Attraverso un laconico comunicato stampa, AGCOM ha reso noti i dati sull’applicazione del suo discusso Regolamento sul diritto d’autore online e sull’operatività del sito relativo, dal 31 marzo di quest’anno al 30 novembre.
Emerge che in questi primi otto mesi sono pervenute all’Autorità 142 istanze in totale. Di queste,
9 sono state ritirate e 30 sono state archiviate in via amministrativa per vizi formali. I procedimenti effettivamente avviati sono stati 95, alcuni dei quali risultano dalla riunione di più istanze.
Delle 142 istanze totali regolarmente pervenute,
la maggior parte ha riguardato opere fotografiche (il 33%) e audiovisive (il 32%). Seguono le istanze che hanno ad oggetto opere di carattere sonoro (15%), editoriale (11%) e letterario (4%), ivi inclusi e-book, manualistica in chiave educational e narrativa. Solo due istanze hanno riguardato i servizi di media audiovisivi.
Per maggiore chiarezza presentiamo questi risultati in forma grafica.
Inoltre, continua il comunicato,
tra i procedimenti pervenuti a conclusione alla data del 30 novembre, il 62% ha fatto registrare un adeguamento spontaneo da parte dei destinatari della comunicazione di avvio; il 29% è sfociato nell’adozione da parte dell’Autorità di un ordine di blocco del DNS dei siti segnalati; il 9% è stato archiviato dalla Commissione per i servizi e i prodotti.
Anche in questo caso abbiamo preparato un grafico.
Dati certamente interessanti e utili per capire l’effettiva portata di questo nuovo approccio alla tutela del copyright, basato su un enforcement di tipo amministrativo e non più solo civilistico. Qualcuno però solleva una questione delicata. Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, segnala in una lettera pubblicata da Key4biz.it, seri dubbi sull’affidabilità di quei dati.
Io ero presente a quell’incontro in qualità di Presidente di Assoprovider e se devo essere sincero sono molto stupito di questo comunicato stampa. Le stime del numero di opere inibite diffuse con il comunicato stampa non sono di AGCOM, bensì sono emerse da una diapositiva proiettata da Enzo Mazza, il portavoce della Organizzazione FIMI, la Federazione degli editori musicali, parte in causa, in quanto componente delle Organizzazioni che ottengono da AGCOM gli ordini di inibizione. L’Autorità in quella sede non sembrava essere a conoscenza di alcun dato su quel numero né sull’impatto del Regolamento […] Parimenti non è stato chiarito in quale modo siano stati ottenuti questi dati, attraverso cioè quale procedimento scientifico.
Se davvero fosse così, AGCOM dovrebbe farsi un serio esame di coscienza sulla trasparenza delle logiche interne che la governano.
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