Il Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei minori (Ciatdm) ha messo a punto una proposta di legge per proteggere i “baby navigatori” dai rischi di Internet.
La proposta articolata in sei articoli, fissa nuove norme per i provider e i fornitori di servizi di connessione a Internet.
Una proposta che prevede all’articolo 1 “l’obbligo per i provider, o fornitori di servizi di connessione di rete” di “dotare i loro sistemi, alla base, di filtri che impediscano ai minori la visione di pagine non idonee, l’invio di dati sensibili”. Una garanzia per una navigazione tranquilla e controllata.
Se, poi, il provider o fornitore si rifiutasse di applicare questo sistema è previsto l’arresto da quattro a otto anni e l’interdizione perenne dall’attività.
Gli articoli prendono in considerazione anche uno degli aspetti più discussi in sede mondiale su questo argomento: la conservazione dei dati di navigazione e dei file log.
Secondo la proposta del Ciatdm, dovranno essere conservati per dieci anni e forniti alle forze dell’ordine e alla magistratura.
L’articolo 4 introduce, invece, una nuova fattispecie di reato, il 528bis del codice penale in materia di pubblicazione e spettacoli osceni.
“il provider, o fornitore di servizi di connessione alla rete internet, qualora non si doti di sistemi che inibiscano al minore la visione di materiale pedopornografico, materiale hard, incitamento al razzismo e alla xenofobia e a tutto ciò che è nocivo è punito con la reclusione da quattro ad otto anni, ed è interdetto dall’attività”.
Inoltre, nella proposta di legge, si stabilisce l’impossibilità di accedere alle norme di legge che prevedano sconti di pena, patteggiamento o riti abbreviati.