Brutta sentenza quella comminata da un tribunale federale americano a favore di Yahoo.
Secondo il giudice, il portale americano non si deve sottomettere alla legge francese in materia di contenuti Internet.
Il giudice si chiama Jeremy Fogel ed ha deciso nel processo sul caso di lite internazionale che vedeva Yahoo colpito dalla giustizia francese perché sulle sue pagine venivano venduti all’asta oggetti appartenuti all’epoca nazista.
Con questa sentenza il giudice ha inteso ribadire che la decisione della giustizia francese che proibiva queste pratiche su siti americani non poteva essere applicata.
Immaginiamo se, al contrario, un sito francese proponesse all’asta bandiere, copricapo, collane o pugnali talibani od oggetti inneggianti a Bin Laden.
Fatto sta, che il legale di Yahoo, Mary Catherine Worth ha subito dichiarato che sono “estremamente contenti di questa decisione”.
“Questo ha tre grandi implicazioni per ognuno – ha proseguito – non solo per le società, ma anche per i privati che possiedono un sito negli Stati Uniti”.
E continua, andando giù ancora più dura: “La sentenza resa dal giudice Fogel, mostra che se avete un sito ospitato negli Stati Uniti, siete sottomessi alla legge americana e siete protetti dal primo emendamento. Le sentenze dei tribunali stranieri non sono applicabili”.
Come a dire che la Francia è un paese liberticida.
Ma, in questo modo, è anche altro ad essere messo in discussione.
Questa lite era stata vista da tutti gli osservatori e addetti ai lavori come un test chiave per l’applicazione dei regolamenti nazionali in materia di libertà di espressione e di commercio online e anche dei nuovi accordi tra Europa e Stati Uniti.
Gli americani con questa sentenza fanno due pesi e due misure e affermano che da loro parte solo “libertà”, mentre da fuori, compresa l’Europa, questa libertà viene limitata se non soffocata.
L’Europa, sentitamente, ringrazia.