Ieri abbiamo parlato dell’imbarazzo e delle difficoltà delle autorità islamiche di fronte alle nuove tecnologie della comunicazione e a Internet in particolare.
Problemi che per le autorità talibani, che governano in Afganistan, si traduce in vero e proprio rigetto.
Infatti, la notizia è di fonte AFP, i talibani hanno annunciato il divieto per Internet per prevenire ogni influenza contraria all’Islam.
È stato il ministro degli esteri, Wakii Ahmed Mutawakel a precisare che questo divieto si applica ai privati e ai funzionari, ma non alle organizzazioni umanitarie e alle agenzie ONU che operano sul territorio afgano.
Ha aggiunto, poi, che l’uso di Internet potrà essere autorizzato una volta che il paese sarà dotato di un proprio sistema di telecomunicazioni.
Un sistema che non esiste in Afganistan, visto che – come riportano fonti ONU – solo sette afgani su mille dispongono di un telefono, cosa che rende Internet praticamente sconosciuta.
I pochi che usano la rete, poi, devono passare da fornitori d’accessi pakistani e – qui sta il problema per le autorità – non hanno nessun tipo di censura.
L’Afganistan, dopo la presa del potere da parte dei talibani, è ripiombato in pieno Medioevo.
Controllano la maggior parte del paese e hanno vietato la televisione, il cinema e la musica, in conformità di una presunta giusta e restrittiva lettura della chaira che, lo ricordiamo, è la legge islamica.
Le donne, poi, vivono in perenne stato di schiavitù, costrette a coprirsi e ad uscire con uomini della famiglia e, se trovate sole, possono essere giustiziate sul posto.