Secondo i dirigenti di Amazon.com, la denuncia per violazione della privacy inoltrata contro la sussidiaria Alexa Internet non ha alcun fondamento. Questo il succo delle repliche offerte nel corso dell’indagine informale avviata recentemente dalla Federal Trade Commission. La vicenda muove da un gruppo di querelanti secondo cui le tecnologie Web sviluppate da Alexa, acquisita tempo fa dal gigante dell’e-commerce, le consentirebbero di tener traccia dei movimenti e dei dati personali degli utenti, a completa insaputa di questi ultimi. Questi dati verrebbero a loro volta inoltrati ad Amazon ed altre società.
Secondo il consulente di sicurezza Richard Smith, il primo ad aver sollevato pubblicamente la questione su queste possibili violazioni della privacy, tali pratiche potrebbero essere motivate dal fatto che alcuni indirizzi Web contengono dati personali quali recapiti postali o numeri di acconto dei clienti. Sarebbe quindi “concepibile” da parte di Alexa collegare questi dati con le abitudini di navigazione degli utenti onde creare così dettagliati profili individuali. Accuse respinte dai responsabili dell’azienda, i quali ribadiscono come le informazioni personali e quelle sui percorsi seguiti online vengano custodite in database separati senz’alcun collegamento tra loro.