Surface è infine entrato in competizione con iPad e tablet Android (senza dimenticare Kindle) nello spazio dei computer post-PC. Era l’ultimo grande protagonista atteso, dopo il naufragio di HP sullo scoglio WebOS.
Gli anni di ritardo si sentono tanto che Craig Mundie, development director di Microsoft, ha cercato di giustificarli pubblicamente:
Durante [gli anni in cui Apple realizzava iPhone], Windows ha attraversato un periodo difficile in cui abbiamo dovuto spostare una grande quantità della nostra attenzione verso l’ingegnerizzazione delle sicurezza.
Un po’ come se il codice insicuro lo avessero scritto altri, ma conta poco: è il momento in cui apprezzare la massima diversificazione nell’offerta, che porta sempre vantaggi a chi sceglie.
Scelte di cui sarà interessante vedere l’evolversi, perché questa – se ne era già parlato – non è la replica del mondo Wintel degli anni novanta, in cui Microsoft fa l’asso pigliatutto ed esiste una architettura hardware dominante.
Né i criteri di scelta sono quelli di vent’anni fa. La maggior parte degli acquirenti di Surface ignora quale sia il processore interno o quanta RAM sia installata, esattamente come l’acquirente di iPad o di Galaxy Tab. Windows Marketplace ha pochissimi programmi rispetto a App Store e Google Play. Cambiare chipset o scheda grafica, stile PC, è impossibile. Nel mondo tablet standard di fatto è una espressione senza senso e Windows non è la scelta naturale, ma l’ultimo arrivato.
Se è vero che questi apparecchi si vendono soprattutto in virtù del loro ecosistema, la competizione non sarà tanto su che cosa sta dentro l’apparecchio, quanto intorno.
Il pericolo per Microsoft è che il pubblico non guardi il logo e neanche le specifiche, ma ragioni come John Moltz:
Se sono rimasto più impressionato da quello che pensavo avrei visto e Surface mi è genuinamente piaciuto, non mi ha spiazzato. Ho pensato di comprarne uno, quando mi sono chiesto: non sarebbero meglio due iPad mini? E così ho fatto.
O forse sarà il contrario, staremo a vedere. L’importante è che la biodiversità aumenti. Vive la difference.