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Fry’s contro Fry’s: una storia tipicamente americana

25 Marzo 1999

Fry’s contro Fry’s: una storia tipicamente americana

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Possono le grandi aziende schiacciare le piccole per la supremazia su Internet? Feroci giochi di potere per quei pochi K che un Website può rappresentare. Ma è così importante apparire sul Web?

Nella puntata precedente (https://www.apogeonline.com/informaz/art_121.html) ho dato una descrizione della Fry’s Electronic, il supermercato dell’informatica qui in Silicon Valley. Questo per presentare una gigantesca struttura nella quale si vendono come noccioline Pentium II da 350 Mhz, HD da 10 Giga, stampanti e masterizzatori CD.
Tra l’altro, in questi giorni ho avuto modo di visitare il “negozio” più grande a Sunnyvale, e devo dire che, a un dato momento, sono stato preso dal panico, non avendo più idea di dove fosse il lato delle casse e di conseguenza l’uscita. Un fatto che si commenta da solo.

I fatti di Internet

La Fry’s, pur essendo una struttura non da poco (7 ipermercati di computer-elettronica in California) non è presente su Internet. E tutto ciò in un’area come questa, dove si respira tecnologia fin dalle prime ore del mattino.
Anche il supermercatino dell’angolo o il negozio di bici hanno il website. Io qui non ho mai pensato di andarmi a cercare una cartoleria per comprare l’inchiostro della stampante: ho cercato sul Web dove si trovava lo “Staples” più vicino (il “Registri Buffetti” locale, ma in versione Rinascente), ho stampato la cartina che gentilmente Yahoo! offre (basta dare l’indirizzo), e per massimo di pigrizia ho pure stampato le indicazioni per come arrivarci. Sono stufo di perdermi, tra una highway e l’altra.

Invece Fry’s su Internet non ha nulla di nulla. Cercando l’indirizzo del megastore di Sunnyvale, sono casualmente capitato su una storia che fa pensare. Eccola.

Lo sfidante al nome: Fry’s Electronics

La Fry’s, che evidentemente ha pensato in ritardo ad una sua collocazione su Internet, pur non avendo una rappresentanza concreta sul Web, ha deciso di prendere il meglio e ha ingaggiato una feroce lotta di avvocati contro chi si era aggiudicato per tempo il nome www.frys.com. Che poi è il nome ideale, giusto? Cerco la Fry’s, cosa di meglio per trovarla di ww.frys.com?

Il detentore del nome: French Frys

Ecco la ditta che si è aggiudicata in prima istanza il fatidico nome, ww.frys.com. La Frenchy Frys, ditta relativamente giovane, che si occupa di distribuire macchinette per vendere panini, patatine fritte, barre di cioccolato. O cose del genere. Tutto un altro settore.

Questi signori, nella persona di David Peter, il proprietario, si sono aggiudicati quattro anni fa il nome internet www.frys.com. Quando poi il gigante Fry’s si è svegliato, e ha scoperto che qualcun altro usava un indirizzo Internet che avrebbe potuto fare comodo a loro, ha scatenato gli avvocati. Dopo approfondite analisi, sono riuscito a trovare pochissimo materiale su questo caso. Che sia stato epurato? Un insabbiamento all’italiana?

Analisi dei fatti

Ma sono riuscito, perlomeno, a farmi un’idea dei fatti. Eccola:
La Fry’s Electronic ha denunciato la Frenchy Frys per infrazione del marchio registrato.
Sembra (ma non ho trovato conferma) che la Frenchy Frys abbia chiesto un milione di $$ per cedere il domain name. Mica noccioline. Può un nome Web valere tanto?
Di qui denuncia per estorsione, e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine la Fry’s Electronic vince la causa (febbraio 97, la cosa è vecchia, ma ancora più interessante se si pensa che dopo tutta questa bagarre, il sito www.frys.com è ancora inutilizzato) e la Frenchy Frys scompare dal panorama Web.
Se volete dare un’occhiata ai dati che ho trovato, eccoli:
http://www.phoneboy.com/pig/rant/fryscom.html
oppure:
http://www.reignyourdomain.org/cases.html

A prescindere dal caso specifico, questa diatriba fa sorgere alcune domande:
È giusto che un gigante commerciale schiacci una piccola azienda e si porti via quello che vuole a suon di avvocati?
Chi ha realmente diritto di scegliere un domain name? Chi arriva prima, o chi, per qualche motivo vero o fittizio, ritiene di averne diritto più degli altri?
Quanto può valere, in termini commerciali un nome sul Web? Ovviamente va in funzione di quanto può generare in termini di vendite, immagine, possibilità di gestire il rapporto con i propri clienti a costi ridotti.
Ma tutto questo, quanto vale? Uno? Nessuno? Centomila?
Se il Web non è anche uno strumento commerciale così potente, come da alcune parti si afferma, perché scaldarsi tanto?
Se il Web non è anche uno strumento commerciale così potente, come mai la Fry’s, dopo essersi aggiudicata il nome a suon di avvocati di grido, non sta ancora sfruttando il mezzo?

Risposte vere e proprie di questo caso non ne ho, vi metto solo una pulce nell’orecchio, per far sorgere ancora altre domande legittime.
La mia impressione generale, partendo dall’analisi dei dati trovati, è questa: che il Web, e in principio l’uso del computer per fare comunicazione-commercio-vetrina, siano un mezzo di una potenza smisurata, da fare impallidire il telefono e girare nella tomba il buon Marconi, ma che ancora non si sappia bene come imbrigliare questo cavallo imbizzarrito e trarne veramente il frutto che si vorrebbe (e che potrebbe dare).

*Additional track (come nei CD di jazz)

A tutto questo aggiungo una piccola chicca, un caso di casa nostra.
Parliamo di una ditta non da poco, che vende in tutto il mondo, con prodotti tipo Nutella, Rocher e Kinder, prodotti amati e diffusi ovunque: la Ferrero di Alba (CN).
Bene, questo gigante della produzione del cioccolato, che ha interessi commerciali e prodotti diffusi in buona parte del pianeta, non ha un website.
Che una ditta rinomata come la Ferrero non si sia già messa a sfruttare il rimbalzo di immagine tra i vari Nutella Club sparsi per Europa e America mi è sembrato inconcepibile.

Ancora più perché il pubblico Internet è un pubblico da Nutella, in senso di età e tipologia di vita. Ho allora contattato la ditta piemontese presso cui sono appoggiati i nomi www.ferrero.com e www.nutella.com (oltre ad altri vari nomi di loro prodotti) e anche loro si domandavano il perché.
Che sia un’altro caso Fry’s? Che anche alla Ferrero pensino: “Ma fin quando vendiamo, chi se ne frega di Internet?”

Morale

Web o non Web il mondo gira lo stesso. Ma alcuni non hanno ancora sperimentato che con il Web gira più velocemente. E che la Nutella va spalmata sul pane.
Andatevi a vedere questo: http://www.math.jussieu.fr/~divizio/nutella.html

Saluti a tutti e buona merenda

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