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Web community open source

14 Agosto 2000

Web community open source

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Dal modello Slashdot, nasce Advogato. E c'è anche Penguin.it...

Uno dei pilastri dell’open source è l’appartenenza a una comunità globale per sua stessa natura aperta e trasversale. Con annesse quelle critiche e discussioni a tutto campo che danno corpo alle svariate emanazioni di tale comunità, organizzate nella miriade di spazi interattivi oggi disponibili online. Esemplare in tal senso il modello prescelto dal gruppo di Slashdot http://slashdot.org, punta di diamante del pianeta open source a livello globale, nonché del gruppo multi-siti Andover.

Com’è noto, la sua formula vincente si basa sull’offerta mista di news dalle fonti più disparate, inclusi programmatori e aziende Linux, con ampi spazi per forum e informazioni di varia natura. Struttura aperta a tutti ma munita di un sistema di filtri per così dire “interni”, basato in primis sulle scelte redazionali cui fanno seguito commenti e “rating” degli utenti-partecipanti. Modello imitato altrove e oggi perfino migliorato, se possibile, grazie ad una recente aggregazione online, Advogato, http://www.advogato.org/, forse mirata più ad esperti e sviluppatori, ma che va acquisendo sempre più visibilità come punto di riferimento complessivo. Ennesimo esempio della creativa propagazione del virus linuxiano.

Va intanto detto, riguardo al gruppo Andover http://www.andover.net che pur se nato in Olanda, dallo scorso anno è quotato al Nasdaq di New York, e a febbraio è stato acquisito da una delle maggiori distribuzioni Linux, VA Linux Systems. Una mossa che a suo tempo aveva ricevuto qualche critica per via di rischi di omogeneizzazione dell’informazione e possibili monopoli anche in ambito open source. L’acquisizione ha infatti creato un network di siti che supera le 100 unità, ed è in continua crescita. Va tuttavia detto che in questi sei mesi il livello del materiale e delle discussioni reperibili nei siti sotto il marchio Andover non ne ha affatto risentito, tutt’altro. Si tratta anzi di spazi che sempre più divengono tappe di obbligate per fan ed esperti, businesspeople e curiosi del giro open source. Gli ultimi dati di primavera segnalano una media di oltre 50 milioni di pagine consultate per tre milioni di utenti unici al mese. Cifre di tutto rispetto, seppur complessive rispetto alla quindicina di entità del gruppo presenti sul web, con alcuni recenti trasbordi nel medium cartaceo. Tra questi, oltre all’affermato Slashdot, da ricordare MediaBuilder.com, inestimabile fonte di risorse open source per siti web, Freshmeat.net, ricca miniera per ogni programmatore, e ThinkGeek, dedito alle soluzioni e-commerce.

Tornando invece a Slashdot – di cui è il caso di ricordare lo slogan ad effetto: News for Nerds – oggi è divenuto una tale “autorità” che i titoli vengono offerti anche via cellulare, al pari delle maggiori agenzie-stampa digitali. E ovviamente non si contano rilanci, segnalazioni, imitazioni. Tra queste, una recente è tutta dedita agli utenti italiani, @Penguin.it http://www.penguin.it. Si tratta, meglio, di Penguin News, prima appendice operativa del più vasto sito in costruzione che attiverà al più presto altre succose zone interattive, tra cui Python, Service, Security insieme a Mailing List e Forum. Oltre a riproporre grafica e modello del capostipite statunitense, Penguin News presenta i maggiori titoli-link ripresi quotidianamente da Slashdot e rimandi diretti al software più recente disponibile su Freshmeat. In attesa di arricchimenti più squisitamente nostrani, il tutto rientra nel tipico stile open source: ben venga ogni rifacimento e ridistribuzione dei sorgenti originari.

Ma il bello dell’open source è che non c’è limite alla sperimentazione. Ecco così che l’ultima arrivata tra le comunità web propone un modello forse persino più interessante di quello super-popolare di Slashdot. Di cosa si tratta? Advogato, appunto, gioco di parole che mescola “advocate” (sostenere, propugnare in senso lato) con avocado, o guacamole, termini frequentemente usati dai membri per indicare il sito stesso. Questo è nato circa nove mesi fa da un’idea di Raph Levien, computer scientist presso la University of California di Berkeley. Faceva parte della sua tesi di Ph.D., il cui scopo era evidenziare dinamiche e strutture che danno vita a ragnatele-web basate sulla reciproca fiducia dei partecipanti. Ne è nato una sorta di ritrovo per sviluppatori open source, o aspiranti tali, dove scambiare consigli di prima mano, discutere, divertirsi. Al modello ormai classico dei posting blandamente filtrati e in rapida successione, si aggiungono funzioni peculiari quali i diari giornalieri sulle attività professionali (o meno) dei membri, integralmente disponibili online e autogestiti. Altra caratteristica specifica, ciascun lettore può valutare non tanto i testi inseriti (come avviene in Slashdot), bensì direttamente gli altri partecipanti. Ciò avviene sulla base delle capacità dimostrate, oltre che delle simpatie personali, e rafforza ancor più quei legami “affettivi” alla base di ogni web community di successo.

Tre gli elementi centrali per “misurare” il livello di coinvolgimento personale nella comunità. I “certificati” assegnati da altri utenti (apprentice, journeyer, master – apprendista, navigato, maestro); diverse aree per gli inserimenti in stile Slashdot, meno serrati ma più meditati; la gestione dei suddetti diari. A detta di molti, sono proprio questi ultimi a rappresentare il miele che attira nel sito partecipanti sempre più numerosi e convinti. In un giorno qualunque si arriva anche a una cinquantina di aggiornamenti individuali, che qualcuno preferisce dividere rigorosamente tra lavoro, vita, salute, etc. Invece tra i forum sparsi, ci si chiede, ad esempio, come mai falliscono certi progetti “free software” o si discute di come “hackerare” il proprio genoma.

Quel che ne esce è un ritratto continuamente rinfrescato del mondo open source, con un sano pizzico di ironia generale e soprattutto di auto-organizzazione – efficace, almeno per ora. Senza ovviamente dimenticare l’ennesima occasione creata per lo scambio di risorse, info e quant’altro all’interno del variegato mondo dell’open source. Un’altra iniziativa che non può non far bene a tutti.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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