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Usare software senza licenza non è reato?

01 Agosto 2000

Usare software senza licenza non è reato?

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Recentemente il Tribunale di Torino ha confermato che non costituisce reato l'utilizzo di software di cui non si possiede regolare licenza. Ma la nuova legge sul diritto d'autore cambia nuovamente le carte in tavola.

Con questa sentenza è stato prosciolto un capostazione che per passatempo era solito scaricare da Internet programmi pirata da installare sul suo computer.

Una sentenza sotto certi aspetti analoga si era già avuta il 20 aprile, quando lo stesso Tribunale aveva prosciolto il titolare di un’azienda che faceva usare ai suoi dipendenti vari programmi senza averli legittimamente comprati.

Il reato di cui entrambi erano accusati era previsto dall’articolo 171-bis della legge 633 del 1941, la c.d. legge sul diritto d’autore: “chiunque abusivamente duplica a fini di lucro programmi per elaboratore, o, ai medesimi fini e sapendo o avendo motivo di sapere che si tratta di copie non autorizzate, importa, distribuisce, vende, detiene a scopo commerciale, o concede in locazione i medesimi programmi, è soggetto alla pena della reclusione da tre mesi a tre anni e della multa da L. 1.000.000 a L. 10.000.000…”.

Si può facilmente evincere dalla legge (e la cosa ha fatto andare in bestia le aziende produttrici riunite nella Business Software Alliance) che non ha rilevanza penale l’utilizzo di software pirata quando non vi siano fini di lucro.

Per questa ragione è stato assolto il capostazione di Torino: i programmi pirata erano utilizzati soltanto per divertimento, e egli non traeva nessun guadagno dal detenerli.

Tutti infatti abbiamo sul nostro disco rigido qualche programma inutile, installato per il gusto di vedere com’era, e che mai ci saremmo sognati di comprare se avessimo dovuto pagarlo.

La Business Software Alliance ritiene, invece, che lo scopo di lucro sia considerato il non aver dovuto spendere del denaro per dover acquistare un programma, e non un guadagno derivante dalla vendita dei programmi. Tale concezione, illogica e assolutamente non adatta al mondo di Internet, sta purtroppo prendendo piede: il disegno di legge recentemente approvato in parlamento, sostituisce il lucro con il profitto, condannando quindi anche la sola detenzione di software illegale, indipendentemente dall’eventuale guadagno economico.

La sentenza del Tribunale di Torino è probabilmente destinata a rimanere una delle ultime in questo senso e i consumatori finiranno per avere sempre meno potere sui programmi che hanno regolarmente acquistato.

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