È il caso della Paradox Entertainment che si è vista vietare sul suolo cinese la distribuzione e vendita di “Hearts of Irons”, accusato di “distorcere i fatti storici descrivendo i regimi fascisti di Giappone, Germania e Italia durante la Seconda Guerra Mondiale”.
Inoltre, la Manciuria, lo Xinjiang dell’ovest e il Tibet compaiono nel gioco “territori con sovranità indipendente” e, ancora più grave, l’isola di Taiwan viene indicata come provincia del Giappone all’inizio del gioco.
La Cina non fa sconti e immediatamente cala la scure della censura, senza nessuna indulgenza. Vietata la distribuzione, come dicevamo, anche via Internet e i cybercafè che autorizzeranno il download del gioco saranno puniti con una multa e anche con la chiusura del locale.
I negozianti che saranno sorpresi a vendere la versione cd del gioco, si vedranno confiscare tutto il materiale e verranno puniti secondo le leggi vigenti.
Stesso destino è toccato a un gioco norvegese accusato di “mettere in cattiva luce l’immagine della Cina e dell’esercito cinese”.