Internet, la tecnologia in generale, fanno felici molti. Ma ad alcuni fanno venire incubi con visioni di un futuro terribile. È quello che è successo a Mario Vargas Llosa, che parla di un futuro “mondo cibernetico” dove la lettura non sarà altro che una pratica per una “minoranza anacronistica”.
“Barbaro, privo di sensibilità, brutale nel senso del termine, ignorante e animale, incapace di passione e di erotismo, il mondo senza letteratura di questo incubo avrà come tratti principali il conformismo e la sottomissione universale all’establishment – riporta un comunicato dell’agenzia di stampa France Press – Gli istinti di base guideranno la routine quotidiana, senza posto per l’anima”.
Lo scrittore peruviano, inaugurando una nuova cattedra di cultura ispano-americana all’Università di Georgetown a Washington, ha dato la colpa di questo futuro alla specializzazione del sapere presso i giovani e all’esplosione delle tecnologie.
Ispirandosi a Don Chisciotte, Vargas Llosas si è scagliato contro Bill Gates.
Lo scrittore, da un lato ha detto che trova Internet molto utile e che si felicita con Gates per aver garantito il mantenimento di una lettera unica per lo spagnolo (la tilde) sulle tastiere dei computer, ma avrebbe voluto fischiare Gates, quando quest’ultimo ha presentato il suo progetto per rimpiazzare carta e libri con uno schermo.
Vargas Llosas è convinto, anche se ammette di non sapere il perché, che con la sparizione del libro, sostituito dagli schermi, la letteratura riceverà un colpo mortale.
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