce li abbiamo tutti i certificati di licenza Microsoft? O addirittura abbiamo copie pirata di Microsoft Office? L’offerta Sun mette tutto in regola con un’unica licenza.
  • Lo dice il Ministero. Che diamine, bisogna entrare nella mentalità del burocrate. Se una cosa è benedetta dall’imprimatur del ministero, si fa e non si discute. Non perché il burocrate sia pecorone, ma semplicemente perché la benedizione del ministero gli permette di scaricare eventuali responsabilità. Se installa Openoffice.org e poi non funziona, la colpa è sua; se installa StarOffice e va a rotoli, la colpa è del ministero. Dunque ben venga StarOffice.
  • È quasi uguale a Microsoft Office. Il non informatico ha paura delle novità: gli alterano quelle poche certezze faticosamente acquisite. Per fortuna, chi usa Staroffice/OpenOffice.org conosce bene la sindrome del “ma che strano Word che usi”: l’interfaccia è talmente simile a quella Microsoft che capita spesso di vedere utenti che non si rendono conto di aver di fronte una suite non-Microsoft, per cui la migrazione è facile e indolore.
  • Possiamo continuare a usare i vecchi documenti scritti con i prodotti Microsoft. StarOffice li legge e scrive senza troppi problemi, e nei casi più difficili ci sono i lettori gratuiti di Microsoft per i file Word, Excel e PowerPoint.

Sono cinque concetti, non di più: il numero ideale da snocciolare usando le dita di una mano. Mi raccomando, usateli per tampinare chi di dovere, affinché il CD di StarOffice non faccia la fine del sottobicchiere. Sarebbe un vero peccato perdere così un’occasione di libertà.

L'autore

  • Paolo Attivissimo
    Paolo Attivissimo (non è uno pseudonimo) è nato nel 1963 a York, Inghilterra. Ha vissuto a lungo in Italia e ora oscilla per lavoro fra Italia, Lussemburgo e Inghilterra. E' autore di numerosi bestseller Apogeo e editor del sito www.attivissimo.net.

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