La pratica dell’invio di messaggi di posta elettronica a contenuto commerciale, non richiesti dal destinatario, il cosiddetto spamming, ha assunto negli Stati Uniti proporzioni tali da suscitare reazioni e proteste sempre più numerose, non solo da parte degli internauti, ma anche delle imprese che si occupano di commercio online, che considerano il proliferare incontrollato di questi messaggi una forma di attentato alla loro immagine.
In particolare, i rappresentanti delle società di marketing su Internet hanno chiesto al governo federale di adottare una legge che regolamenti lo spamming.
Alcuni Stati si sono già dotati di una legge in materia. In California, per esempio, è in vigore una legge del 1998 che punisce coloro che praticano lo spamming con un’ammenda di 50 dollari per ogni messaggio inviato senza rispettare le regole stabilite.
Queste regole prevedono, tra l’altro, l’obbligo di indicare esplicitamente il carattere commerciale del messaggio di posta elettronica, apponendo la sigla ADV, “Advertisement”.
Appellandosi a questa legge, un giovane studente californiano ha recentemente intentato un’azione giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni – che intende devolvere in beneficenza – nei confronti della società Link It Software, per avergli inviato 138 e-mail commerciali non richieste.