Credo che tutti o quasi conoscano la storia di Bill Gates e di General Motors.
Anni fa, Bill Gates dichiarò che se GM avesse avuto una evoluzione tecnologica simile a quello del mondo dei Personal Computer, tutti sarebbero stati in grado di comprare un’automobile nuova per 25 dollari e di farci 1,000 kilometri con un litro.
La dichiarazione suscitò una serie di commenti, più o meno apocrifi, il cui succo era che se Microsoft avesse prodotto autovetture, saremmo andati incontro a conseguenze del tipo: “Occasionalmente, in autostrada, l’autovettura si spegnerebbe senza alcun motivo apparente. Saremmo costretti a fermarci sul ciglio della strada, chiudere tutti i finestrini, scendere dall’auto, chiudere le portiere, riaprire le portiere, risalire, farla ripartire e riaprire i finestrini” e così via.
Questa, credo, l’abbiamo letta tutti, ci siamo fatti due risate e poi per anni non ci abbiamo pensato più.
Ma forse oggi è giunto il momento di ricominciare a pensarci.
Non aprite quella portiera
Non è una novità che i nostri computer siano nel mirino di virus e malwares. Con un buon antivirus, installando Firefox al posto di Internet Explorer o passando a un Macintosh possiamo ridurre drammaticamente i pericoli.
Ovunque vi sia un sistema informatico esiste però un’opportunità per la creazione di un virus.
Da tempo si narra di virus che attaccano i computer palmari – ma il fenomeno non sembra ad oggi aver raggiunto proporzioni inquietanti. Si è parlato di virus in grado di attaccare i cellulari, di cancellare la rubrica o di identificare il numero del nostro/della nostra amante e inviarlo per SMS al legittimo partner (con delazione allegata). Ma si può sopravvivere anche a questo genere di attacchi.
Oggi la notizia più allarmante è invece quella che i virus avrebbero iniziato a colpire le automobili. E che casi di infestazione sarebbero già stati individuati ed affrontati energicamente.
A quanto riportano le agenzie di stampa, i ghostbuster di Kapersky Lab, società di sicurezza informatica basata a Mosca, sarebbero stati convocati per ripulire i computer di bordo di varie autovetture – tendenzialmente Lexus e Landcruiser.
L’infezione si sarebbe propagata al computer di bordo approfittando della connessione di questo al telefono cellulare. Le teste di cuoio di Kapersky avrebbero infatti imputato l’infezione alla connessione Bluetooth tra il telefono di bordo e il sistema di navigazione GPS.
Al di là del dubbio se la notizia sia vera o uno stunt autopubblicitario per i disinfestatori di bit, è indiscutibile che quanto più un sistema operativo è aperto, tanto crescono le potenzialità per interessanti interventi dall’esterno.
Se il malevolo si ferma a taroccare il nostro GPS di bordo e ci dirige verso Pizzighettone anziché alla nostra riunione con l’Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, passi.
Ben più allarmante sarebbe la possibilità che un virus infettasse sistemi più critici come l’ABS, gli airbag, i controlli di stabilità o l’impianto Hi-Fi da 250 Watt per canale.
La connettività è già qui
Questa non è una possibilità remota – le nostre autovetture saranno prestissimo collegate a Internet per permetterci di accedere alla rete e di scaricare informazioni utili mentre viaggiamo, il sistema antifurto aspetta comandi via radio per attivare o disattivare il sistema, la connessione Bluetooth o Wi-Fi già collega apparati all’interno del nostro veicolo – insomma nel giro di poco tempo non guideremo un automobile ma un nodo mobile connesso al network.
E in virtù dell’essere connessi si spalancheranno le porte ai software malefici.
Se qualcuno pensa che questa sia fantascienza, ricordo che il mondo della Formula 1 già anni fa aveva adottato sistemi antivirus per evitare che i sistemi di radiotelemetria e controllo a distanza dell’autovettura diventassero facile preda di attacchi informatici al sistema operativo della monoposto, da parte delle scuderie concorrenti o del buontempone di turno.
In questo scenario complessivo appare ancora più inquietante il processo di convergenza tra l’industria automobilistica e quella del software. Dei tentativi, ad esempio, di un grande produttore di sistemi operativi per uscire dal mercato saturo degli OS per PC – aprendo invece il mercato vergine dei Sistemi Operativi per Autovetture.
Insomma, guardo con curiosità e trepidazione ad accordi come quello fra Microsoft e Fiat.
<< Questa autovettura ha compiuto una operazione illegale e verrà pertanto terminata >>
L’accordo, annunciato questa estate, tratta di un programma di largo respiro e lungo periodo per integrare le varie componenti dell’autovettura attraverso l’adozione del software Windows Automotive.
Grazie all’integrazione degli sforzi tra il leader mondiale del software, la casa automobilistica torinese e la Magneti Marelli, il sistema inizialmente dovrebbe integrare le “periferiche” come cellulari, impianti stereo, palmari e così via, con interfacce vocali, connessioni wireless, accesso alla propria agenda di contatti e alla lista degli impegni.
E poi abilitare il proprio veicolo a ricevere e spedire e-mail (sorvolo su quanto mi gusterebbe che la mia macchina fosse oggetto delle truffe dei Nigeriani o che il solito spammer proponesse al mio veicolo pilloline azzurre per fargli venire un albero a camme di dimensioni più grandi – e taccio sul tema dei virus via e-mail…..).
Per poi estendere l’integrazione e occupazione dei centri di potere ai sistemi di diagnostica e controllo e chissà che altro.
Favorisca patente, libretto e licenza del Sistema Operativo
Se proprio deve essere, spero che mi sarà data la possibilità di scegliere – e in alternativa all’acquisto di vetture Fiat “powered by Microsoft” vorrei mi fosse permesso di acquistare auto senza sistemi operativi integrati, che se si pianta un plug-in dell’accendisigari devo reinstallare tutta la macchina.
E se proprio devo, almeno una casa automobilistica mi uscisse con una vettura che gira sotto Apple OS X (temo che provassi ad usare il mio Treo o a collegare il mio iPod su una Windows-Punto, l’OS farebbe partire il sedile eiettabile tipo James Bond e mi normalizzerebbe contro il tettuccio).
Mi accontenterei anche di Linux.
Unix? Magari Solaris? (altra subitanea riflessione: se fanno le auto con Windows, allora faranno degli scooter che vanno con Windows CE?).
<< Applicazione "Freno" non trovata >>
Non voglio comunque essere retrogrado e pessimista a tutti i costi.
L’integrazione tra il sistema operativo delle finestrelle e il mondo automotive potrebbe cambiare radicalmente il nostro rapporto con l’auto, abilitandoci ad esperienze più ricche e gratificanti.
Forse un domani andremo dal benzinaio e chiederemo “20 Euro di verde, mi guarda l’olio e mi scarica il Service Pack2 per la Multipla, che hanno rilasciato una nuova patch per lo spinterogeno”.
In autostrada, alla stazione di servizio, invece di sostituirci filtri e spazzole perfettamente efficienti, cercheranno di rifilarci a tutti i costi le Norton Utilities for Turbodiesel, il McAffee StationWagon o il Panda Software per la Panda.
Tremo però al pensiero di fermarmi per evitare un colpo di sonno e non poter cedere il volante a mia moglie perché l’autovettura non riconosce la sua password e lei rifiuta di farsi ricreare come nuovo utente (sostiene che va benissimo così com’è).
<
Come è ovvio, naturalmente, sto scherzando. Insomma, siamo ottimisti: anche per chi guida un’automobile, si prospettano tempi interessanti. E finalmente, come è giusto, a noi automobilisti servirà di più avere un figlio informatico che un cugino meccanico…