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Una nuova generazione di portatili in arrivo dal Giappone

01 Febbraio 1999

Una nuova generazione di portatili in arrivo dal Giappone

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Il settore dei portatili è in forte crescita e le aziende nipponiche propongono nuovi modelli e nuove concezioni che stanno rivoluzionando il mobile computing.

Questi ultimi mesi sono stati contrassegnati da un ritorno d’interesse per i computer portatili. Si tratta verosimilmente del settore dell’informatica di consumo a maggiore tasso di crescita e quello in cui si succedono con maggiore frequenza le novità e le rivoluzioni. Fra due mesi il prodotto che hai comprato oggi sarà già vecchio, lo sai, è inevitabile, ma intanto non avresti potuto aspettare: 1) perché ti serviva, 2) perché questa situazione di frequenti cambiamenti perdurerà ancora a lungo, 3) perché non potevi più tenerti la voglia di essere felice proprietario di uno di questi gioielli.

Regno della miniaturizzazione e della personalizzazione orientata al cliente, questo settore non poteva non divenire un privilegio delle case del sol levante. Concettualmente nati in occidente, i computer portatili di piccola dimensione sono alla lunga stati compresi dal Giappone, che per molti anni si era focalizzato su device di massa come i data bank.

Non appena i giapponesi hanno capito di cosa si trattava, non ci è voluto molto che applicassero la loro qualità totale per sfornare i prodotti che in questo momento fanno riferimento nel settore. Fatto salvo per 3com/US Robotics e per Psion, i nomi di spicco non lasciano equivoci: NEC, Sharp e Casio producono le macchine più premiate da tutte le classifiche, come quella di News.com, MobileComputing , PenComputing, Fortune.

Dal Portable ai Juppiter-class

Dai tempi dei primi Portable di Compaq a oggi sono passati più di 15 anni e la stessa idea di portatile si è particolarmente trasformata. Portable non era concettualmente dissimile dai primi Macintosh trasportabili: entrambi avevano il monitor e i drive incorporati, anche se il primo era a forma di parallelepipedo orizzontale e i secondo di cubo allungato. Meno di dieci anni fa questi stessi produttori vantavano i migliori modelli nel nuovo stile: il blocco note. I notebook sostituivano i laptop di prima generazione (delle specie di macchine da scrivere pesanti a mala pena trasportabili in apposite borse) e nascevano i primi veri computer portatili. Messi nella loro borsetta si portavano in spalla senza dover fare i culturisti e le loro dimensioni erano discrete e poco ingombranti.

Con i portatili nacque un nuovo modo di pensare il computer, nuove esigenze, nuovi stili e nuove tipologie di utilizzatori. Vennero prodotte soluzioni sempre più nuove e diverse fra loro.
Accanto ai notebook comparvero gli handheld e poi i palmtop, complessivamente ascritti alla categoria dei PDA (Personal Digital Assistant). Questi oggetti che introducevano un’autentica rivoluzione nell’informatica portatile, trasformando il settore dei data bank in dei piccoli computer, erano capitanati dagli Psion, veri gioiellini per completezza e portabilità. L’altro cambiamento fondamentale si è avuto con il Newton MessagePad di Apple.

Si trattava, non solo del primo computer palmare a funzionare a penna con un sistema di riconoscimento carattere integrato, ma anche del primo a funzionare con un motore di tipo RISC di nuova generazione e soprattutto ad essere pensato come uno strumento inserito in un sistema di comunicazione: l’esatto inverso del concetto di stand alone che caratterizzava il personal computer. Ma Newton costava troppo alla Apple ed al mercato non sembrava interessare un computer “piccolo” dal costo di uno “grande”; era inoltre difficile far comprendere come il valore di quel “taccuino digitale” fosse, per innovazione e per potenza, superiore a un comune PC.

Quando US Robotics fece sue le principali caratteristiche di Newton per produrre un oggetto che però costava un quarto del prezzo, nacque il grande successo del Palm Pilot che, anche se stava al Newton come un go-kart a una formula uno, rappresentava quello che il mercato era in grado di comprendere, di pagare e di usare. Con il Palm Pilot esordì la categoria dei computer palmari: più dei data bank evoluti che dei piccoli notebook. In quest’ultima tipologia, nonostante in molti si siano cimentati, prima fra tutti HP (penalizzata dalla scelta di legarsi a Windows), per molti anni è rimasta incontrastata dominatrice la Serie 3 di Psion.

Dotati di un sistema operativo proprio, piccolo ma potente (a conferma di ciò, EPOC è stato scelto dai principali costruttori di telefoni cellulari per farne il sistema operativo dei palmtop con telefono), vantavano una suite di programmi di ottime prestazioni, dal word processor al foglio elettronico, e una splendida durata delle batterie. Il costo dell’oggetto non era particolarmente elevato, ma lo diventava non appena si acquistavano gli accessori indispensabili.

Era evidente che il DOS non era il sistema operativo più adeguato per questo genere di computer. Tuttavia Olivetti inaugurò, poco prima di Compaq, un genere che sarebbe stato compreso solo molti anni dopo: i cosiddetti subnotebook. Quaderno fu un prodotto di ottima fattura, il primo nel suo genere: era un notebook a tutti gli effetti, ma stava anche in un borsello. Peccato che Olivetti non lo dotò del software adatto e, invece di venderlo con un Works per DOS, lo attrezzò con una specie di programma da databank assolutamente inadeguato ad evidenziarne i pregi. La seconda versione, con lo schermo retroilluminato e Windows costava troppo per avere un futuro. Così Quaderno scomparve da un mercato che oggi appare essere invece uno dei più promettenti.

Questo scenario sembrava destinato ad un’evoluzione non particolarmente veloce fino a quando non arrivò Microsoft a mettere tutto in discussione. Era evidente che il Windows per PC non era il programma più adeguato per questo genere di prodotti. Così Microsoft ne produsse uno apposta per i computer di piccole dimensioni. Anche se non fu subito evidente a tutti, Windows CE era, assieme a NT e ancor più di questo, l’unico Windows ad essere un vero sistema operativo. Per la prima volta nella storia Microsoft, proprio come aveva sempre fatto Apple, poteva imporre che si costruisse dell’hardware adatto al sistema operativo, laddove in genere accadeva il contrario.

Il primo CE nacque per funzionare sui palmari ed era pertanto pensato per le funzioni di agenda elettronica tipiche dell’utilizzo di questi strumenti. Ma già la seconda versione era fatta apposta per fare funzionare programmi più ambiziosi, come l’Office per CE compreso con il sistema operativo. Il software non risiedeva naturalmente nell’hard disk, perché questi computer non lo avevano, ma veniva installato nell’hardware stesso, sotto forma di ROM. Se si fosse voluto sostituire il sistema occorreva sostituire la parte ROM del computer. Con CE 2.0 e soprattutto con CE 2.11 prese corpo la categoria oggi nota come handheld, vale a dire dei PDA di medie dimensioni, adatti ai professionisti per un uso più complesso che non quello della semplice agenda. E questo fu l’inizio di una nuova era, oggi esaltata dall’arrivo della versione 3.0, detta Handheld Pro , nata per una nuova categoria di computer voluta e pensata dalla software house (invece che dai produttori di hardware), che la battezzò Juppiter class , ossia i subnotebook costruiti su un’architettura da PDA (senza hard disk), oppure per dei notebook sempre più leggeri.

Questi cambiamenti sono destinati a segnare il futuro scenario dell’informatica stessa e non solo quella dei palmari. Oggi i Notebook non hanno più nulla da invidiare ai desktop e i computer palmari sono spesso prediletti a tutte le altre soluzioni. Che cosa può significare questa tendenza?

Caratterisiche e requisiti

Che cosa ci si aspetta da un computer portatile? Innanzitutto che lo sia veramente, portatile, intendo. Per esserlo occorre che stia all’interno di un’apposita borsa, nel caso del notebook, in tasca o nella borsetta di tutti i giorni, nel caso di un palmare. Gli impedimenti al conseguimento di questo obiettivo sono soprattutto di due tipi:

  • legati alla dimensione
  • legati al peso

Le differenze diventano più marcate quando si passa dai notebook (tutti più o meno simili) ai computer palmari. Nel valutare peso e ingombro, poi, si tende spesso a dimenticare il ruolo giocato dagli accessori: batteria di riserva, unità floppy, unità CD, modem e soprattutto alimentatore possono costituire un pacchetto ancor più ingombrante del PC.

Un’altra importante caratteristica attesa è l’autonomia energetica: in altre parole, le batterie dovrebbero durare il più a lungo possibile, anche perché una delle ragioni per cui si sceglie un portatile è data anche dalla loro possibilità di rimanere il più a lungo possibile attivabili con rapidità, potendo accedere immediatamente al lavoro che si stava facendo prima, proprio sul punto in cui ci si era fermati, senza dovere riavviare la macchina e il sistema operativo.

Un ulteriore fattore significativo per la valutazione è l’integrazione delle componenti e la personalizzabilità. Con questo intendiamo che chi compra un computer portatile, soprattutto un PDA, tende a desiderare di avere tutto quello che serve alle sue particolari esigenze (e non a quelle di un utilizzatore generico) già comprese nell’oggetto, in modo di non doverci praticare nessun intervento e di non dovere portare con sé ulteriori appendici di espansione. Anche dalla forma e dal layout in generale, ci si aspetta un’interpretazione delle esigenze. Per questo, quando si sceglie, occorre avere ben chiare non solo le proprie esigenze, ma anche i propri gusti, i tic e le voglie, i propri comportamenti, e così via. Si tratta di scoprire che “tipo portatile” sei.

“Tipi portatili”

Ecco dunque le domande che occorre porsi per scegliere “il portatile che fa per me”. Cancella quelle che non ti interessano e lascia le altre. Non essere prudente: è meglio cancellare per poi recuperare le proposizioni, che avere uno spettro di scelta troppo ampio che non aiuta certo a decidersi.

  1. Che cosa devo farci:
    • Usarlo da agenda per i promemoria, gli appuntamenti, i calcoli e qualche appunto?
    • Devo collegarmi ad Internet e/o mandare FAX? E, in questo caso, posso farlo da telefoni fissi o devo spesso usare il cellulare?
    • Mi serve per produrre materiali estesi, come testi complessi o fogli di calcolo?
    • Devo fare lavori più complessi o specialistici, come trattare della grafica o compilare pagine HTML?
  2. Dove lo devo usare:
    • In casa, o al massimo trasportarlo in un’altra postazione ma solo saltuariamente?
    • Portarlo sempre con me ma in una borsa, per tirarlo fuori solo quando devo lavorare?
    • Tenerlo in taschino per segnarmi appunti volanti, consultare la rubrica o perché mi ricordi squillando i miei appuntamenti?
    • Lavoro in posti che mi consentono comunque di collegarmi alla rete elettrica?
    • Lavoro soprattutto in posti provvisori, come i mezzi di trasporto o le sale d’attesa per cui mi serve una batteria di lunga durata?
  3. Quale priorità assume:
    • Ho già un altro computer e tendo a lavorare con quello per l’80-90% del tempo?
    • Ho altri computer, ma ho necessità di lavorare in più postazioni?
    • Voglio un unico computer su cui lavorare, ma lo voglio pratico e che mi possa seguire?
    • Mi serve un’agenda perché come computer ne uso altri, o nessuno del tutto?
  4. Di che potenza ho bisogno:
    • Mi serve che mi possa fare eseguire tutti i programmi che all’occorrenza mi necessita usare, voglio che sia veloce per qualsiasi evenienza, che abbia tutti gli accessori che servono, dal DVD all’Ethernet, e che abbia uno schermo ampio e ricchissimo di colori (anche perché è il solo computer che ho)?
    • La sola potenza che mi serve è la comodità per non perdere tempo a fare le poche cose che devo fare e in questo voglio che sia semplice e intuitivo perché la maggiore perdita di tempo non è data dal programma, ma dalla mia difficoltà di studiare per interagire con il computer?
    • Voglio qualcosa che mi faccia fare quello che devo senza costringermi ad imparare nulla più che dove scrivere i miei appunti e dove poterli ritrovare?
    • Per quello che devo fare mi basta anche uno schermo monocromatico e non ho particolare attrazione per quello a colori?
  5. Quanto mi deve piacere:
    • Il computer rappresenta la mia immagine e ritengo che gli altri mi giudichino anche in base al computer che uso: se mi reputo originale dev’essere originale, se mi sento classico devo averne uno classico, un po’ come un vestito, dei gioielli o degli orologi?
    • Dev’essere un mezzo pratico ed economico perché per me il computer non è bello o brutto, ma solo più o meno efficiente?
  6. Con chi o cosa devo scambiare i dati:
    • Uso solo quello anche per stampare o salvare i dati?
    • Devo scambiare i dati con un particolare computer dotato di uno specifico sistema operativo?
    • Devo scambiare spesso documenti via Internet o FAX?
  7. Quanto sono disposto a pagarlo?
    • < 500mila
    • < 1 milione
    • < 2 milioni
    • < 4 milioni
    • < 6 milioni
    • tutto quel che serve

Ecco fatto! Ora ti sarà più facile orientarti nelle descrizioni che seguono. Prendi le domande che maggiormente descrivono il tuo caso e segnati gli oggetti che qui di seguito descriviamo. Poi, quando avrai sotto gli occhi le alternative da un lato e le domande dall’altro, falle incontrare fra di loro e vedrai che le coppie possibili in grado di assolvere a tutti i requisiti reciproci non saranno poi molte.

Ma se neppure così dovesse bastare, eccovi una tabella di sintesi con la quale potete scoprire qual è il vostro portatile ideale.

Legenda

  • 1= Palm Pilot
  • 2= Cassiopeia E-10
  • 3= DaVinci
  • 4= MobilePro 770
  • 5= Serie 5
  • 6= LG Phenom
  • 7= tripad/Clio
  • 8= MobilePro 800
  • 9= Jornada 850
  • 10= Actius A 100
  • 11= Versa LX
  • 12= PowerBook
  • ° inerente
  • * consigliato
  • @ preferenziale
Tabella di sintesi per scoprire qual è il vostro portatile ideale.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
una buona agenda * @
Devo usare essenzialmente programmi da ufficio * * * * ° °
Lo voglio sempre con me, nel taschino * * *
Per spostarmi lo tengo in borsa o nella tasca del cappotto * * *
Lo sposto saltuariamente insieme a tutto quello che mi può servire ° ° ° ° * *
Devo potere usare anche Programmi esigenti e particolari * * *
Sono quasi sempre in prossimità di una presa della corrente ° * *
Scrivo quasi sempre in viaggio o nei posti più improbabili * * ° ° ° °
Mi è più comodo usare la penna * * * ° * °
Non faccio nulla senza tastiera ° ° ° * * * * * * * * *
Ho bisogno di usare CD e floppy ° ° * @ @
Disporrò solo di un portatile ° ° ° ° ° ° * @ @
Userò più computer * * * * * * * * * ° ° °
Non ho un computer con cui Scambiare i dati ° ° ° * * * * * * @ @ @
Ho a disposizione un PC (wintel) * * * * * * * * * * *
Ho a disposizione un Mac * * @
Uso spesso Internet o FAX ° * ° * * * * * * *
Voglio uno schermo capiente che tenga più finestre ° * * * @ @ @
Lo schermo deve bastare per quel che sto facendo * * * ° ° °
Lo voglio con i colori * * * * * * *
Uso spesso immagini ° * * * ° ° °
Lavoro con la grafica ° ° ° * * @
Interrompo e riprendo molto Frequentemente il lavoro in corso ° ° ° @ @ @ @ @ @ ° ° °
Non posso lavorare saltuariamente ° * *
Voglio rimanere costantemente aggiornato con i programmi * * *
Mi piace mostrarmi con il portatile ° ° ° * * ° @ * * @ ° °
Non voglio essere notato a usare il computer ° ° ° ° ° °

I migliori palmari attualmente in commercio

Ecco, infine, i prodotti più consigliati dalle varie classifiche e quelli nuovi destinati a contendere le loro posizioni. Visti i problemi di distribuzione di questi prodotti nel nostro paese tendo a fare riferimento al mercato USA, precisando che i prezzi statunitensi sono riferiti agli indici di Cnet Computer http://www.computers.com e al servizio internazionale al momento più competitivo che per noi appare essere BuySoftware http://www.buysoftware.com e quindi non comprensivi di trasporto, IVA e tasse doganali.

Palmari

Il predominio netto nelle vendite in questo settore va indiscutibilmente a Palm Pilot. L’essere stato il primo e il più venduto fa di esso uno standard di fatto. In USA non ci si scambiano più i biglietti da visita cartacei: ce li si scarica tramite porta a raggi infrarossi da un Pilot all’altro. L’enorme quantità di software uscito per queste macchine è un’ulteriore riprova dell’interesse che fa di essi un oggetto di culto. Tuttavia i nuovi Pilot non trovano lo stesso seguito dei vecchi: il prezzo sempre più alto e le dimensioni sempre meno agili, nonostante la raffinatezza non sempre richiesta di questi oggetti, non contribuiscono al mantenimento della quota di mercato. Infine la diffusione di Windows CE gioca a sfavore di questo capostipite.

Così accade che molti analisti di mercato tendono a indicare come macchina di riferimento E-10, la versione palmare di Cassiopeia della Casio. Basato su Windows CE, dotato di un processore veloce (Hitachi 80 MHz), potente nel riconoscimento di caratteri, dall’ampio schermo, agile nel software di sistema, ricco di programmi (fra cui QuickNotes e PCAnyware), di porte (uno slot per PC card e uno per Flash card) e con la possibilità di collegarvi una tastiera, Cassiopeia, il cui prezzo gira attorno al mezzo milione, sembra essere destinato ad ereditare lo scettro di Pilot, soprattutto in quei mercati, come il nostro, dove la macchina di 3com/US Robotics non ha avuto ancora la stessa diffusione di oltre oceano.

Palmari economici

Con il marchio Olivetti Lexicon o con quello originario di Royal Consumer Business Products, il Da Vinci è certamente il palmare più economico. Dotato di un sistema operativo proprio, è un’agenda palmare del valore di 100 o 150 dollari (a seconda della RAM e delle dimensioni dello schermo) o di 300 mila lire (per la versione ridotta) in Italia. Nessun software è stato finora prodotto per questo pamtop, ma ha uno slot per periferiche PCMCIA e un programma per le comunicazioni (email e fax); è disponibile a 30 dollari una tastiera “a farfalla” ed è previsto lo scambio dei dati con l’ambiente Windows.

Handheld

In quest’area il predominio di Psion sembrerebbe proprio oscurato. Il costo complessivo di questa macchina, soprattutto se paragonato alle prestazioni di un hardware ancora simil-DOS non giocano certo a suo favore, anche se la splendida tastiera, le dimensioni che sono le più contenute in rapporto alla potenza delle funzioni e la durata delle batterie, la più alta nel settore, fanno di esso il più portatile e flessibile degli handheld.

Tuttavia anche qui le macchine basate su Windows CE 2.X stanno subentrando prepotentemente con il loro corredo di software in cui predomina l’Office per handheld della versione Pro di CE. Con la sua splendida tastiera estesa, la velocità più che doppia rispetto alle macchine della stessa categoria, il peso di poco superiore al chilo, le batterie con un’autonomia di 8 ore, un’uscita per un monitor VGA esterno, lo schermo retroilluminato a 256 colori e la ricchezza di porte e modem ed accessori compresi nel prezzo, MobilePro 75Oc di NEC è diventato il preferito dalla maggior parte delle riviste specializzate.

In Italia questa macchina non vanta la distribuzione che meriterebbe, soprattutto perché forse non si ritiene che il nostro mercato sia così maturo per apprezzarlo. Chi avesse intenzione di acquistarlo sarà bene che lo faccia oltre oceano, via Internet, dove lo potrà trovare a cifre inferiori agli 800 dollari. Già oggi però sarà bene preferire al 750c l’ultima versione del MobilePro, la 770, che vanta una velocità di clock di un terzo superiore al modello precedente, una maggiore leggerezza, una minore dimensione a fronte di un ampliamento della testiera e soprattutto il supporto di 64 mila colori dello schermo di tipo attivo. Sharp ed LG che distribuiscono modelli simili non sono in grado comunque di competere con questo top class.

Handheld economici

Se invece non vi interessano i colori, potete prendere in considerazione altri due handheld. Gli Psion Serie 5, ricchi in dotazione software inclusa e soprattutto con un’ampia offerta delle terze parti. Il costo della versione italiana è praticamente doppio del suo prezzo USA, equivalente a 700 mila lire italiane. Tuttavia i costi salgono significativamente allorquando avete bisogno di accessori, come ad esempio il cavo per collegarlo al PC (o al Mac, caso quasi unico in questo genere di apparecchi), il modem, il cavo per la stampante e così via. In alternativa, si può passare all’offerta CE, al cui interno spiccano lo Sharp Mobilon HC-4100 ed LG Phenom. Quest’ultimo, anche se più povero di RAM, risulta essere la scelta più interessante per il rapporto/qualità prezzo. Al costo di circa 350 dollari offre una tastiera di ampie dimensioni e tutte le principali funzioni, come la suite per CE di Microsoft, il modem integrato e diverse porte, fra cui la VGA esterna.

Jupiter-class

In questo settore, per molti versi ancora troppo nuovo e non così ricco di offerte, sono due le macchine di riferimento, ognuna delle quali rivolta a un particolare tipo di target. Si tratta di Mobilon tripad di Sharp e del suo sosia pressocché identico (non fosse per la maggiore dotazione software e del costo di pochissimo più elevato), Clio di Vadem. Non è tanto la sua pur interessante tastiera ergonomica e ultrasensibile a farne un oggetto unico, quanto piuttosto la sua estetica e la soluzione adottata per il video. Sorretto da due bracci che si imperniano nella parte centrale dello schermo, questo è libero di prendere le posizioni più utili rispetto all’utilizzo che ne si vuol fare.

Agganciato alla base in posizione tradizionale appare in tutto e per tutto simile ad un comune notebook. Nei confronti di questo vanta tuttavia una maggiore autonomia delle batterie, una maggior leggerezza e la possibitità di conservare attiva l’applicazione in corso per 12-16 ore. Sia tripad che Clio hanno poi tutte le porte e gli accessori che servono compresi nel prezzo, cosa che non molti notebook offrono. Ruotato al contrario può fungere da monitor esterno da utilizzare per proiettare delle presentazioni ad un pubblico ridotto. La debolezza di visualizzazione, soprattutto nella parte laterale, non consente certo miracoli, ma solo piccole dimostrazioni, soprattutto a carattere commerciale.

Infine si può sovrapporre il monitor alla tastiera per prendere appunti a mano, proprio come se si trattasse di un blocco note. Anche qui però la scarsa potenza del processore non gioca a favore di questo utilizzo. Inoltre solo il modello di Vadem contiene un software di riconoscimento carattere (Calligraph) abbastanza efficiente. Tuttavia al momento risulta essere l’unico modello a costituire un sostituto al ben più efficiente riconoscimento di carattere del Newton di Apple. Circola poi voce che Apple, dopo il vano tentativo di acquistare Palm Pilot, stia per far uscire un portatile a riconoscimento di scrittura. Ma alle voci non è stata ancora data conferma, in più il prezzo che si ipotizza non è dei più competitivi rispetto ai concorrenti.

Di questi il più agguerrito risulta essere sempre NEC, che sta per mettere sul mercato il modello 800 della sua linea MobilePro. In tutto e per tutto simile al 770, si differenzia da questo, oltre che per il prezzo, superiore di circa 200 dollari (costa attorno ai 900-1000 dollari), per uno schermo di grandi dimensioni (superiore ai 9 pollici) che supporta una VGA 800x 600. E’ insomma un quasi-notebook con modem, porte seriali, USB e infrarossi, dall’autonomia superiore alle 8 ore, privo però di hard disk, CD e floppy disk. In grado quindi di competere alla grande con qualsivoglia notebook a dei prezzi di gran lunga più competitivi, secondi solo alla sua portatilità.

Particolarmente interessante il Jornada 850 di HP, anch’esso dall’aspetto simile a un notebook ma più impegnativo per dimensioni e prezzo, il cui punto forte è principalmente l’adozione del nuovo processore StrongARM. Nato in casa Acorn, un’azienda inglese specializzata in processori RISC, controllata in buona parte da Olivetti, la prima ad aver creato processori specifici per PDA, primo fra tutti quello che montava Apple nei suoi Newton, StrongARM offre delle caratteristiche uniche rispetto ai concorrenti. Nonostante in costo contenuto, consente una velocità di clock elevata (133, 169, 190 e 220 MHz) a consumi ridottissimi.

La sua architettura consente risparmiare energia disattivando il processore quando non viene richiesto il suo intervento, come ad esempio nell’attività delle periferiche. Soprattutto interessante è la capacità della CPU di integrare al proprio interno Cache, controller della memoria e del sottosistema video, nonché di emulare un modem 33,6. Infine supporta due slot di espansione per flash card o altre periferiche e una porta USB. Il limite attuale di questo processore è tuttavia quello della compatibilità ancora scarsa o non accertata con buona parte degli applicativi.

Slim Notebook

Fino a poco tempo fa le uniche versioni ridotte dei notebook erano i subnotebook (oggi definiti anche mini-notebook). Pioniere Quaderno di Olivetti, erano macchine delle dimensioni di un foglio A4 dimezzato nel lato più lungo, ma dello spessore del tutto simile ad un notebook normale. Oggi di questi prodotti ne rimangono pochi: a malapena il GEO, Libretto di Toshiba e AmiTY di Mitsubishi che è probabilmente il migliore nel genere.
Sta piuttosto prendendo piede una nuova soluzione: dei notebook che per lunghezza e larghezza sono uguali agli altri, mentre riescono ad essere leggerissimi per uno spiccato assottigliamento della base e soprattuto dello schermo. Per questa caratteristica vengono chiamati Thin o Slim Notebook e stanno diventando di moda.

In questo settore Sony, capostipite con il suo Vaio 505superslim (dai 1.700 ai 2.000 dollari, a seconda della configurazione), vede già il suo posto conteso da nuovi modelli, il più bello dei quali è l’Actius A100-150 UltraLite di Sharp (si va dai 1.800 dollari del modello 100 ai 2.300 dollari del 150), anche se Pedion di Mitsubishi o Portegé di Toshiba non si comportano affatto male. Si tratta di soluzioni ideali per chi non vuole rinunciare a tutta la potenza e alla flessibilità di un notebook tradizionale, beneficiando tuttavia di una maggiore portabilità.

Questi modelli infatti non arrivano a pesare 2 chili e se si rinuncia a trasportare gli accessori, tutti esterni, come l’alimentatore e i drive per CD e floppy il peso diventa ancor più inferiore. Naturalmente qui i prezzi sono diversi, ma non è detto che i prodotti soddisfino le condizioni di portabilità quanto i computer di costo inferiore. Più potenti per la loro espandibilità che per il rendimento finale (non bisogna dimenticare che si tratta di macchine Windows tradizionali e buona parte della loro potenza viene utilizzata per soddisfare questo requisito), fanno dipendere spesso la loro leggerezza dalle caratteristiche di scomponibilità.

Quando si dovesse invece – come capita di frequente – portare con sé tutti gli accessori si raggiungerebbe il peso di notebook più tradizionali, ma di costo complessivamente inferiore a fronte di prestazioni leggermente superiori. Fra questi sarebbe preferibile il Versa LX di NEC, che, con la sua dotazione assolutamente completa ed il peso di poco superiore ai tre chili e mezzo, rimane il migliore notebook di tipo tradizionale per rapporto qualità/prezzo. E Apple? Apple con i suoi notebook superpotenti va ad occupare la fascia di lusso. Proprio lei che aveva – di troppo – precorso i tempi, oggi non ha un prodotto in grado di non farle perdere il treno. A sentire Jobs, però, sembra dover possedere un asso nella manica che ancora non vuole mettere sul tavolo. Sarà forse per questo che i due prodotti (uno di fascia bassa ed uno di alta) di cui si ricevono continue indiscrezioni tardano tanto ad uscire. Certo, ci sarà un nuovo iMac-like super Powerbook in catalogo, ma forse anche una gradita sorpresa in uno scenario che altrimenti sarà sempre più in mano a Microsoft.

Gli Scenari

Eccoci dunque a rispondere alla domanda di partenza. Lo scenario dell’elettronica informatica, lo diciamo da quattro anni e oggi lo si sente ormai da più parti, va definitivamente a trasformarsi. Vi sembrerebbe forse sensato se ogni volta che intendete aggiornare la vostra cultura su un argomento doveste ricomprarvi un’enciclopedia? No, preferite un buon tascabile fatto su misura per le vostre richieste, se non addirittura una rivista snella.
E allora perché dovrei pensare al computer sempre come a quello scatolone tutto-in-uno che ogni volta che devo fare una cosa e solo quella mi costringe a caricare centinaia, migliaia di librerie e strumenti di tutti i tipi, aggiornandolo ogni anno per stare al passo del mercato?

La risposta sta in una pluralità di strumenti dal basso costo e dalle più modeste esigenze. Non è un caso che i produttori di hardware siano diffidenti verso le spinte all’upgrade forzato di Microsoft e che quindi preferiscano spesso adottare la versione 2.11 piuttosto che la 3.0 che non apporta spesso migliorie tali da giustificare un potenziamento dell’hardware non giustificato dalle reali esigenze della clientela.
Probabilmente in futuro vedremo sempre meno notebook Windows 98 o 2000 e sempre più macchine CE leggere e finalizzate al target. In compenso vedremo sempre più computer portatili e sempre meno desktop.

In fondo, i giochi funzionano meglio sulle consolle da collegare alla televisione, mentre i professionisti o quanti hanno necessità di scrivere, far di conto o collegarsi ad Internet si troveranno sempre meglio con strumenti leggeri in grado di seguirli, senza essere costretti a trovare il momento giusto per portarsi alla scrivania per sbrigare le proprie necessità. Sto finendo questo articolo sulla scrivania di casa, accanto al mio desktop spento, digitando sul mio Powerbook neppure così potente. Non sono disturbato da nessuna ventola, lo schermo che ho davanti mi stanca meno del monitor e non mi irrigidisce il collo.

In generale mi sembra di scrivere su un quaderno perché io e il mio portatile siamo molto più vicini e mi sembra che lui sappia che io voglio soltanto scrivere e nulla di più. Se devo cambiare non è per qualcosa di più potente, ma solo per un compagno di lavoro che sappia seguirmi di più, aiutandomi meglio e dovunque nel mio lavoro e adattandosi al mio stile: un computer a misura d’uomo, insomma, per un neo-umanesimo della tecnologia che rifiuta la vecchia idea dell’uomo a misura di computer.

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