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Zanichelli, l’anticopia che punisce gli onesti

22 Gennaio 2004

Zanichelli, l’anticopia che punisce gli onesti

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Sono sempre più numerosi i dizionari e le enciclopedie su CD-ROM con protezioni anticopia e altre limitazioni d'uso. Gli editori si giustificano dicendo di doversi difendere dalla pirateria, a costo di causare disagi assurdi agli utenti paganti. Eppure quei dischi si copiano lo stesso

Qualche settimana fa vi ho raccontato della rapida obsolescenza dei dati digitali, venduti come soluzione eterna ma in realtà meno durevoli di un buon libro cartaceo o di un disco di vinile. Uno dei fattori di quest’invecchiamento precoce è il fatto che molti di questi dati dipendono dalla disponibilità di uno specifico dispositivo di lettura: sparito quello, i dati sono inutili, anche se il loro supporto è ancora sano.

Proprio in questi giorni sono alle prese con un esempio pratico che credo meriti di essere raccontato, perché dimostra quanto questo problema dell’obsolescenza non sia astratto e remoto, ma assolutamente attuale. I dati che diventano obsoleti non sono quelli di vent’anni fa, ma quelli del 1998: l’altroieri, insomma.

Mi riferisco in particolare a un dizionario italiano-inglese su CD-ROM della Zanichelli, il Ragazzini Terza edizione: utilissimo per chi come me si guadagna la pagnotta passeggiando con cautela nel campo minato delle lingue straniere. L’ho acquistato soltanto quattro anni fa, e già ora non lo posso più consultare.

Non si è graffiato il CD, né me l’ha mangiato un fungo tropicale: più semplicemente, è cambiato Windows. Quell’edizione dell’opera funziona soltanto sotto Windows 98: con Windows XP, quello che mi ritrovo sui PC attuali, non c’è verso di farlo girare. Ho tentato invano tutte le “modalità compatibili” offerte dal sistema operativo Microsoft: niente da fare. Potrei piratare Windows 98, oppure acquistare una licenza XP Pro che consenta anche il downgrade (esiste, non sto scherzando), ma significherebbe rinunciare a gran parte del supporto hardware, dato che le moderne periferiche funzionano quasi sempre soltanto sotto XP e il supporto per Windows 98, quando c’è, è insopportabilmente claudicante.

Risultato: in quattro anni scarsi, una preziosa banca dati digitale è diventata inservibile per me e per tutti gli altri che l’hanno comprata. Il dizionario di carta, abbandonato a impolverarsi sulla libreria, sembra guardarmi con compatimento, pronto a servirmi fedele per altri vent’anni mentre il suo lucente clone digitale mi ha già dato il benservito. Se siete fra quelli che hanno svuotato la libreria per sostituire l’enciclopedia cartacea con quella su CD-ROM, come propone un famoso spot televisivo, pensateci un attimo. Fra un paio d’anni potreste rimpiangere la carta che avete cestinato.

Obsolescenza programmata

Se un libro di carta diventasse illeggibile dopo soli quattro anni, faremmo fuoco e fiamme dall’indignazione: ma siccome si tratta di informatica, del nuovo che avanza, chiniamo la testa e accettiamo la cosa come se facesse parte integrante del grande ordine cosmico. E intanto paghiamo.

È esattamente quello che ho fatto io, anche se mi vergogno ad ammetterlo. Avendo bisogno di quel dizionario, ho scucito altri ottanta euro e ho comperato la versione 2004. Ora prego che zio Bill non decida di introdurre troppo presto Longhorn, il successore di Windows, perché altrimenti vedo già all’orizzonte l’obsolescenza di quest’ennesima copia. E così adesso mi trovo nella libreria due dizionari di carta praticamente identici.

La ragione di questa illeggibilità del vecchio dizionario non sta nell’evoluzione tecnologica del software: è dovuta, più semplicemente, alla presenza di un sistema anticopia. È questo che manda in crisi Windows XP e i suoi onesti tentativi di far finta di essere Nonno Novantotto. Dal punto di vista commerciale, è senz’altro una scelta astuta, dato che obbliga l’acquirente a comperare una nuova versione ogni tot anni, ma dal punto di vista del cliente sa tanto di fregatura. Nessuno ci avvisa, al momento dell’acquisto, che i prodotti in CD-ROM hanno una vera e propria data di scadenza, e oltretutto così scandalosamente ravvicinata.

Ottanta euro ogni quattro anni non sono un salasso, certo. Ma è una politica commerciale sempre più frequente. Immaginate che tutti i libri della vostra biblioteca scadano e debbano essere ricomprati ogni quattro anni: perché è questo il principio che si vuole imporre. Come la mettiamo?

Oltre al danno…

Le peripezie dell’onesto acquirente non finiscono qui. Infatti il sistema anticopia del Ragazzini 2004, come del resto quello di molti altri prodotti analoghi, obbliga l’utente a tenere il CD costantemente nel lettore. Il dizionario non si installa sul disco rigido: si deve leggere direttamente dal CD. Il risultato è che i tempi di accesso sono esasperanti, cosa particolarmente frustrante per chi ha comperato la versione elettronica perché si aspettava di poter effettuare consultazioni più veloci rispetto alla cara, vecchia carta.

Non solo: il baccano del lettore di CD perennemente in rotazione fa sembrare ogni consultazione un decollo di un Top Gun da una portaerei. Se avete enciclopedie multidisco, una ricerca articolata diventa una lenta tortura a base di inserimenti ed estrazioni di dischi: la fate una volta sola, poi buttate via tutto e tornate ai volumi di carta. Se poi avete la disgrazia di usare un laptop, il consumo di batterie va alle stelle. Tutto questo viene fatto in nome della difesa contro la pirateria. E poi mi chiedono come mai i libri elettronici sono stati un flop.

È di fronte a situazioni demenziali come queste che l’utente, per quanto onesto, si lascia tentare dalla pirateria. Eh già, perché le copie pirata sono sprotette e si installano sul disco rigido senza fare tante storie: sono più veloci, silenziose e pratiche. Ironicamente, questo è un caso in cui il prodotto piratato offre prestazioni superiori all’originale.

Così si presenta un dilemma morale: avendo già acquistato la copia originale, è lecito procurarsi una copia pirata della medesima opera e usarla al posto dell’originale? Dopotutto l’editore ha ricevuto il suo equo compenso, per cui non gli si toglie il pane di bocca: sto parlando di usare la copia pirata solo se si possiede l’originale. L’editore ha i soldi che gli spettano, noi abbiamo il software che funziona come vogliamo noi, e tutti viviamo felici e contenti. Ma sono certo che ci sono orde di legulei pronti a giurare, a torto o a ragione, che si tratta comunque di pirateria.

L’onestà paga, e paga pure caro

Meglio dunque essere onesti e rispettosi della legge oltre ogni margine d’incertezza e cercare una soluzione inattaccabile. Sfogliando il manuale del dizionario, scopro che in effetti esiste un’opzione che consente di installare il dizionario sul disco rigido: basta contattare l’assistenza clienti per ottenere l’apposito software con relativa licenza. Musica per le mie orecchie e quelle di chi condivide con me l’ufficio: scrivo immediatamente all’assistenza clienti.

E qui l’ironia arriva al sublime. Zanichelli è sì disposta a darmi licenza e software per installare il dizionario sul mio disco rigido, ma mi comunica via e-mail che la licenza costa 25,83 euro più IVA per ogni utente e che la licenza minima è per cinque utenti; quindi la cifra va moltiplicata per cinque, anche se io sono uno solo. Prendere o lasciare. Di licenza monoutente, insomma, non se ne parla proprio, neppure insistendo e supplicando: ho ottenuto solo un “ci penseremo” seguito da settimane di silenzio.

Insomma, se voglio semplicemente installare sul mio disco rigido il dizionario che ho già pagato una volta, devo scucire altri 130 euro più IVA, ossia il doppio del prezzo di partenza, per ricevere il software che toglie la protezione anticopia. E chi l’ha messa la protezione? L’editore. Mi sento come se mi avessero venduto un’auto per ventimila euro senza dirmi che la chiave d’avviamento ne costa altri quarantamila. Posso sedermi al volante e fare “brum-brum”, ma se la voglio guidare davvero e per bene, devo scucire ancora per togliere il lucchettone messo dal venditore.

E come devo pagare per il lucchettone che non avevo chiesto? In anticipo, naturalmente, “con bonifico bancario contestualmente alla sottoscrizione dell’accordo di licenza”, quindi con un interminabile andirivieni di documenti cartacei. Niente carta di credito, ovviamente. Meno male che siamo nell’era dell’e-commerce.

Clienti, non ladri

Parliamoci chiaro: mettere in questo modo i bastoni tra le ruote a chi vuol essere in regola è a metà fra la presa per i fondelli e l’istigazione a delinquere. La tentazione di trovare altre strade è forte, e non siamo tutti santi. È evidente che la regola di base del commercio dei prodotti informatici, imparata oltre un decennio fa dalle principali società di software, non è ancora stata assimilata dai nuovi arrivati: primo, più i prezzi sono alti, più sale l’incentivo alla pirateria; secondo, più sono arbitrarie e restrittive le condizioni di licenza, più il consumatore si sente vittima di un sopruso anziché di un rapporto commerciale. Ed è quindi invogliato a restituire la fregatura.

Quello che rende ancora più ridicole politiche commerciali come queste è che sono legalmente eludibili. Non occorre abbassarsi alla pirateria per eliminare le restrizioni punitive imposte dal produttore. Basta usare per esempio VirtualCD, e come per magia il dizionario si installa sul disco rigido e funziona anche meglio: velocissimo e silenzioso. È comunque necessaria la presenza del CD originale all’inizio di ogni sessione, per cui l’editore ha comunque garantito il proprio introito, e la licenza Zanichelli non vieta questa prassi, che fra l’altro mi è stata suggerita apertamente proprio dall’assistenza clienti.

VirtualCD costa 45 euro, ossia meno di un terzo della licenza “prendi uno paghi cinque” di Zanichelli. Lo sto usando in questo momento per i trenta giorni di prova, terminati i quali, se sarò soddisfatto, potrò pagare per continuare a usare il software per questo e altri dizionari rompitimpani, tutti legalmente acquistati. Pagare online, s’intende, e con la carta di credito.

Moralmente sarei molto più contento di pagare all’editore, anziché a terzi, una cifra ragionevole in cambio di un prodotto flessibile e pratico; in fin dei conti, il dizionario l’ha compilato l’editore, non i creatori di Virtual CD. Ma temo che a causa della miopia di queste pratiche commerciali insensate e antiquate e del tentativo futile di controllare la pirateria, i miei soldi, e quelli degli altri utenti, andranno altrove. Chi troppo vuole, insomma, nulla stringe.

Suvvia, manager della Zanichelli ed editori di CD-ROM in generale, smettetela di trattarci tutti come delinquenti. Molti di noi vogliono pagarvi. Basta che ci diate il modo di farlo senza tartassarci e punirci con prodotti azzoppati e licenze capestro. I miei trenta giorni con Virtual CD non sono ancora scaduti. Sapete dove trovarmi.

Successivamente alla pubblicazione di questo articolo, Zanichelli ha segnalato che sul proprio sito è disponibile una patch che consente di utilizzare il Ragazzini Terza Edizione anche sotto Windows XP. Inoltre Zanichelli chiarisce che l’opzione d’acquisto tramite carta di credito in realtà esiste; purtroppo non era stata indicata nella mia corrispondenza con la casa editrice, che anzi indicava il bonifico come unica modalità di pagamento.

L'autore

  • Paolo Attivissimo
    Paolo Attivissimo (non è uno pseudonimo) è nato nel 1963 a York, Inghilterra. Ha vissuto a lungo in Italia e ora oscilla per lavoro fra Italia, Lussemburgo e Inghilterra. E' autore di numerosi bestseller Apogeo e editor del sito www.attivissimo.net.

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