Sono grato a Federica Dardi per almeno due motivi: intanto per avermi dato la possibilità di fare una citazione più lunga di 140 caratteri, un piacere raro per chi come me è abituato a comunicare attraverso Twitter; ma soprattutto le sono grato per aver scritto un libro che illustra con semplicità alcuni importanti mutamenti in corso nel mercato editoriale. Come ricorda Federica, ormai «i cervi hanno i fucili», chiunque ne abbia voglia è in grado non solo di discutere direttamente con editori, autori e critici letterari di un libro mentre lo sta leggendo, ma può pubblicarne uno e provare a venderlo senza la mediazione dei soggetti che finora si pensavano necessari.
Per fortuna il ruolo dell’editore, almeno stando a quanto affermano le pagine che seguono, rimane centrale: la mediazione culturale operata dalle case editrici continua e si rafforza in questo brave new world popolato da strane entità con nomi oscuri come social network, tag, metadati e social reading. Non è ancora arrivato il momento di gettare il mantello e spezzare la bacchetta come fece il Duca di Milano: è sufficiente provare ad ascoltare i lettori e a comunicare con loro grazie alle nuove opportunità a disposizione di chi fa cultura all’alba del nuovo millennio.
Io ci sto provando: mi occupo da anni di comunicazione online in Einaudi, ma da quando ho aperto il canale Twitter della casa editrice mi sono reso conto di quanto può essere proficua e stimolante l’interazione diretta con chi legge. Il mio Ariel (o forse il mio Calibano, non so) si chiama bot ed è una versione un po’ sgangherata dei chatbot programmati per dialogare con gli esseri umani. Il bot ascolta i suggerimenti delle persone che lo seguono, gira informazioni e inonda le timeline di citazioni non richieste. A volte inventa o rilancia hashtag che fanno perdere tempo a un sacco di gente.
E la gente risponde, si appassiona, a volte si arrabbia, ma comunque apprezza l’attenzione che le viene rivolta.
Il risultato che si può raggiungere usando gli strumenti che Federica illustra nel libro che state per leggere – e Twitter è solo uno di essi – è rendere palese che una casa editrice è abitata non solo da autori e libri, ma soprattutto da lettori.
Stefano Jugo AKA il bot
@Einaudieditore
Pubblicato originariamente come prefazione a Editore nei social media di Federica Dardi. Scopri la collana di ebook Apogeo dedicati all’editoria digitale.