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Una sfilza di novità per l’informazione online

23 Aprile 2010

Una sfilza di novità per l’informazione online

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Nello stesso giorno mi segnalano quattro nuove iniziative di giornalismo alternativo in Italia. Starà succedendo qualcosa?

Una notizia non fa primavera. Quattro nello stesso giorno, fra loro correlabili, ne fanno una quinta, in altre parole questo mio pezzo. Detto in maniera più piana, mi ha colpito ricevere a distanza di un’oretta quattro segnalazioni relative a quattro iniziative giornalistiche di tipo innovativo (anche se forse un po’ piccole) che si affacciano sul mercato italiano. E quindi a mia volta ve le segnalo, con qualche pensierino.

La forza del collettivo

La prima testata è Europa451– una roba da quattro gatti (in effetti, i collaboratori sembrano proprio quattro, anche se la versione ufficiale è che Europa451 è un collettivo di giornalisti che si muove tra Parigi, Bruxelles, Siviglia e Bologna). Un sito d’informazione che si muove attraverso meandri delle questioni comunitarie, transnazionali e nel multilinguismo. Partito in francese e in spagnolo, da qualche giorno è disponibile anche in italiano. Rafforzando ulteriormente la presenza nel nostro sofferente (in termini informativi) paese anche attraverso un presidio su AgoraVox Italia. Il quale, per chi non lo sapesse, è un network di crowd-citizen-sourcing-journalism europeo; una massa di 70.000 contributor che producono 300 articoli al giorno (la versione italiana è nata nel 2008).

Secondo me quello di Europa451 è un lavoro ancora in embrione, specialmente vista l’ambizione di fare del crowdsourcing, del citizen journalism, del “ennepuntozero” a livello europeo. E con l’ambizione di parlarsi prioritariamente fra giornalisti e poi con il pubblico, navigando verso sponde da definirsi, immagino. Senza un modello di business ben definito – un’avventura, insomma. Ma un’avventura interessante, molto grassroot, molto alla tirala in mezzo e poi vediamo che succede. Una follia rispetto alle logiche aziendalistiche – e a me certe follie piacciono.

Il Post cerca spazio

Ben più strutturata è invece l’avventura de Il Post, nuova testata difficile da definire. Copio e incollo, perché meglio di come si definiscono loro, non saprei: «Il Post è una cosa così: per metà aggregatore… per metà editore di blog. Ha una redazione che pubblica notizie, storie, informazioni raccogliendole in rete e nei media, e linkando e segnalando le fonti. E ha una famiglia di blog affidati ad autori di diverse qualità e competenze ma con cui il Post condivide un’ambizione di innovare la qualità delle cose italiane, nel suo piccolo». Un modello di giornalismo basato insomma sull’aggregazione di contenuti di altri. Come loro stesso ammettono, non viene fatto reporting, non si va a cercare la notizia sul campo: si raccoglie quanto altri hanno individuato, raccontato di prima mano, si eroga un’informazione che in sostanza ha subito dei processi di distillazione – non tanto cronaca dunque quanto opinione e riflessione. Viene promessa la verifica delle notizie, punto sempre critico dell’informazione non ufficiale e istituzionale, ma anche qui con un occhio al crowdsourcing e alla collaborazione del pubblico. Si parte comunque con una serie di collaborazioni con nomi e blog tosti, a iniziare dal direttore Luca Sofri, che ha individuato un bel modo per dare uno sbocco ai 10.000 visitatori quotidiani (complimenti!) del suo blog Wittgenstein.

Un’avventura ma non un salto nel buio, quello de Il Post, dato che alle spalle si è costituita una sponda forte come quella di Banzai – uno dei gruppi internet più forti in Italia, anzi, citando la versione ufficiale, «il terzo operatore italiano nell’ambito media internet (prima di RCS e Gruppo Espresso), il primo nell’ambito ecommerce e tra le prime cinque realtà nel mercato del web design (Property Nielsen)». Insomma a parte tutto il sistema di raccolta pubblicitaria, Banzai sfodera dei nomi come BlogbabelAltervistaePriceLiquida, Saldiprivati, Soldionline o Studenti.it . E soprattutto vanta un Ceo che è Paolo Ainio (per chi non lo sapesse, insieme a Marco Benatti e Carlo Gualandri uno dei tre signori che si sono inventati Virgilio, successivamente venduto a Telecom con una certa soddisfazione economica).

BlogNation classifica i blog

Al penultimo posto (cronologicamente) mi arriva la segnalazione di BlogNation: un’oggetto mediatico che aggrega i blog e si propone di proporre il meglio della Rete. Allora, per spiegarlo, aggrego anch’io un blog, quello di Davide “Tagliaerbe” Pozzi e ripubblico la sua descrizione che mi sembra perfetta: «BlogNation è un progetto voluto e in fase di realizzazione da Telecom Italia e Gianluca Neri, a cui collabora anche Hagakure. L’intento del progetto è quello di dare ai blogger “una propria voce, un proprio spazio, una propria casa, e ciò che ne consegue”». BlogNation non solo aggrega e propone un po’ di post interessanti nella sua pagina, ma stila anche una classifica, attraverso un impersonale algoritmo (così i notoriamente polemici blogger non se la possono prendere con nessuno, se non con una formula matematica). Dato che non sono nei primi cento blog classificati, come peraltro blog nazionali ben più blasonati del mio, mi astengo da qualsiasi giudizio anche perchè le classifiche non le amo molto.

Infine Paperblog

Infine il lancio di Paperblog , un nuovo concetto di media partecipativo. Anche questo è aggregatore di blog, anzi un riflettore che vuole mettere in luce i talenti e i contenuti di valore. «Paperblog nasce con lo scopo di localizzare tra i blog che si iscriveranno i contenuti più interessanti, originali e accattivanti per presentarli ad un numero di lettori sempre maggiore».
Dando quindi una cassa di risonanza maggiore a blogger magari bravi nei contenuti ma scarsi in autopromozione e Google Marketing – e che quindi non riescono a diffondere il loro verbo ad un numero molto ampio di persone. Ma la partecipazione è anche estesa ai lettori, che votando gli articoli potranno influenzare la visibilità dei contenuti, in modo da premiare ciò che la folla intelligente ritiene più interessante. Una cosa che non ho capito è però questa: se io avessi sul mio blog la pubblicità e se la gente il mio post se lo legge invece su un aggregatore (che vende della pubblicità piazzata di fianco al mio pezzo), non è che io sto lavorando non per raccattare due lire ma per far fatturati all’aggregatore? (Lo so, sono un blogger un po’ naif.)

A tutti quanti, comunque, i miei migliori auguri. Sul fronte dell’informazione e dell’uso intelligente della Rete solo il cielo sa quando bisogno abbiamo qui in Italia di iniziative intelligenti. Il fatto di ricevere nel giro di poche ore quattro notizie di questo genere mi fa sognare un futuro dove questi fiori si moltiplichino, crescano, facciano salti quantici, ci entusiasmino e portino (o costringano)  noi tutti, come società a ripensare ruoli, modelli e funzionamenti di quel bene primario che è l’informazione.

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