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Webphone all’italiana

01 Febbraio 2001

Webphone all’italiana

di

Internet a portata di telefono pubblico

Il primo Wephone arriverà presto anche in Italia: si tratta del primo telefono pubblico connesso a Internet ed arriverà direttamente dagli Stati Uniti dove le cabine telefoniche collegate alla Rete sono già molto diffuse, soprattutto negli aeroporti. Come già sperimentato oltreoceano, questo terminale pubblico permetterà di accedere a Internet al costo di una telefonata urbana, senza altri costi aggiuntivi, con linea ISDN, superando così tutti i limiti degli ormai antiquati Cyber Café.

La webcabina italiana ha già un nome, Rotor 2000, e già sono iniziate le prime installazioni a partire da stazioni, aeroporti, centri commerciali, università ed altri luoghi pubblici ad elevato passaggio. Non solo questo nuovo servizio permetterà di compiere alcune operazioni essenziali quali scaricare e inviare e-mail, ma sarà anche possibile entrare nel mondo dell’e-commerce facendo acquisti online, vedere le quotazioni in Borsa, o ancora sfogliare il quotidiano telematico preferito.
La commercializzazione del servizio è quindi già iniziata a partire dal primo Internet Corner di Telecom Italia, installato presso la Galleria Vittorio Emanuele di Milano.

Il costo per l’utilizzo della postazione è di 200 lire al minuto (uno scatto ogni 60 secondi più uno scatto aggiuntivo sempre di 200 lire alla risposta) e per pagare basta utilizzare una scheda telefonica prepagata Telecom Italia, in tutto e per tutto come per una normale chiamata da un telefono pubblico.

Il target potenziale del nuovo servizio non è solo l’utenza tradizionale che potrebbe esserne attratta in virtù della semplicità e rapidità d’uso (per esempio non si deve attendere il “boot” tipico del PC) ma anche quei clienti residenziali che per necessità devono poter consultare Internet in maniera veloce per home-banking, operazioni di borsa ecc. a casa o in ufficio.

Il prodotto sarà innovativo sia per quanto riguarda le tradizionali funzioni di telefono pubblico, sia per quanto concerne l’accesso ad Internet. Infatti alle normali funzionalità telefoniche saranno aggiunte delle semplificazioni quali collegamento più veloce attraverso linea ISDN a 128 Kbps (quindi con una linea telefonica sempre libera anche quando si naviga), l’accesso facilitato ai servizi telefonici attraverso menù dedicato su schermo touch screen (ad es. servizio di Conversazione a Tre, Richiamata su Occupato, Avviso di Chiamata ecc.), l’accesso al servizio Memotel (segreteria telefonica centralizzata) con tasto dedicato, una rubrica di 500 numeri ed il Vivavoce.

Per quanto attiene invece l’acceso alla rete, alcune caratteristiche tecniche innovative introdotte dal Webphone saranno l’accesso facilitato (si tratta infatti di un Plug&Play con un’interfaccia user-friendly); la possibilità di navigare su uno schermo a colori di 8,2 pollici attraverso tastiera dedicata, touch-screen e penna stilo; l’ulteriore possibilità di gestire funzioni per e-commerce, home-banking e di accedere in modo facilitato agli eMail con tasto dedicato; infine la presenza di un portale semplificato (Welcome Page) con siti di interesse (sito Telecom Italia, Pagine Gialle ecc.) sempre visibile anche quando non è attivo il collegamento a Internet.

Pur essendo un servizio fortemente all’avanguardia, esso presenta comunque delle limitazioni all’accesso ad Internet, quali per esempio l’impossibilità di fruire di filmati, ascoltare musica (es.MP3) e di vedere attachment di file di testo (word o altri applicativi) eventualmente collegati agli eMail.

La webcabina pare dunque smentire il teorema di Negroponte che nel suo libro Essere Digitali sosteneva che in futuro i servizi telefonici, quindi anche Internet, sarebbero stati diffusi tramite l’etere: per il momento pare invece ancora più conveniente utilizzare quell’infrastruttura preesistente di cavi sotterranei senza quindi potenziare gli investimenti in nuovi settori emergenti. “Innovare, potenziare e far convergere le strutture esistenti” pare quindi un imperativo piuttosto alla moda negli ambienti che dovrebbero migliorare il nostro futuro tecnologico.

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