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Inaugurazione di Apogeo OpenPress

22 Giugno 1999

Inaugurazione di Apogeo OpenPress

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Su Apogeonline apre i battenti , inserto dedicato al mondo del software libero e open source.

Perché si continua a parlare di sofware open source? Quali sono le sue basi e le sue prospettive future? Sembra che il mondo degli utenti – coloro che per lavoro o per passione hanno la necessità (e a volte la responsabilità) di scegliere il sistema operativo su cui lavorare – sia in questo momento una fucina di domande. Domande volte a capire di che cosa si sta parlando, quali sono gli effettivi pregi e difetti del software libero, al di là degli slogan e dalle reclamizzate proprietà taumaturgiche dei programmi usciti dalla “new age” dello sviluppo software. E come spesso accade le domande diffuse si tramutano in domanda di informazione.

È per questo motivo che in tutto l’ambiente della comunicazione informatica, gli spazi che le comunità di sviluppo aperto occupano sulle testate giornalistiche o sulle riviste elettroniche sono in costante aumento. La crescita, benché costante, non ha il carattere dell’impennata dovuta a uno scoop giornalistico di grande rumore ma, inevitabilmente, di breve durata. I ranghi occupati da notizie su Linux hanno salito lentamente la china, e cominciano ora a essere confrontabili con la cronaca generata dalle grandi Corporation, Microsoft prima di tutte.

Internet e sviluppo aperto costituiscono un binomio che funziona. Lo ha dimostrato Linus Torvalds, dando il via a un progetto di grande interesse e successo, ma per nulla innovativo. La modalità di sviluppo del software open source, infatti, è di molto precedente all’avvento di Linux, ma solamente l’ausilio di un nuovo mezzo di comunicazione di massa, acentrico e non moderato, ne ha consentito la rapida esplosione, con il raggiungimento della massa critica di sviluppatori che ha consentito la costruzione di un “bazaar” ben più complesso, articolato e contemporaneamente efficiente delle “cattedrali” di Redmond a cui siamo abituati.

Il nocciolo della questione sta tutto nel concetto di massa critica. Da un lato abbiamo un mondo dell’informazione sempre più gigantesco, proprio in termini di quantità di informazioni. Internet, in primo luogo, è un database sconfinato, di cui nessuno ne conosce esattamente le proporzioni. Ma anche nel mondo software le dimensioni stanno raggiungendo livelli critici: i milioni di linee di codice contenuti nelle nuove versioni di Windows sono comunque informazione, con cui bisogna confrontarsi, almeno nella fase di sviluppo e debug.
D’altro lato, le capacità di una struttura centralizzata, piramidale, di abbracciare un insieme di informazioni sempre più vasto, non crescono linearmente con l’aumentare delle risorse (economiche) di cui tale struttura dispone. Il sistema elaborato di comunicazioni interne, di verifiche e di debug aumenta a sua volta la propria complessità, aggravando sempre i più costi “burocratici” rispetto alle funzioni propriamente produttive.
Ecco perché lo sviluppo secondo il modello open source appare così interessante. Verso di esso si concentrano infatti le speranze e le attese degli osservatori, che vedono in queste comunità di co-sviluppatori sparsi per il globo, l’unica entità in possesso di una “massa critica” tale da fronteggiare pariteticamente il suo oggetto di studio.

A dimostrazione di questa tesi vi è il fatto che lo sviluppo aperto, come modalità di collaborazione, sta dando i suoi frutti ben al di là della programmazione. Esistono, infatti, progetti di documentazione o di ricerca che coinvolgono aree e discipline diverse. Si veda per esempio Logos, il dizionario online di cui Apogeonline ha parlato anche recentemente progetto a cui tutti possono contribuire, anche soltanto con una singola voce.

Ma la comunità open source è un soggetto dai caratteri completamente nuovi, ben diverso da una azienda che possiede un ufficio reclami, un ufficio comunicazioni esterne e un ufficio relazioni con il pubblico. È allora il mondo dell’editoria specializzata (soprattutto su Internet) a costituirsi come surrogato di un ufficio stampa. Allo stesso modo in cui vengono costruiti i programmi, così anche le notizie spesso vengono confezionate. Annunci presenti nei newsgroup spesso passano di mano in mano, per essere poi colti da una penna in qualche modo “autorevole” che darà loro la forma definitiva, quella che troverà spazio sulle pagine (di carta o elettroniche) nelle riviste più lette.

Così Apogeonline vuole aprire una porta e lasciare che le voci dal mondo dell’open source possano fluire, arrivare anche sugli schermi italiani, tradotte nella nostra lingua ove necessario, e contribuire a rispondere ad alcune delle domande che stanno agitando l’altra comunità, contrapposta a quella degli sviluppatori: la comunità di chi ha fatto del computer, più che un oggetto di studio, uno strumento insostituibile nel lavoro quotidiano.

L'autore

  • Alberto Mari
    Alberto Mari lavora col Web dal 1998. La passione per le tecnologie e una cultura umanistica l'hanno portato a occuparsi di editoria digitale e ebook.

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