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Wikimedia è un provider

01 Agosto 2014

Wikimedia è un provider

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Ospita sui server contenuti realizzati da altri soggetti e ha responsabilità limitata in materia. Lo afferma il giudice.

Se dovessi spiegare a mia nonna che cos’è Wikimedia Foundation le direi sbrigativamente che è l’ente dietro Wikipedia. Ma se devo parlarne con maggior precisione sono il primo a spendere fiumi di parole al posto di quello sta dietro, onde evitare i soliti e fin troppo ricorrenti equivoci. Esiste anche un’apposita pagina web che spiega il confine ontologico tra Wikimedia e Wikipedia; ciononostante il concetto continua a non passare.

Di recente anche un giudice italiano è stato chiamato a fare luce su questo aspetto e lo ha fatto con massima semplicità e lucidità decidendo sul caso Angelucci vs. Wikimedia. Risparmio la ricostruzione dell’antefatto dato che sono stati scritti fiumi di inchiostro digitale; basti sapere che si tratta di un caso di (presunta) diffamazione che i signori Antonio e Giampaolo Angelucci avrebbero subìto a causa di quanto scritto in una voce di Wikipedia in lingua italiana, sfociato poi in una diatriba giudiziale di circa cinque anni il cui epilogo è arrivato nei giorni scorsi con la pubblicazione della sentenza da parte del Tribunale di Roma.

Sentenza Angelucci vs Wikimedia -Tribunale Roma, 9 Luglio 2014 by copyleftitalia

A titolo di premessa, è il caso di ricordare che la responsabilità giuridica dei provider di servizi Internet è graduata a seconda del tipo di attività effettivamente svolta rispetto ai contenuti pubblicati dagli utenti.

Ci sono infatti soggetti che svolgono mera attività di hosting e quindi il loro lavoro si limita a mettere a disposizione le risorse tecnologiche affinché un contenuto sia presente in rete; in questo caso dunque, pur sempre nel rispetto di alcune condizioni fondamentali, la loro responsabilità civile o penale relativa ai contenuti risulta limitata, dato che i veri artefici della pubblicazione del contenuto sono gli utenti del servizio. Altri soggetti invece hanno un livello di responsabilità maggiore dovuto al loro ruolo attivo nella pubblicazione, selezione, indicizzazione dei contenuti. In questa dicotomia si trova tutta la ratio della decisione del Tribunale di Roma. Nella sentenza si legge infatti:

Non è dimostrato che nella gestione dell’enciclopedia Wikipedia, la Wikimedia Foundation svolga funzioni diverse da quelle di hosting provider, ossia di soggetto che si limita ad offrire ospitalità sui propri server ad informazioni fornite dal pubblico degli utenti.

Successivamente il giudice, fondando il suo ragionamento sulle norme del decreto legislativo 70/2003 che chiariscono i limiti della responsabilità dei provider Internet, chiarisce che, a fronte di un generale principio di irresponsabilità del provider stesso,

questi risponde degli illeciti dei suoi utenti solo nel caso in cui, non appena sia a conoscenza di fatti illeciti su espressa comunicazione delle autorità competenti, non si attivi per rimuovere le informazioni illecite o per disabilitarne l’accesso. L’esenzione da responsabilità cade, invece, qualora l’utente agisca sotto l’autorità o il controllo del gestore del servizio, come nel caso del content provider, venendo così meno la neutralità di quest’ultimo rispetto al contenuto.

Per fortuna il giudice ha capito quali sono le regole del gioco di quel fenomeno senza precedenti che è Wikipedia, cogliendo e spiegando chiaramente in una sentenza destinata a fare giurisprudenza (e che tra l’altro conferma l’orientamento già espresso l’anno scorso nel caso Previti) quale sia l’effettivo ruolo di Wikimedia Foundation rispetto ai contenuti che giorno per giorno milioni di utenti caricano e aggiornano.

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L'autore

  • Simone Aliprandi
    Simone Aliprandi è un avvocato che si occupa di consulenza, ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del diritto dell’ICT. Responsabile del progetto copyleft-italia.it, è membro del network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari. Ha pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft.

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