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Ebook, una gigantesca start-up nazionale

25 Ottobre 2010

Ebook, una gigantesca start-up nazionale

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Dopo gli annunci della scorsa primavera, l’autunno sta spargendo sulla penisola un sottile strato di libri elettronici, e insieme a questi molti interrogativi

A dieci anni dal flop del 2000, l’Italia degli ebook versione 2010 è solo agli inizi. In questi ultimi mesi si sono buttate le basi del mercato che sarà. Le previsioni sono buone e i trend in crescita. Ma i numeri ancora piccoli. 0,1% del mercato per questo Natale, tanto per citare la previsione più prossima. A fronte di questo si preannunciano crescite esponenziali di mese in mese (sulla scia di quello che sembra avvenire nel mercato statunitense), si ricordano le criticità del mercato editoriale cartaceo e la crisi delle librerie (indipendenti o di catena). Non passa giorno senza che in rete non si trovi un post, un tweet che ricordi ai figli di Gutemberg che il loro tempo è agli sgoccioli. L’hype sugli ebook nostrani è molto alto. Obbligatorio parlarne, se non si vuole essere out. E visto che tutti ne parlano ma relativamente ancora pochi se ne fanno, e se ne leggono, è facile creare confusione. Gli ebook in Italia sono oggi una gigantesca start-up nazionale che coinvolge tutti gli addetti ai lavori, apre nuove opportunità e porta con sé i germi di una rivoluzione anche se per ora sembra più prudente parlare di evoluzione, dei gusti e delle modalità di lettura, quantomeno dei lettori forti. La storia ci dirà chi avrà previsto con maggiore lucidità il futuro di questo nuovo oggetto editoriale. Ora è però possibile concentrarsi su quanto già c’è.

Il mistero delle due piattaforme

Se esistono gli ebook, e oggi in Italia esistono in un numero che comincia a essere degno di nota (qualche migliaio di titoli in continua crescita provenienti dai cataloghi di molti editori piccoli, medi, grandi), questi vanno resi disponibili ai lettori. Devono essere distribuiti. Della distribuzione degli ebook si è fatto un gran parlare e spesso a sproposito. La parola chiave negli ultimi mesi è stata piattaforma. Il mercato italiano si è configurato in una maniera peculiare, differente da quanto è successo nel modo anglosassone, dove due grossi player (Amazon e Apple, a cui sembra presto se ne aggiungerà un terzo, Google) sono in lotta per il controllo totale del business che ruota attorno al libro elettronico.

La parola “totale” ha un peso importante e va spiegata. Amazon e Apple sono negozi che gestiscono direttamente i cataloghi digitali degli editori. Quello che fanno è annullare la distanza tra libreria e magazzino (in alcuni casi si sostituiscono anche all’editore nella finalizzazione del prodotto, ovvero nella creazione dell’ebook, cioè del file del libro). Un po’ come se il libro cartaceo fosse acquistabile direttamente dai magazzini editoriali, da cui il libro tradizionalmente parte verso la libreria. A prescindere dagli accordi commerciali che possono intercorrere tra Amazon (Apple o Google) e editore, quello su cui porre l’attenzione è il fatto che in questa architettura distributore e negozio sono la stessa cosa e che una volta che l’editore ha consegnato i file dell’ebook ne perde in un certo modo il controllo, poiché essi sono conservati sui server dello stesso attore che ne gestisce la vendita.

Distribuzione e vendita

In Italia questo non avviene. Il modello che ha preso forma in questi mesi tiene nettamente separate piattaforme di vendita da piattaforme di distribuzione. Piattaforme di vendita sono gli store, o siti di e-commerce, dove è possibile acquistare libri in formato elettronico (ma spesso anche libri cartacei, dvd, musica ecc.). LaFeltrinelli, IBS, BOL, Simplicissimus, Bookrepublic, Biblet (tanto per fare i nomi più spesso citati) sono tutti negozi che oggi vendono ebook provenienti dai cataloghi di numerosi editori. Queste piattaforme di vendita quindi si riforniscono, o meglio si interfacciano, alle piattaforme di distribuzione, vera novità degli ultimi mesi.

Le piattaforme di distribuzione si rivolgono agli editori offrendo numerosi servizi legati alla creazione e gestione di cataloghi digitali. Si va dalla codifica del file nel formato scelto (oggi la preferenza è il formato ePub), alla possibilità di controllare la messa in vendita di un titolo, modificandone i metadati, definendone il prezzo e applicando o meno una qualche forma di Digital Right Management. Una piattaforma di distribuzione è tanto più efficace tanti più negozi si interfacciano con lei, tanto più flessibile e usabile è per l’editore e tanto meno è visibile al lettore, la cui unica preoccupazione deve essere quella di scegliere nel suo store preferito l’ebook preferito, tra un catalogo il più ampio possibile, e velocemente aggiornato man mano che l’editore rilascia nuovi ebook.

I quattro distributori

In Italia oggi esistono quattro piattaforme di questo tipo che proprio in queste settimane si stanno interfacciando con tutti gli store interessati al commercio di ebook: Stealth, Bookrepublic, Mondadori, Edigita. Stealth di Simplicissimus (la prima a essere operativa, già in occasione della scorsa fiera del libro di Torino) e Bookrepublic sono la scelta preferita di molti editori indipendenti medio-piccoli. Mondadori si rivolge agli editori del suo gruppo. Edigita a quelli dei gruppi GeMS, Feltrinelli (a cui Apogeo appartiene), RCS. Inoltre alcuni piccoli o piccolissimi editori italiani si sono rivolti “oltre confine” scegliendo per la distribuzione degli ebook la consolidata piattaforma Ingram.

Infine, e questa è stata causa di grande ambiguità, come ricordato sopra Simplicissimus e Bookrepublic sono operativi anche nella vendita degli ebook, attività che invece Edigita e Mondadori non svolgono direttamente, demandandola a negozi terzi (e questo spiega per esempio perché pochi giorni dopo l’annuncio a Francoforte dell’accordo Telecom-Mondadori, il libri di questo editore fossero disponibili oltre che sul neonato Biblet anche sul negozio di Bookrepublic). In pratica da qui a Natale gli ebook di tutti gli editori che stanno lavorando sul digitale saranno acquistabili in tutti i negozi, indipendentemente dalla piattaforma a cui un editore ha deciso di affidarsi, e questo non potrà che stimolare il nascente mercato dei libri elettronici.

Sistemi di protezione

In questo clima effervescente i comportamenti degli editori sono sotto osservazione. Un tema che tiene banco è l’utilizzo di Drm su cui si sono spesi da anni fiumi di parole. Provare a stabilire qui se una sistema di protezione dei contenuti è giusto o migliore di un altro non è possibile e non avrebbe senso (chi vuole farsi un’idea di cosa implica un Drm al posto di un altro può dare un’occhiata alla pagina delle Faq pubblicata da LaFeltrinelli.it in coincidenza dell’apertura del negozio ai libri elettronici).

Certo è che l’applicazione di un Drm Adobe (la scelta di molti editori, italiani e non) è un elemento di complessità in più che può scoraggiare e disorientare i lettori meno esperti. Nel sistema di protezione dei contenuti Acs (Adobe Content Server) l’acquisto di un ebook coinvolge tre entità – il negozio, il distributore, il server di Adobe – in una sorta di “conversazione” tra macchine al termine della quale il lettore può scaricare un file .acms leggibile solo da dispositivi che supportano la tecnologia Adobe e necessario per accedere all’ebook acquistato. La principale criticità di questo Drm non consiste quindi nelle limitazioni sul testo (Acs permette di scalare in maniera molto flessibile l’utilizzo del Drm, e un ebook con questo Drm potrebbe di fatto avere limitazioni minime), ma nel porre tra il cliente e il contenuto un filtro intermedio, esperienza in totale controtendenza a quella delle librerie fisiche, dove il lettore può accedere al libro prima ancora di acquistarlo.

Al difficile tema editore-Drm-contenuto-lettore, bisogna aggiungere che non sempre il Drm è una scelta dell’editore nostrano. A volte (molto più di quanto si possa pensare) è un’imposizione di agenti letterari, autori, o degli editori stranieri che detengono i diritti sull’opera tradotta. E in queste condizioni optare per un Drm può apparire (e forse è) la soluzione migliore: meglio pubblicare un ebook sotto Drm che nessun ebook. Infine, bisogna ricordare che nel crescente mercato statunitense la presenza del Drm non sembra un limite reale. Mentre un editore come O’Reilly pubblica tutto il suo catalogo in 5 formati di libri elettronici e senza Drm, quasi tutti i grandi gruppi editoriali hanno policy molto restrittive in materia e pubblicano per ora solo ebook coperti da Drm pesanti (riservandosi però di passare a protezioni più light già nel prossimo futuro).

L’editoria che sarà

Con i germi del mercato degli ebook è stata impiantata anche la radice dell’editoria dei prossimi anni. Non è ancora possibile prevedere quello che realmente succederà nel mondo editoriale all’interno delle redazioni grandi o piccole che siano. Quello che è certo è che negli ultimi sei mesi hanno preso forma e si sono concretizzate realtà a cui afferiscono i nuovi esperti degli ebook. Tali professionalità per ora sono dei “problem solver”, chiamate in causa nel momento in cui l’editore si trova alla prese con la costruzione da zero di un catalogo in digitale. Il prossimo passo per l’editore che vorrà innovarsi sarà l’integrazione di questo know-how e la definizione di un flusso produttivo comune (salvo l’output) a libri ed ebook. Gli editor, i grafici, i responsabili della produzione, i redattori che domani potranno fare la differenza saranno quelli in grado di lavorare con la stessa disinvoltura su prodotti editoriali cartacei e digitali, consapevoli delle peculiarità come delle problematiche comuni. Abili ed eleganti nel muoversi sulla filiera produttiva scegliendo di volta in volta l’approccio e lo strumento migliore per conseguire il risultato: pubblicare! Libri di carta e libri elettronici. Perché nel prossimo futuro ci saranno entrambi.

L'autore

  • Fabio Brivio
    Fabio Brivio, classe 1972, laurea in Storia Medievale e master in Informatica e Comunicazione, crede nella sinergia tra scienze umane e tecnologia. È responsabile per l’Editoria, la Formazione e il Web in Apogeo, editore del gruppo Feltrinelli specializzato in manualistica e saggistica tecnica e professionale. Si interessa di tatuaggi ed è affascinato dal significato dei segni. Quando può, cammina lungo antiche vie. Vive tra Milano e Bologna.

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