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Zi HackAdemy, la prima scuola ufficiale per hacker

21 Novembre 2001

Zi HackAdemy, la prima scuola ufficiale per hacker

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Due studenti per banco e un professore alla cattedra. Sembra una normalissima scuola, come ce ne sono tante. In questa scuola, però, si insegna una materia molto particolare: pirateria informatica. …

Due studenti per banco e un professore alla cattedra. Sembra una normalissima scuola, come ce ne sono tante. In questa scuola, però, si insegna una materia molto particolare: pirateria informatica.

È la prima scuola nel suo genere di tipo ufficiale, ospitata in Francia e più precisamente nell’Undicesimo arrondissement di Parigi.

Sulle vetrate della Zi HackAdemy, così si chiama la scuola, ci sono vetrofanie che riproducono un teschio, tanto perché sia chiaro dove si entra.
“Le persone che si iscrivono adesso – spiega il direttore, Olivier Spinnelli – potranno seguire i corsi tra un mese”.

L’afflusso di aspiranti hacker, infatti, è molto alto e 9 ore di corso costano 450 franchi, circa 135 mila lire.

L’aula, come racconta la nota della AFP, è piccola e la dozzina di studenti che segue il corso si accalca per entrare. Sui muri, come nella più pura tradizione, spiccano graffiti, mentre di sottofondo si sente il ronzare dei computer collegati alla Rete.

Il docente è aiutato da un videoproiettore collegato al suo Pc: con questo illustra agli studenti il suo programma. Studenti che a differenza delle normali scuole, conservano l’anonimato.

Non tutti però sono hacker, come spiega la nota d’agenzia. Due di loro, ad esempio, poco hanno a che fare con il mondo sommerso della Rete.

Uno è un poliziotto con una licenza informatica e amministratore della rete del commissariato dove lavora, l’altro è un webmaster. Tutti e due uniti dalla voglia di capire e potersi difendere dalle intrusioni.

Un terzo, poi, altri non è che un capo di un’équipe Microsoft specializzata nella sicurezza informatica. È lì per informarsi sugli ultimi ritrovati software in voga presso gli hacker, vera spina nel fianco per i server gestiti dai software del gigante americano.

Due parole le merita anche il “professore”. Si chiama Clad Strife (uno pseudonimo ovviamente) e appartiene a quel gruppo che gli hacker neofiti chiamano “l’élite”.

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